Autoproduzione a gogo
Sempre più persone sono attratte dal mondo dell'autoproduzione. Soprattutto oggi con la scarsa ma soprattutto confusa informazione e la crescente perdita di potere d'acquisto, l'autoproduzione diviene sia un metodo di approvvigionamento di beni sia l'occasione di controllare passo a passo la produzione divenendo garanti di qualità. Quando si tratta di cibo la differenza è sempre notevole: il classico pomodoro da supermercato comparato col pomodoro dell'orto.
Sempre più persone sono attratte dal mondo dell'autoproduzione. Soprattutto oggi con la scarsa ma soprattutto confusa informazione e la crescente perdita di potere d'acquisto, l'autoproduzione diviene sia un metodo di approvvigionamento di beni sia l'occasione di controllare passo a passo la produzione divenendo garanti di qualità. Quando si tratta di cibo la differenza è sempre notevole: il classico pomodoro da supermercato comparato col pomodoro dell'orto.
Sempre più persone sono attratte dal mondo dell'autoproduzione. Soprattutto oggi con la scarsa ma soprattutto confusa informazione e la crescente perdita di potere d'acquisto, l'autoproduzione diviene sia un metodo di approvvigionamento di beni sia l'occasione di controllare passo a passo la produzione divenendo garanti di qualità. Quando si tratta di cibo la differenza è sempre notevole: il classico pomodoro da supermercato comparato col pomodoro dell'orto.
Così anche i consumatori di canapa hanno cominciato a farsi delle domande e a trovare molto molto bassa la qualità in giro. Non è una notizia nuova, le grandi città sono invase di panetta bassa, panetta alta, panetta nera, panetta col timbro e via dicendo in una sequela di fantasiosi prodotti lontani anni luce dal prodotto originale di cui vanno millantando le medesime caratteristiche. Non oso immaginare nei paesi delle province più remote... Mi sale il terrore a pensarci. Basterebbe farsi un giro in Marocco o in India per rendersi conto di cosa sia un vero estratto di canapa senza tagli di nessun tipo. Spesso il primo tiro non da mal di testa, ne lascia sgradevoli odori in bocca, la nausea non si presenta e la gola è tranquilla e senza bruciori. Se ancora queste differenze non vi sono balzate agli occhi, allora evitate di leggere questo articolo sull'autoproduzione perché perdereste tempo: continuate a farvi rifilare delle sòle.
Quando poi un coltivatore alle prime armi arriva al suo prodotto secco e preparato ad esser consumato, si trova di fronte alla nuda e cruda semplicità della natura, senza elaborazioni artificiali, con tutta la sua qualità superiore.
Mi ricordo tante persone che, ringraziandomi di cuore per avergli aperto gli occhi, mi hanno giurato di non tornare più a consumare schifezze commerciali. Credo sia normale, dopo aver assaggiato la genuinità non si può tornare indietro alla pattumiera.
Quando però arringo un appassionato alle prime armi, mi capita spesso la domanda classica "come faccio a farmi il fumo da solo"? Chiaramente dopo aver fumato un Ice-o-Lator 90-73 o un battuto secco o una charas da indoor essiccata, anche io vorrei poter coltivare ed estrarre come piace a me. Purtroppo però la risposta è sempre negativa, certi prodotti esistono solo perchè sono sottoprodotti della fioritura, quindi recuperati dagli scarti. Non bisogna dimenticare l'illegalità della coltivazione e il costo che può assumere in questi termini una fioritura: troppo spesso un consumatore preferisce la quantità dei fiori rispetto alla poca quantità di estrazione ottenibile. In realtà è possibile anche farsi la charas indoor, basta utilizzare le medesime tre dita per tenere le cime quando le si puliscono e dopo un'oretta avremo tre polpastrelli dal giallino al nero passando per il marrone hashish. Ovviamente va fatta seccare perché conterrà sicuramente residui d'acqua e non è questo un bene per la nostra fumata.
Anche il battuto secco è fattibile in casa, battendo le foglie resinose (chiamate trim) tagliate durante la pulizia (o manicure). E anche l'Ice-o-Lator in casa si può fare, sempre però avendo cura di aggiungere un 5 o 10% di cime al nostro trim, per dargli forza. Per il motivo già detto sopra, può essere fortemente sconveniente fare estrazioni in casa da autoproduzioni, sia per le quantità in gioco sia perché il costo rischia di divenire proibitivo. Nessuno vieta di gettare interi raccolti in una lavatrice per Ice-o-Lator, i migliori prodotti che ho fumato in vita mia venivano tutti da estrazioni da cime ma sono casi rarissimi rispetto alla grande quantità di prodotti estratti da scarti che ho provato.
Qualche estrattore anni fa mi diceva "i migliori prodotti si ottengono dal trim e non dai fiori, per come è conformato il materiale". Personalmente fumerei solo Ice-o-Lator ma non ho mai avuto un intero raccolto disponibile per poter estrarre liberamente in più, da dove vengo io, l'erba è sempre stata un prodotto carissimo e quindi tutti noi coltivatori preferivamo tenere un prodotto già di alta qualità che andare ad estrarre per averne di ottimo ma in scarsissima quantità.
Un'altra domanda che mi viene posta spesso è la seguente "ma mi esce fuori un prodotto buono? Che prodotti devo usare?". Rispondendo a questa domanda si apre un discorso di ore ed ore. Innanzitutto consiglio sempre di tenere la bocca chiusa e di consumare il maggiori numero di prodotti diversi affinché ci si crei il palato. Perché sul buono c'è sempre da discutere. Nella mia vita ho visto e continuo a veder elogiare prodotti pacco e premiare schifezze dozzinali (storie di ordinaria amministrazione).
Sui prodotti da utilizzare per una fioritura saporita non ho molto da dire, sicuramente chi coltiva da anni avrà già notato un certo retrogusto tipico di certi fertilizzanti (il guano ad esempio). La mia maniera di vedere la coltivazione è molto semplice: premio ciò che la genetica ha da darmi, senza aspettarmi di dover fare interventi da chirurgo sulle mie piante. Niente serie di 10 prodotti, io sono per imitare la natura e far crescere le piante nelle migliori condizioni che potrebbero incontrare in natura: nulla di aggiunto oltre a quello che troverebbe mediamente nella normalità di un bosco. Prima di comprare un fertilizzante, consiglio sempre di leggere l'etichetta e di informarsi sul contenuto: domandate al vostro growshopper di fiducia e se non sa rispondervi cambiate negozio.
Capita di trovare prodotti con lo stesso contenuto di nutrienti a prezzo diversissimo o ancora capita di voler seguire le indicazioni di un produttore e ritrovarsi ad aver comprato lo stesso prodotto in diluizioni diverse. Solo l'esperienza potrà chiarire tutti i dubbi che in un manuale riempirebbero le prime mille pagine ed oltre.
La cosa importante è l'esperienza, che si può acquisire solo praticando, ed ovviamente una buona dose di criticità verso qualsiasi storiella sentita in giro, perché stiamo parlando di coltivazione e tutto (quasi tutto) è spiegabile con la chimica e la fisica.
L'autoproduzione è un approccio in tanti campi, ad esempio avete mai paragonato una birra artigianale a una lattina del discount? Tutto ciò che è artigianale comporta dei sacrifici ma quando si assaggiano i frutti del proprio impegno ci si sente soddisfatti il doppio. Buone autoproduzioni a tutti!