Grower d'alta quota

Exitable
08 Dec 2014

Appena accenni una questione sulla coltivazione della marijuana a Mister X Valtrompia s’illuminano gli occhi. Si lancia in mille suggerimenti a raffica su come migliorare la coltivazione, spaziando dai consigli botanici sulla pianta, a quelli tecnici sull’attrezzatura outdoor e indoor e su come sfruttarla al meglio. Un divulgatore di conoscenze entusiasta, grazie a un’incredibile esperienza, e che sogna (in grande) di vedere un giorno coloro che lo desiderano con tutta l’erba per le proprie necessità.  


Appena accenni una questione sulla coltivazione della marijuana a Mister X Valtrompia s’illuminano gli occhi. Si lancia in mille suggerimenti a raffica su come migliorare la coltivazione, spaziando dai consigli botanici sulla pianta, a quelli tecnici sull’attrezzatura outdoor e indoor e su come sfruttarla al meglio. Un divulgatore di conoscenze entusiasta, grazie a un’incredibile esperienza, e che sogna (in grande) di vedere un giorno coloro che lo desiderano con tutta l’erba per le proprie necessità.  

Appena accenni una questione sulla coltivazione della marijuana a Mister X Valtrompia s’illuminano gli occhi. Si lancia in mille suggerimenti a raffica su come migliorare la coltivazione, spaziando dai consigli botanici sulla pianta, a quelli tecnici sull’attrezzatura outdoor e indoor e su come sfruttarla al meglio. Un divulgatore di conoscenze entusiasta, grazie a un’incredibile esperienza, e che sogna (in grande) di vedere un giorno coloro che lo desiderano con tutta l’erba per le proprie necessità.  

Da dove nasce questa tua passione?

Ho 25 anni di esperienza nella coltivazione di marijuana e ho iniziato in Svizzera, dove ho lavorato per 6-7 anni, sia outdoor che indoor. Il mio maestro aveva una serra incredibile sulle Alpi, in vetro e legno, a 1.500 metri di altitudine. Tra le varie genetiche coltivavamo anche la Purpurea Ticinesis, proveniente dalla Svizzera del Nord, una pianta autoctona ereditata da 15-20 anni di selezione.  

Nella serra crescevano piante meravigliose e fortissime, e nel periodo di fioritura, quando si evidenziavano le piante maschio, a volte mi capitava di buttarli nel dirupo e di vederli ri-attecchire praticamente sulla roccia. In quei momenti ho capito quanto la canapa fosse impressionante.

Per diversi anni sono stato anche un breeder e ho incrociato piante per ottenere semi di nuove varietà, con notevoli soddisfazioni e apprezzamenti nel vederle poi coltivate anche da altri.

 

Quali sono gli errori più comuni che riscontri nei coltivatori indoor alle prime armi?

Nella coltivazione indoor spesso gli inesperti tendono a irrigare troppo, rendendo il terreno asfittico. Si finisce probabilmente con il mettere pure troppo fertilizzante, ma ciò nonostante le piante potrebbero mostrare qualche carenza visibile sulle foglie che tendono a imbruttirsi. Ciò capita perché con il terreno troppo bagnato, la pianta non riesce a assorbile bene i nutrimenti, inducendo erroneamente il coltivatore a pensare di dover fertilizzare ancora, peggiorando la situazione. Quando pensate di esser difronte a una carenza e avete sempre avuto il terreno umido, provate invece a lasciar asciugare bene il substrato tra un irrigazione e l’altra. Quando il terreno è asciutto, molto più ossigeno arriva alle radici, migliorando la capacità di assorbimento dei nutrienti. È buona regola, quindi, alternare periodi di substrato asciutto a periodi di substrato umido. Questo potrebbe essere sufficiente alla pianta per riprendersi naturalmente dalle carenze, in quanto il nutrimento è già nel terreno è può più facilmente essere assorbito.

Spesso nell'indoor, poi, si sottovaluta l’importanza del riciclo d’aria e si pensa sia sufficiente mettere un ventilatore nella growbox. Se ci sono piante piccole e sono poche la cosa può essere gestibile, ma con la presenza di quattro-cinque piante grandi il ricambio d’aria, possibilmente continuo, è necessario per un buon risultato.

Un altro fattore spesso sottovalutato è il range di temperatura. Durante li ciclo notturno la temperatura ideale si aggira attorno ai 18-20 gradi, altezza delle radici, quindi del vaso. A ciclo diurno la temperatura ottimale sono i 25 gradi, mentre al massimo si può arrivare a 28. Temperature troppo basse limitano la crescita, anche se con consapevolezza questo può essere un vantaggio quando dobbiamo mantenerle piccole. Con temperature troppo alte e lampade troppo vicine ai fiori, invece, evaporano pure i principi attivi più volatili e i cannabinoidi si degradano.

Una buona regola è comunque quella di tenere una escursione termica di 6 gradi tra il periodo di luci accese e quello a luci spente.

L’ambiente di coltivazione deve inoltre avere un’umidità intorno al 60-65% in vegetativa e attorno al 45-50% in fioritura, con una buona ventilazione. 

Attenzione, poi, a non commettere l’errore di puntare il ventilatore direttamente sulle piante, perché si dissipa l’acqua dalle foglie troppo velocemente e le piante si stressano. Meglio piuttosto puntarlo sulle pareti della growroom e far arrivare l'aria solo di riflesso sulle piante.

I classici errori outdoor?

Anche in outdoor molti sbagliano a voler correggere le carenze con troppa fretta. La cosa deriva dal fatto che osservano la pianta in modo troppo maniacale e non calcolano che possa comunque fare il suo corso e riprendersi naturalmente.

Nelle coltivazione all’aperto, poi, per credenza popolare, è spesso utilizzato il sangue di bue o l'urea, sia in crescita che fioritura. Trattasi di concimi molto azotati e, a limite, possono funzionare solo come starter della pianta nelle prime fasi (non le primissime). Molto azoto può rendere la pianta troppo fogliosa, ritardare la fioritura e lasciare un sapore sgradevole nei fiori.

Per quanto riguarda gli errori nel periodo di raccolta, esistono due metodi di valutazione. Nel primo si osserva la trasformazione della resina a livello del tricoma. Il secondo metodo, più semplice per gli inesperti, consiste nell'osservare il colore dei pistilli. Il mio maestro mi ha insegnato a raccogliere la marijuana quando il 90% dei pistilli è rosso. Ci sono varie scuole e c’è chi si ferma all’80% piuttosto che al 50%. Lasciando cadere i pistilli, invece, raccogliamo un erba molto narcotizzante (NdA: valida dal punto di vista medico quando si necessità di riposo), che dona un high più pesante.

Per un buon raccolto basta osservare i fiori, quindi, o è necessario rivolgere uno sguardo anche al fogliame?

Sia indoor che outdoor è buona regola raccogliere quando i fiori sono maturi e le foglie manifestano carenze, positive in questo caso, con colori che sfumano tra il giallo e il viola. Questo indica che la pianta ha consumato tutti i nutrimenti immagazzinati nelle foglie. Di conseguenza i fiori avranno un sapore più morbido e pulito. La manifestazione di foglie ingiallite a fine fioritura, quindi, non è da valutare come una carenza da correggere, ma come una garanzia a sapori migliori.

Essendo la pianta meno verde, poi, durante l'essiccatura la clorofilla dal sapore erbaceo e sgradevole si degraderà molto più velocemente, e già dopo 20 giorni di concia si manifesteranno sapori eccellenti.

Per un sapore pulito e squisito è quindi importantissimo smettere di concimare minimo due settimane prima del raccolto, altrimenti si finisce con il fumare anche i fertilizzanti. Il mio maestro semplicemente diceva: “dipende da cosa vuoi fare respirare ai tuoi polmoni”. Vedi un po' tu!

Continua su SSIT1/2015

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