Ce lo chiede (anche) l'Europa
Buone notizie per la cannabis medica nel mondo: dopo il via libera dell'Organizzazione Mondiale della Sanità sul CBD, anche l'Unione Europea ha voluto dire la sua sulle proprietà mediche della cannabis. In una risoluzione adottata lo scorso 13 febbraio il Parlamento europeo ha chiesto ufficialmente agli Stati membri di rafforzare la ricerca sulla cannabis medica e di sfruttare il potenziale dei farmaci a base di cannabis.di Giovanna Dark
Nella risoluzione, di tipo non legislativo e quindi non vimcolante, si invitano prima di tutto la Commissione e le autorità nazionali ad operare una chiara distinzione tra l'uso medico e gli altri usi della cannabis. La Commissione e i 28 Stati membri sono inoltre esortati ad affrontare gli ostacoli normativi, finanziari e culturali che gravano sulla ricerca scientifica, finanziandola adeguatamente e promuovendo una maggiore conoscenza della cannabis medica tra i professionisti del settore medico. Anche l'UE dovrebbe impegnarsi maggiormente nella ricerca e stimolare l'innovazione per quanto riguarda i progetti sulla cannabis terapeutica.
I deputati chiedono poi agli Stati membri di permettere ai medici di usare il loro giudizio professionale nel prescrivere farmaci a base di cannabis e, nel momento in cui si provano essere efficaci, questi farmaci devono essere coperti da regimi di assicurazione sanitaria, allo stesso modo di altri tipi di farmaci. Stando a quanto riportato nella risoluzione, gli europarlamentari sono convinti che la regolamentazione dei farmaci a base di cannabis si tradurrebbe in entrate supplementari per le autorità pubbliche, limiterebbe il mercato nero e garantirebbe la qualità e un'etichettatura accurata, limitando allo stesso tempo l'accesso ai minori.
Secondo i deputati, vi sono infatti prove incontrovertibili che la cannabis e i suoi cannabinoidi - nessuna menzione speciale per il CBD stavolta - possono essere efficaci nel trattamento di una serie di malattie croniche e di altre disfunzioni. Nella risoluzione viene indicatoato ad esempio il fatto che la cannabis abbia riscontri positivi nell'aumentare l'appetito e nel diminuire la perdita di peso associata all'HIV. Per gli eurodeputati la cannabis medica può anche: alleviare i sintomi di disturbi mentali come la psicosi o la sindrome di Tourette e i sintomi dell'epilessia; aiutare ad alleviare i sintomi dell'Alzheimer, l'artrite, l'asma, il cancro, il morbo di Crohn e il glaucoma; contribuire a ridurre il rischio di obesità e diabete e ad alleviare il dolore mestruale.
In cosa si tradurrà questa direttiva europea ancora non ci è dato sapere. È certamente positivo il fatto che l'Unione Europea voglia impegnarsi per rendere più accessibile la prescrizione e la somministrazione di cannabis. Un po' meno lo è constatare che, per l'ennesima volta, la possibilità di auto-coltivazione da parte dei pazienti non è nemmeno lontanamente considerata e che la cannabis viene in realtà ancora trattata come una sostanza pericolosa, da controllare strettamente ed istituzionalizzare. Possibilmente facendoci il più lauto guadagno possibile. Ma è davvero questo il futuro che vogliamo per la nostra amata pianta?
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