Se l'Italia pensa a legalizzare

Exitable
20 May 2015

Dall'intergruppo alla legge il salto è enorme ma è comunque un primo passo


Dall'intergruppo alla legge il salto è enorme ma è comunque un primo passo

Come accennato nella copertina di questo numero, un gruppo eterogeneo di senatori e parlamentari italiani ha sottoscritto il proprio impegno ad incontrarsi regolarmente per discutere e redigere un testo che porti alla legalizzazione della cannabis. La prima riunione si è tenuta lo scorso 26 marzo e ad oggi sono circa un centinaio i politici che hanno appoggiato l'iniziativa autonoma del senatore ed attuale sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova. Saranno i soliti proclami o davvero c'è del margine per poter sperare in una futura liberazione, regolamentazione e commercializzazione della cannabis in Italia? Proviamo a capirlo insieme. 

“Caro collega, cara collega, ti invito a iscriverti e a partecipare all'Intergruppo parlamentare per la legalizzazione e la depenalizzazione della marijuana. Firmato: Benedetto Della Vedova". Questo lo scarno testo che i 951 deputati della Repubblica italiana si sono ritrovati nella casella inbox lo scorso 9 marzo. Un invito decisamente informale, quasi asettico, per formare un gruppo di discussione volto alla stesura di una legge che finalmente liberalizzi la canapa in tutti i suoi usi, ludico compreso. Solita fuffa? Può darsi.

Non è certo un fulmine a ciel sereno: anche se non in modo prorompente, la cannabis è entrata nell'agenda del Governo Renzi grazie alla dichiarata incostituzionalità della Fini-Giovanardi e la conseguente nuova rielaborazione della precedente legge sulle droghe; e grazie poi alla volontà del Ministero della Salute di far produrre il supposto fabbisogno di marijuana medica in proprio e con l'ausilio dei militari dell'Istituto Chimico Farmaceutico di Firenze.

Eppure, per il senatore recentemente fuoriuscito dalla Scelta Civica di Mario Monti c'è ancora molto da fare. «Sono convinto – ha spiegato all'agenzia Dire Benedetto Della Vedova – che ormai sulla cannabis il tema non sia più “se”, ma “quando” si arriverà alla legalizzazione. In decenni e decenni di war on drugs siamo stati abituati a pensare che questo fosse un destino inevitabile. Bisogna invece prendere atto a livello politico che la direzione è quella della legalizzazione della cannabis: i Paesi che si muoveranno per primi saranno quelli che godranno prima, nell’analisi costi-benefici, dei vantaggi che la legalizzazione consente, resi evidenti dalle esperienze che ci sono già nel mondo occidentale».

Quella di Della Vedova non è stata certo un'epifania, né una folgorazione sulla via di Damasco. L'ex Scelta Civica è stato infatti anche ex Radicali e nel lontano 1995 fu arrestato assieme a Marco Pannella e Rita Bernardini per la famosa distribuzione pubblica di hashish e marijuana di fronte a Montecitorio. Da li ha maturato le sue convinzioni antiproibizioniste che, scopriamo con piacere, non lo hanno abbandonato nemmeno dopo i vari cambi di bandiera che lo hanno mantenuto tra Montecitorio e Palazzo Madama negli ultimi 20 anni. Più forti paiono però le sue idee liberali e il fatto che, tra i motivi fondanti di questa scelta, il senatore abbia evidenziato soprattutto il potenziale economico, la dice lunga sulla piega che il testo potrebbe prendere. Ad esempio non considerando l'autocoltivazione come alternativa plausibile nel percorso di legalizzazione.

Fatto sta che quella dell'Intergruppo, che avrà un suo coordinatore e un organo di coordinamento, pare comunque rappresentare una scelta vincente, essendo lo strumento istituzionale ideale per togliere tutti gli elementi “partisan” alla proposta. Un intergruppo parlamentare è infatti un organismo associativo spontaneo costituito su base volontaria da parlamentari appartenenti a gruppi parlamentari diversi, o persino appartenenti ai due rami dell’Assemblea, per sviluppare iniziative, studi o attività su una tematica di comune interesse. Mentre i Gruppi parlamentari sono organi necessari e disciplinati espressamente dai Regolamenti di Camera e Senato, l’intergruppo è invece un soggetto spontaneo ed informale che ha comunque facoltà di presentare proposte o disegni di legge.

Questa la lista dei 102 parlamentari che ad oggi hanno dato la loro disponibilità a lavorare nell'Intergruppo:

55 parlamentari del Partito democratico: Agostini Roberta, Albanella Luisella, Beni Paolo, Amato Maria, Amoddio Sofia, Argentin Ileana, Bruno Bossio Vincenza, Capozzolo Sabrina, Carella Renzo, Carloni Anna Maria, Carra Marco, Cenni Susanna, Civati Pippo, Cominelli Miriam, D’Ottavio Umberto, Della Zuanna Gianpiero, Fabbri Camilla, Fabbri Marilena, Fassina Stefano, Fossati Filippo, Galli Carlo, Gandolfi Paolo, Giachetti Roberto, Giacobbe Anna, Giuliani Fabrizia, Gnecchi Luisa, Gribaudo Chiara, Guerini Giuseppe, Impegno Leonardo, La Forgia Francesco, Lo Giudice Sergio, Malpezzi Simona, Manconi Luigi, Maran Alessandro, Marchetti Marco, Mattesini Donella, Mattiello Davide, Micheloni Claudio, Minnucci Emiliano, Pagani Alberto, Pastorino Luca, Petrini Paolo, Pini Giuditta, Rampi Roberto, Realacci Ermete, Ricchiuti Lucrezia, Sani Luca, Schirò Gea, Sgambato Camilla, Stumpo Nico, Tentori Veronica, Terrosi Alessandra, Tidei Marietta, Tullo Mario, Ventricelli Liliana.

25 parlamentari di Sinistra Ecologia e Libertà: Airaudo Giorgio, Bordo Franco, Costantino Celeste, Duranti Donatella, Farina Daniele, Ferrara Francesco, Frantoianni Nicola, Giordano Giancarlo, Kronbichler Florian, Marcon Giulio, Matarrelli Toni, Melilla Gianni, Nicchi Marisa, Paglia Giovanni, Palazzotto Erasmo, Pannarale Annalisa, Pellegrino Serena, Petraglia Alessia, Piras Michele, Placido Antonio, Quaranta Stefano, Ricciatti Lara, Sannicandro Arcangelo, Zaccagnini Adriano, Zaratti Filiberto.

9 parlamentari del Movimento 5 Stelle: Airola Alberto, Bernini Paolo, Cioffi Andrea, Cotti Roberto, De Rosa Felice, Donno Daniela, Ferraresi Vittorio, Nungnes Paola, Taverna Paola.

9 del gruppo misto: Di Lello Michele, Iannuzzi Cristian, Locatelli Pia, Margiotta Salvatore, Romani Maurizio, Baldassarre Marco, Bechis Eleonora, Turco Tancredi e lo stesso Della Vedova.

Ed infine Martino Antonio di Forza Italia, Vecchio Andrea di Scelta Civica, Battista Lorenzo del gruppo Autonomie e D'Anna Vincenzo di Grandi Autonomie e Libertà.

Non si registra nessuno tra alfaniani e centristi, a dimostrazione di come ancora una volta il tema delle libertà civili ed individuali divida profondamente la maggioranza del governissimo Renzi. Ma quella che, ahi noi, dovrebbe essere la rappresentanza istituzionale “di sinistra” c'è tutta, c'è l'interesse dei gruppi misti e tra le file del centrodestra si segnalano Martino e D'Anna – che, a mio personalissimo avviso, non si capisce bene se debbano agire da infiltrati e riferire al partito, o siano semplicemente spinti dalla curiosità sul potenziale business.

Pochi, a dire il vero, quelli del Movimento 5 Stelle. C'è già un disegno di legge a loro nome che prende polvere a Montecitorio, in cui si prevede la possibilità di coltivare fino a 4 piante mediante una semplice comunicazione tramite raccomandata e allo stesso tempo si fissa un massimo di detenzione in privato domicilio a 15 grammi lordi (lordi?!?). I grillini. pardon!, i pentastellati si sa, sono un po' confusi. In generale. Se non si contano i fuoriusciti o i defenestrati confluiti nel Gruppo misto, sono solo 9 gli eletti del Movimento che hanno aderito alla proposta di Della Vedova. Chissà cosa ne pensa “la rete”...

Questa allegra e allargata compagine di parlamentari che chiacchiera di cannabis non vuole comunque dire che sia arrivata la volta buona per l’approvazione di una legge sulla legalizzazione della cannabis. È però un primo passo di un percorso che non sappiamo ancora quanto sarà lungo e se sarà fruttuoso. L’ex radicale Benedetto Della Vedova non ha fatto altro che prendersi l’onere di coordinare e «ha proposto – ricostruisce il Pd Giuseppe Civati – un percorso (molto condivisibile) di questo tipo: impegno per la sinossi e la condivisione dei testi, poi un convegno politico-scientifico qui alla Camera, a seguire una manifestazione pubblica e finalmente un testo condiviso su cui lavorare e da mettere alla prova delle Camere». «Il trasversalismo buono speriamo dia i suoi frutti», continua Civati speranzoso sul suo blog.

Ad oggi l'Intergruppo si è riunito solo in due occasioni che però, come ha commentato il senatore Della Vedova «hanno confermato una volontà trasversale in Parlamento per arrivare a un ddl unitario». Il trasversale piace... Tra presentare un disegno di legge e fare una legge vera e propria ce ne passa, certo, ma pare che in queste due riunioni si sia già cominciato a sgrossare il percorso di ricognizione dal punto di vista scientifico, economico e giuridico, tenendo in considerazione tutte le principali esperienze, a cominciare dalle più innovative, in Europa e negli Stati Uniti.

In Italia però i tempi della politica sono dilatati, riflessivi, eccessivamente indolenti. Giusto per far capire come sta funzionando l'iniziativa segnaliamo che al momento in cui scriviamo –metà aprile –il sito dedicato all’iniziativa, cannabislegale.org è ancora in fase di costruzione. Il tema non è infatti esplicitamente nell’agenda di governo, e sebbene i democratici impegnati siano soprattutto della minoranza, bisogna notare che tra i fedelissimi del premier Matteo Renzi si sono registrate aperture di peso.

Anche dalla base arrivano segnali forti, come quello dei giovani del Pd fiorentino che recentemente hanno pubblicato un video in cui chiedono all'illustre concittadino ed ex sindaco di prendere seriamente in considerazione l'argomento. “Vuoi continuare a regalare 10 miliardi di euro alle mafie e spenderne altri 2 in inutili politiche proibizioniste – chiedono i ragazzi fiorentini nel video – legalizzarla conviene! Matteo #fallagirare!”.

Addirittura la Direzione Nazionale Antimafia reclama con urgenza la revisione delle leggi che puniscono l’uso di droghe leggere e nella sua relazione alle Camere dello scorso febbraio ha scritto: “Davanti a questo quadro, che evidenzia l’oggettiva inadeguatezza di ogni sforzo repressivo, spetterà al legislatore valutare se, in un contesto di più ampio respiro [...] sia opportuna una depenalizzazione della materia”. Dunque anche l'Antimafia, sottolineando che il quantitativo sequestrato “è di almeno 10/20 volte inferiore a quello consumato” e con “un mercato che vende, approssimativamente, fra 1,5 e 3 milioni di Kg all’anno di marijuana”, ha chiesto alla politica di depenalizzare la cannabis. I dati presentati dal pool di magistrati guidato da Franco Roberti e dalla presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi sono sconvolgenti ma parlano chiaro: l'azione repressiva in Italia non ha assolutamente fermato né diminuito il consumo di cannabis.

Insomma anche tra le sgangherate fila della politica italiana sono finalmente arrivati a pensare che è ora di dire basta al degrado, e a chi pensa di poter speculare su un prodotto che in molti Stati è già legale. Finalmente hanno capito che la legalizzazione potrebbe avere delle esternalità più positive che negative, sia in termini economici che sociali che di ordine pubblico. Le voci che chiedono erba libera si assommano di giorno in giorno e cominciano a provenire anche da istituzioni e personaggi che fino a poco fa sostenevano in modo convinto il proibizionismo. I tempi sono dunque maturi, sperare che lo sia anche la nostra politica è un esercizio di fede. Beato chi è in grado farlo.

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