Una giornata con Triston Palma
Prima di raccontarvi la mia avventura mi sembra corretto presentarmi, visto che sono nuovo da queste parti. Alcuni di voi forse già mi conoscono a causa della mia professione di musicista, mi chiamo Babaman alias Uragano e sono un cantante reggae italiano con tredici album all’attivo.
Prima di raccontarvi la mia avventura mi sembra corretto presentarmi, visto che sono nuovo da queste parti. Alcuni di voi forse già mi conoscono a causa della mia professione di musicista, mi chiamo Babaman alias Uragano e sono un cantante reggae italiano con tredici album all’attivo.
Prima di raccontarvi la mia avventura mi sembra corretto presentarmi, visto che sono nuovo da queste parti. Alcuni di voi forse già mi conoscono a causa della mia professione di musicista, mi chiamo Babaman alias Uragano e sono un cantante reggae italiano con tredici album all’attivo.
Sono antiproibizionista e grande estimatore della cannabis per il suo uso ludico e terapeutico, musica e parole sono le uniche armi che uso nelle mie battaglie. Vi racconterò qualche mia avventura a mio avviso interessante, al fine di condividere esperienze positive con voi.
In questo mio primo articolo vorrei narrarvi la giornata passata a Kingston in compagnia di Triston Palma detto anche Tristan Palmer alias Mr. Joker Smoker, un cantante reggae giamaicano della vecchia scuola protagonista di tunes indimenticabili tra cui la pietra miliare “Joker Smoker”.
Nella celebre canzone l’artista si lamenta del fatto che chiunque lo incontri abbia sempre bisogno di un aiuto materiale per riuscire a fare un joint. In pratica il “Joker Smoker” descritto da Triston Palma è quello che in Italia chiamiamo “scroccone”.
Era la mia prima volta a Kingston ed ero alloggiato in un ostello con studio recording adiacente, quest’ultimo gestito da amici italiani. Mi avevano già avvisato che nello studio spesso passavano a registrare artisti di grosso calibro ma da italiano alla prima esperienza giamaicana non mi sarei mai aspettato quello che sto per raccontarvi.
Era mattina, ed io sorseggiavo il mio caffè seduto in veranda gustandomi il sole caraibico.
Il silenzio venne improvvisamente interrotto da un grosso fuoristrada con vetri scuri e musica a tutto volume che si fermava proprio davanti all’ostello. A quel punto con mio grande stupore vidi Mr.Palma scendere dal mezzo per entrare nell’ostello. Ero così sorpreso da non riuscire a smettere di guardare il famoso cantante, infatti, dopo qualche secondo che lo fissavo, il signor Palma mi mandò un’occhiataccia facendomi capire che stavo esagerando.
L’amico italiano che gestiva lo studio gli andò incontro e dopo averlo salutato mi presentò a Triston come un “collega italiano molto famoso”. Palma sembrò apprezzare la cosa, mi prese in simpatia e iniziammo a parlare allegramente di musica finché non mi chiese di visitare il suo studio. Saltai nel fuoristrada e visto che lo stavano facendo anche loro, mi accesi il mio primo spliff della giornata, godendomi il sound prodotto dallo stereo dell’auto.
Palma vedendomi compiaciuto girò con un colpo secco la manopola del basso e contemporaneamente si voltò guardandomi con un ghigno malefico stampato sulla faccia, in quel momento il basso diventò così potente che mi fece sollevare dallo schienale del sedile di dieci centimetri, spingendomi in avanti. La sua espressione sembrò volermi dire: “Hai capito come funziona qui italiano?”. Come un film.
Arrivati allo studio Mr.Palma mi invitò ad accomodarmi. Il lussuoso studio su due piani era curato nei minimi particolari, un ufficio e un mini bar al piano di sotto e lo studio recording con sala d’aspetto antistante al piano di sopra. Sulle pareti si potevano ammirare dipinti a sfondo tipicamente rasta, bandiere e un bellissimo ritratto di Sua Maestà Hailè Selassie Jah Rastafari nella parte interna del portone.
Triston si sedette alla postazione di comando e cominciò a farmi ascoltare alcuni giovani talenti che lui stesso stava producendo, chiedendomi un parere personale. Ero lusingato dal fatto che uno storico cantante reggae di fama mondiale mi dimostrasse stima e rispetto chiedendomi un parere su dei brani ancora inediti. Una delle tante indimenticabili lezioni di stile, di umiltà e di vita che ricevetti in Giamaica.
Il ragazzino che è in me rimase un po’ stranito però, quando mi venne detto che per fumare sarei dovuto scendere al piano di sotto. In studio vigeva il divieto di fumo, cosa comune negli studi di registrazione ma da Mr. Joker Smoker mi aspettavo un’eccezione.
Da quello che mi è parso di capire Triston Palma in questi ultimi anni si sta dedicando più alla scoperta di nuovi talenti e alla produzione di essi, anche se non mi sorprenderebbe un’improvvisa uscita con un suo pezzo da primo posto in classifica, come sempre più spesso accade con i cantanti old school della scena reggae e dancehall giamaicana. Inutile dirvi che i brani che ascoltai erano autentiche bombe dancehall e che in Giamaica ci sono ragazzini di tredici anni che quando cantano fanno rimanere a bocca aperta da quanto sono talentuosi.
La cosa mi fece riflettere sul valore della cultura musicale nella storia di un paese: sì, perché a Kingston i ragazzi crescono ascoltando Bob Marley, Dennis Brown e Gregory Isaacs anche a casa della nonna. Io a casa dei miei nonni ricordo una radiolina con musicassette di Pupo, Ornella Vanoni e Celentano, non è proprio la stessa cosa.
Una volta sceso al primo piano mi sedetti sulla sedia vicino al ritratto di Rastafari per fumare il mio joint e a bere un po d’acqua fresca, il caldo era davvero insopportabile. Intanto nello studio continuavano ad entrare e uscire musicisti e cantanti che si fermavano a chiacchierare e fumare vicino a me e i miei accompagnatori. Venne a salutarmi anche uno dei componenti della band che seguiva Bushman in uno dei suoi tour in Europa e mi raccontò del suo bel ricordo dell’Italia e di giorni felici passati qui a suonare, gli brillavano gli occhi.
Come prima vacanza la Giamaica aveva già superato le mie aspettative con tutti questi avvenimenti fortuiti in un solo giorno. Posso dire che il signor Palma è una persona molto gentile, un professionista serio e scrupoloso. Un personaggio davvero valido.
Rimasi a disquisire ancora qualche ora e quando giunse il momento di salutarsi Triston Palma disse a due dei suoi amici di accompagnarmi fuori a prendere un taxi. I due ragazzi praticamente mi scortarono fino all’angolo di strada, attesero con me il taxi e solo dopo la mia partenza li vidi tornare verso lo studio. La cosa mi fece pensare che probabilmente quello non era un posto tranquillo per un turista da solo, apprezzai molto anche questo gesto.
Alla prossima, fratelli e sorelle.
Blessed Love.