Cannabis q.b.
Medical Cannabis
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Quest’anno ho visitato la fiera nazionale della canapa Indica Sativa Trade, a Bologna tra il 5 e il 7 giugno, proprio l’ultimo giorno, notando felicemente come l’afflusso di gente fosse abbastanza copioso. La giornata si può dire sia iniziata solo dopo di un bel caffè nello stand di Soft Secrets, che sicuramente è riuscita a ricreare l’atmosfera olandese sul suolo italiano. Poi via tra le installazioni di semi, lampade, aspiratori, e tutti i prodotti di cui la nostra rivista è portavoce.
Oltre all’entusiasmo nel vedere un intero settore che riguarda economia, ambiente, salute e società, stare in piedi con le proprie gambe a livelli molto professionali, nonostante le leggi avverse, è sicuramente stata un’occasione per rivedere gli amici tra gli attivisti antiproibizionisti e fare un po' il punto della situazione. Presenziavano, infatti, anche varie associazioni, tra cui la neonata C.I.P. (Canapa Info Point), Free Weed, e son scappate due chiacchiere, qualche ragionamento, e non solo, con i soci dell’A.S.C.I.A. (Associazione Sensibilizzazione Canapa Autoprodotta in Italia) e i Pazienti Impazienti Cannabis (P.I.C.).
La programmazione prevedeva pure diversi eventi, tra dibattiti, conferenze e workshop. Nella sala conferenze si è parlato di “Canapa medica: Sistema Endocannabinoide e applicazioni”, in un dibattito coordinato dal nostro Fabrizio Dentini, e che ha visto anche la partecipazione del dottore Francesco Crestani, dell’Associazione Cannabis Terapeutica.
A seguire, c’è stata la video conferenza dagli Stati Uniti con il Dr. Grinspoon, intervistato dal nostro Enrico Fletzer e organizzata dai P.I.C., nell’ambito di un dibattito su “Applicazioni, dosaggi, effetti e rapporto con i pazienti”. Lester Grinspoon è professore emerito all’Università di Harvard (USA), autore del famoso libro Marijuana reconsidered, ed è stato chiamato in causa come massimo esperto mondiale, per dar manforte ai pazienti italiani.
In Toscana, la Regione italiana più all’avanguardia nella cure con l'ausilio di cannanbinoidi, se così di può dire, per esempio, succede che i pazienti ricevano il rifiuto senza motivo nel provare ad accedere alla terapia nell’ambito pubblico. I pochi che riescono a avere al cannabis si ritrovano, tra l’altro, con una prescrizione a dir poco ridicola. La ricetta standard è stata negli ultimi tempi di 20/30 milligrammi al giorno (0.02 - 0.03 grammi), nemmeno un grammo al mese, circa 7-11 grammi all’anno. La quantità giornaliera consentita a un Rasta, in un anno! Essendo quella Rastafari la giusta via, si può dire che il sistema sanitario sia ancora lungi dallo svampirizzarsi.
Succede quindi che solo in pochi sentano i benefici della terapia, con il rischio che il rimedio passi per inefficiente. Anche perché la posologia d’assunzione standard adottata in Toscana è quella della semplice infusione in acqua dopo la bollitura, nemmeno lasciando sobbollire per diversi minuti l’erba. Amo e stimo il tè alla cannabis, di cui scrissi poco tempo fa, ma in acqua la ganja rilascia pochi cannabinoidi e in quelle quantità non è sicuramente adatta a curare i sintomi di chi non ha risposto a altre terapie allopatiche. Tra l’altro, non esiste documentazione scientifica che parli di così modiche quantità (generalmente nell’infusione la posologia è di un grammo/litro).
Il Dottor Grinspoon è stato quindi molto bravo nel fare un pò di chiarezza. Ha voluto così sottolineare come nell’uso medico siano ben indicate le piante con molto CBD, pur ribadendo di non scordarsi di quanto il THC possa essere importante per il morale del paziente, in quanto antidepressivo nella malattia. Circa i dosaggi e i metodi di assunzione, Grinspoon ha posto l’accento sull’importanza dell’autotrattamento, affermando che bisogna consentire al paziente di coltivare le varietà di cannabis più adatte alle proprie esigenze.
Dall’America ci ha poi suggerito come l’unica maniera possibile per capire quale sia l’erba e il dosaggio giusto sia quella di rollare uno spinello di ganja (intendeva pura, ovviamente) o d’inalare con il vaporizzatore, facendo un tiro e aspettando qualche minuto. Se i sintomi del malanno non passano, ha suggerito, bisogna fare un altro tiro, e così via, fino all’estinzione del problema. In questo modo il paziente capisce chiaramente quale sia l’erba appropriata e quanta deve assumerne. Senza tanti grattacapi accademici, come succede in Italia, in quattro parole il dottore verde ha risolto il problema dei dosaggio con il buon senso.
Grinspoon mi ha impressionato per il linguaggio molto comprensibile utilizzato e mi ha pure meravigliato quando – un professore come lui, proveniente da una delle più prestigiose università del mondo – ha voluto evidenziare, circa l’assunzione con lo spinello, come gli elementi aria e fuoco nell’atto d’inspirare la canna siano parte della terapia. Sembrava di sentire qualche fratello Rastafari della Giamaica parlare dei propri strumenti in cocco (elemento legno) come il Chalice, o in bambù, riempiti d’acqua come filtro, per fumare la ganja (elementi aria e fuoco). A quel punto, mi è quindi venuto da pensare che finalmente hanno vinto gli sciamani e che ne vedremo delle belle. Il dado è tratto.