Filiera del CBD e Decreto interministeriale: basta terrorismo mediatico

Soft Secrets
17 Jan 2022

In questi giorni la filiera della canapa è tornata sotto l’attenzione mediatica grazie al Decreto interministeriale avente come oggetto la regolamentazione delle piante officinali.


Calma e sangue freddo. Non una delle canzoni del nuovo secolo, ma un invito a un’attitudine in cui prevalga l’analisi sull’avventatezza. In questi giorni la filiera della canapa è tornata sotto l’attenzione mediatica grazie al Decreto interministeriale avente come oggetto la regolamentazione delle piante officinali. Comparto agricolo e catena distributiva in immediata fibrillazione ed ansia diffusa per i coraggiosi operatori del settore. Analizzando, però, da una parte il testo legislativo e, dall’altra, gli articoli pubblicati a suo corollario, non possiamo non rilevare, in quest’ultimi, una colpevole tendenza all’allarmismo che non rende servizio alcuno a chi ha scelto di lavorare con la canapa. Più dannosa la disinformazione della sostanza contenuta nel Decreto, insomma.

La canapa, una pianta scomoda, vituperata malgrado la sua importanza, una pianta la cui difesa incondizionata necessita ponderatezza ed esperienza, soprattutto da parte di chi, si occupa di informazione e con questa responsabilità è testimone privilegiato delle peggiori ingiustizie e delle più odiose nefandezze. Da una parte processi e carcerazione per l’autoproduzione dei pazienti, dall’altra, sequestri e repressione degli agricoltori che agiscono all’interno del quadro legislativo accertato dalla Legge 242/2016. 

L’intervista che segue all’attento Avvocato Lorenzo Simonetti, quindi, è dedicata ai fratelli agricoltori ed agli amici imprenditori che hanno puntato sul futuro della nostra società, investendo tempo ed entusiasmo nella crescita di un comparto sostenibile sotto tutti i suoi profili.

SSIT: Buongiorno Avv. Simonetti, in questi giorni si è arrivati a sostenere  che la canapa light fosse divenuta illegale. Quanto c’è di vero in questa dichiarazione?
Nulla. Intanto partiamo da un principio tecnico giudiziario e cioé che un Decreto Ministeriale è fonte di diritto secondario e, in quanto tale, non può derogare a una legge ordinaria quale la 242/2016, fonte di diritto primario. La legge 242 del 2016, infatti, per quanto concerne le foglie e le infiorescenze, implicitamente contenute nel comparto florovivaistico, non prevede la possibilità di delega e deroga ad una fonte di norma secondaria come il Decreto in questione. Purtroppo tanti articoli usciti in questi giorni hanno fatto terrorismo senza nemmeno considerare questo aspetto cruciale riguardante l’architettura delle fonti del diritto. Nel complesso, quindi, la disciplina approvata rimane assolutamente confermativa di quanto già in vigore. 

SSIT: Dopo tante sirene d’allarme, vogliamo spiegare cosa implica questo Decreto? Cosa cambia per la filiera della canapa? 
Per quanto attiene alla prima parte del comma 4 dell’articolo 1, ad oggi, la canapa Sativa L. è stata inserita all’interno della lista delle piante officinali esclusivamente con riguardo dei semi e dei derivati dei semi. Nella seconda parte dello stesso comma, poi, dove si parla di cannabis, senza specificare Sativa L. e quindi di cannabis Indica, è fatto divieto, salvo autorizzazione del Ministero, di utilizzo di foglie, infiorescenze e composti attivi per utilizzo medicinale. In sostanza non cambia niente.

SSIT: Se non cambia niente qual’è secondo lei la volontà politica dietro questo testo?
La volontà è quella di aver chiarito che, dal punto di vista officinale, la canapa Sativa L.  può essere utilizzata solo nei semi e derivati e rimarcare, per sicurezza, un concetto che non era scontato. 

SSIT: A quale concetto si riferisce?
Siccome la pianta officinale ha tre tipo di destinazioni d’uso: medicale, aromatico e da profumo, viene sottolineato che per quel che riguarda la parte medica l’utilizzo di foglie ed infiorescenze sono lecite previa autorizzazione di AIFA e quant’altro.

SSIT: I tanti negozi che vendono canapa light non lo fanno per uso umano, ma per un aleatorio «uso tecnico». Come impatto il Decreto sulla parte distributiva della filiera?
In alcun modo perché quando parla di cannabis, anche se intendesse cannabis Sativa L. è normale che chi volesse produrre foglie ed infiorescenze a fine medicale dovrebbe chiedere autorizzazione, esattamente come era prima. Da questo punto di vista si ribadisce che si apre la possibilità di coltivare canapa Sativa, sotto la legge 242, per fini medicali con clienti che saranno le aziende farmaceutiche. 

S
Soft Secrets