Ecco perchè legalizziamo
Intervista al viceministro uruguayano all'Educazione e Cultura
Intervista al viceministro uruguayano all'Educazione e Cultura
D. Qual e' l'obiettivo della regolamentazione del mercato della marijuana e il controllo dello Stato sulla distribuzione?
R. Il paradigma della "war on drugs" e' fallito a livello regionale e mondiale, portando all'effetto non desiderato di un aumento di violenza, riciclaggio e altri reati connessi. Crediamo che sia conveniente modificarlo in un altro in cui si ponga l'enfasi su prevenzione, articolazione con politiche di inclusione sociale e l'intervento diretto dello Stato per la separazione dei mercati delle droghe, integrando il tutto con una politica di riduzione dei danni.
Basandoci sulle ricerche scientifiche che dimostrano un minor rischio nel consumo di marijuana che non altre droghe, crediamo sia opportuno regolamentare il mercato nelle fasi di produzione, preparazione, distribuzione e consumo di cannabis. In questo modo e' possibile evitare la miscela di questa sostanza con altre che creano forte dipendenza o con impurezze che provocano maggiori rischi al consumatore. Inoltre, l'80% del denaro generato dal traffico di droghe corrisponde alla porzione di mercato della cannabis, per cui la sua separazione dal mercato delle droghe rappresenta un duro colpo al narcotraffico.
La regolamentazione del mercato di cannabis presuppone almeno cinque tipi di controllo: produzione, disponibilita', prodotti, fornitori e punti di vendita e controlli su acquirenti e consumatori finali.
D. Quale ruolo affida al ministero dell'Educazione rispetto all'implementazione delle politiche sulle droghe?
R. Il ministero dell'Educazione e Cultura, a cui appartiene la Junta Nacional de Drogas, dipende dalla segreteria della Presidenza della Repubblica, che include anche i vice-ministri di Esteri, Salute Pubblica, Interni, Svilppo Sociale, Industria ed Energia, Allevamento di Animali e Agricoltura, Difesa, Turismo e Sport. Questa integrazione multiministeriale stabilisce le premesse per l'elaborazione delle politiche dello Stato.
D. Crede che sia possibile che i mezzi che avete scelto si diffondano a breve termine anche negli altri Paesi della regione?
R. Le politiche nazionali sulle droghe e' bene che si colleghino con le relative politiche regionali. In un recente incontro organizzato dalla OEA (Organizzazione degli Stati Americani), e' stato possibile percepire l'attenzione con cui le delegazioni latinoamericane ascoltavano le nostre relazioni.
D. Come i media hanno affrontato il progetto di legge presentato dal Governo e come in generale gli stessi trattano le tematiche collegate alle droghe?
R. I mezzi di comunicazione non hanno collaborato in modo sufficiente per spiegare il contenuto del progetto di legge. In generale si legge di temi relazionati alle droghe come se fossero una "cronaca rosa", non favorendo una collegamento con i motivi che generano le condizioni per cui questo fenomeno acuisce e favorisce la frammentazione sociale.
D. Che aspettative ha in attesa della IV Conferencia Latinoamericana sobre Políticas de Drogas che si terra' il prossimo 5 e 6 dicembre a Bogota', e su quanto verra' detto in questa occasione?
R. Le conferenze che rappresentano i popoli e i governi latinoamericani devono essere in grado di elaborare processi ed azioni convergenti. Prendendo in considerazione l'aspettativa e la ripercussione delle nuove politiche del governo uruguayano su tutta la regione e anche a livello globale, il mio intervento vertera' sui motivi e i dettagli della stessa, cosi' su come sara' la sua applicazione.
(intervista di Oscar Gomez del 20/11/2012, pubblicata su Intercambios)
Fonte: www.droghe.aduc.it