Canapa, cannabis ed enzimi - Le prime analisi sul DNA

Soft Secrets
28 May 2018

La canapa è una coltura antica, già documentata millenni fa in Cina. Addirittura una leggenda narra che tracce siano state rinvenute, sotto forma di semi, anche sulla tomba del re Salomone vissuto circa mille anni prima dell'era moderna (cioè 3000 anni fa!). Al giorno d'oggi l'umanità ancora ne sfrutta le tante e diverse risorse offerte, dai semi ad uso alimentare col loro olio ricco in acidi grassi essenziali, alla fibra e alla cellulosa, alle proprietà terapeutiche della sua resina ricca in cannabinoidi, alla sua azione fitodepurante per i suoli inquinati da metalli pesanti, per non dimenticare l'alto apporto in biomassa e via dicendo con un lungo elenco che potrebbe potenzialmente riempire tutta la pagina.


Quasi ovunque è una coltura diffusa, sia in campo aperto come canapa, sia nel mercato nero come cannabis: ma la differenza è solo nel livello di sostanze psicoattive espresse nella resina. Il THC (sigla con cui è conosciuto il delta-9-tetraidrocannabinolo) è la più importante di queste sostanze psicoattive ed è presente nella canapa illegale, mentre è assente o presente in tracce minori (per cui non ha spiccata attività psicoattiva) nella canapa legale. Ma si tratta della stessa pianta, tanto che è incrociabile e da origine a prole fertile. La presenza di sostanze psicoattive non ha nessuna influenza nella morfologia delle piante coltivate, il dubbio nasce però quando si devono distinguere le due tipologie.

Sia essa una curiosità personale o una perizia legale, bisogna poterle distinguere. D'altronde la canapa è coltivata diffusamente e sempre più in tutto il pianeta, mentre la cannabis è illegale nella maggioranza degli stati al mondo. Se proprio vogliamo, vi sarebbero delle piccole differenze anche nel tipo di pianta in quanto la canapa è più rustica rispetto alla cannabis, che è stata selezionata in ambienti indoor quindi ha perso parte della sua famosa adattabilità. In qualche nazione la legge permette genericamente la coltivazione della canapa purché non esprima più di un tot di THC nelle infiorescenze secche. Ad esempio in Italia si è perseguiti quando il limite di 0,6% di THC è superato.

Al di sotto si tratta di canapa legale (come lo è sempre stato). Le metodologie di analisi sono la gascromatografia e la HPLC, sigla della cromatografia liquida ad alta pressione. Sono due metodi di analisi precisi ma con un margine di errore importante, che fa si che si possa dar luogo a risultati falsi negativi o a una confusione nella misura per via della difficoltà di separare i singoli cannabinoidi durante l'analisi. Si tenga conto che queste analisi possono dare risultati diversi anche a seconda dell'età del campione prelevato, in quanto il THC va incontro a fenomeni di degradazione e comunque non è sempre espresso nella medesima quantità sulla pianta: una infiorescenza meglio esposta alla luce solare avrà un contenuto differente di THC rispetto ad una infiorescenza bassa e all'ombra. La chiave per meglio poter distinguere le varietà di canapa sembra essere la presenza o l'assenza di un enzima deputato a sintetizzare il precursore del THC. Il precursore del THC si chiama THCA, ed è l'acido tetraidrocannabinolico, mentre l'enzima è il THCA-sintetasi, che appunto permette la sintesi del THCA a partire dal CBGA, l'acido cannabigerolico.

Andando ad analizzare il DNA delle piante interessate, si può stabilire se sono piante di canapa industriale o piante atte a sviluppare THC, osservando se sono omozigoti recessive o se hanno almeno un gene (o entrambi) dominante per la produzione dell'enzima THCA-sintetasi. Quindi se la pianta dimostra nel suo DNA di avere la capacità di produrre THCA-sintetasi, potremo assumere che avrà un contenuto di THC superiore alla soglia minima dello 0,3%. In un futuro saranno disponibili analisi di questo tipo a basso costo e per tutti, di modo da poter sapere con anticipo delle caratteristiche genotipiche interessanti e poter di conseguenza prevedere il raccolto.

Inoltre sono già disponibili analisi sul patrimonio genetico delle piante in grado di dirci molto sulle caratteristiche dello strain analizzato, ma per ora si trovano solo negli Stati Uniti d'America e non hanno ancora dei costi accessibili a tutti. A poco a poco, se la situazione legale ce lo permetterà, si sistemeranno le cose e avremo finalmente anche noi in Europa accesso a questo tipo di analisi. Poi ovviamente tutto sta nella mano del coltivatore, perché ad un'analisi può anche risultare un gran potenziale, ma sarà il prodotto finito a venir giudicato. Buone fioriture a tutti! di CBG

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