I danni della Berlusconi-Fini-Giovanardi

Soft Secrets
01 Jul 2011

Secondo il Dipartimento delle Politiche Antidroga e i suoi poco approfonditi studi, la marijuana genera psicosi, schizofrenia e malattia mentale in generale. Eppure, nel lungo corso della storia, la canapa ha curato le malattie mentali di moltissime persone.


Secondo il Dipartimento delle Politiche Antidroga e i suoi poco approfonditi studi, la marijuana genera psicosi, schizofrenia e malattia mentale in generale. Eppure, nel lungo corso della storia, la canapa ha curato le malattie mentali di moltissime persone.

Secondo il Dipartimento delle Politiche Antidroga e i suoi poco approfonditi studi, la marijuana genera psicosi, schizofrenia e malattia mentale in generale. Eppure, nel lungo corso della storia, la canapa ha curato le malattie mentali di moltissime persone.

La santa erborista tedesca Hildegard von Bingen già nel 1100 sosteneva: "Ma chi è malato nella testa e ha il cervello vuoto e poi mangia la canapa magari avrà un po`mal di testa. A chi però ha la testa sana e un cervello pieno non farà male".

 

Verso la fine del 1800, la canapa nostrana italiana, meno cara è più facilmente reperibile di quella indiana, era stata trovata vantaggiosa per l’isterismo dal medico napoletano Raffaele Valieri presso l’Ospedale degli Incurabili di Napoli.

L’erborista Carlo Erba, primo in Italia, nel 1849 iniziò il commercio dei prodotti farmaceutici a base di cannabis nella sua farmacia di Brera, a Milano. Le sue ricette ebbero talmente successo che nel 1853 apri un laboratorio farmaceutico adiacente alla farmacia e nel 1967 uno stabilmento alla porte di Milano divenuto la più grande industria chimico-farmaceutica d’Italia, la Carlo Erba appunto. Erba e alcuni suoi amici medici sperimentarono personalmente gli effetti terapeutici della cannabis e, nel 1951, il medico Filippo Lussana impiegò l’hashish a fini terapeutici per curare cefalee e malattie mentali, così come il dottor Girolami aveva già fatto nel 1858.

 Il ricettario di Piero Arpino del 1909 invece, prescriveva la cannabis sotto forma di tintura o estratto alcolico, per emicrania, psicopatie, meningite celebro spinale, delirium tremens dei bevitori.

 

 In America, Lester Grinspoon, nel famoso libro Marihuana Reconsidered, ipotizza la possibilità che la marijuana possa addirittura proteggere dalle psicosi. E lo fa statistiche alla mano, con i dati dei ricoveri dei soldati dell’esercito americano. In Vietnam, dove i soldati consumavano parecchia erba, dodici persone su mille hanno riscontrato problemi psichiatrici contro i 73 della guerra in Corea, tra i 28 e i 101 della Prima Guerra mondiale e i 23 della Seconda Guerra Mondiale.

 

Tornando in Italia, il professor Gian Luigi Gessa, docente di Neuropsicofarmacologia all’Università di Cagliari, in una recente intervista su cannabis, circa la psicosi ha risposto: “Questa storia è proprio una balla. Se con le droghe leggere 23 persone su 100 avessero deliri e allucinazioni, nessuno fumerebbe, non crede? E invece fumano in tanti. La verità è un’altra, è che ci sono casi a rischio: alcuni hanno disturbi gravi delle psicosi, che le droghe leggere “slatentizzano”, e fanno affiorare in modo a volte dirompente. Questo è un problema serio, anche per gli adulti ovviamente, ma senza invertire cause ed effetti, non si diventa schizofrenici con la marijuana, ma alcuni fumatori fanno la brutta scoperta di esserlo”.

 

Vediamo ora il caso di Fabrizio, un ragazzo sulla trentina, che soffrendo mentalmente dei vari spostamenti nel mondo per il lavoro dei genitori e per la lontananza della famiglia, una parentela influenzata dalle leggi italiane e quindi poco incline ad accettare il consumo di canapa da parte del figlio, si è trovato alle prese con il poco compassionevole sistema sanitario italiano.

Con 50 grammi d’erba ogni tre mesi sono riuscito a fare lo scalaggio dalle benzodiazepine che il medico mi prescriveva in abbondanza

 

 

Fabrizio ha trovato notevole supporto e conforto dalle associazioni antiproibizioniste italiane.

 

Com’era Fabrizio la tua vita prima? Come ti sei ritrovato questo situazione?

 

Ero una persona ben inserita nella società e svolgevo il lavoro d’insegnante subacqueo. Successivamente, la disinformazione delle politiche a tolleranza zero contrarie allo stile di vita dei consumatore di marijuana, discriminandone pure i pregi sociali, lavorativi e personali, mi sono trovato ad essere istigato, provocato fino all'intervento della Asl.

 

Cos’è scaturito da questa visita?

 

Questa e altre visite ospedaliere hanno portato a diagnosi impietose di disturbo psicotico non altrimenti specificabile, di schizofrenico paranoide, disturbo da borderline e un fin troppo facile ipotetico disturbo da consumo di cannabinoidi.

 

Le implicazioni?

 

Trattamento Sanitario Obbligatorio e accanimento terapeutico con la somministrazione sfrenata di farmaci che mi causato un parkinsonismo iatrogeno: una distonia caratterizzata da una disfunzione occhi-collo con vista che s’incastrava verso l’alto, dai 20 minuti alle 4 ore.

 

Ora ricevo una piccola pensione d’invalidità e, dopo aver passato diversi anni imbottito di farmaci, ho qualche difficoltà d’inserimento sociale. La legge italiana in materia di cannabis inoltre non mi permette di muovermi liberamente.

  

Se con le droghe leggere 23 persone su 100 avessero deliri e allucinazioni, nessuno fumerebbe. E invece fumano in tantissimi

La marijuana ti è stata d’aiuto in questo periodo?

 

Se prima mi godevo la marijuana a scopo ludico, durante tutti questi 10 anni ho sperimentato l’utilizzo terapeutico di questa pianta dalle proprietà miracolose.

Durante i periodi di autoproduzione poi, riuscivo a crearmi una scorta tale da potermi sentire al sicuro per qualche mese e i miglioramenti erano notevoli. Con 50 grammi d’erba ogni tre mesi sono riuscito a fare lo scalaggio dalle benzodiazepine che il medico mi prescriveva in abbondanza. Da quattro anni non le utilizzo più.

La marijuana è riuscita anche a farmi passare la distonia agli occhi indotta dalle medicine.

 

In questo tuo sperimentare quale varietà d’erba hai trovato vantaggiosa rispetto ai tuoi bisogni?

Il salto di qualità l’ho trovato nella Flash Back della Sweet Seed. Mi è stata d’aiutato veicolando gli effetti negativi dei farmaci, facendomi accettare in famiglia senza essere più vittima del mercato illegale, e senza pià scontri deleteri con le persone che mi vogliono bene! Ho potuto curare l'ambito relazionale e trovare un piccolo lavoro nella costruzione d’acquari, fare del volontariato e svolgere hobby come il giardinaggio . 

 

Ora come ti stai curando?

 

Ho una prescrizione per il Risperdal, uno psicofarmaco a iniezione sul deltoide ogni due settimane e, da qualche settimana, una prescrizione per cannabis in globuli che però non riesco a trovare in nessuna farmacia, più altri farmaci omeopatici.

Autocoltivo e allo stesso tempo impreco perché il governo cambi politica, favorendo il mio percorso di guarigione.  

 

Eppure sarebbe semplice organizzarsi come avviene a Utrecht, in Olanda, dove, da questa primavera, ai consumatori a rischio – coloro che ne fanno uso per schizofrenia ad esempio – è stata data la possibilità di coltivare legalmente all’interno di club chiusi con la supervisione medica.

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