Un diavolo per capello
Una delle paure più grosse per i consumatori di cannabis è certamente quella di essere "beccati" alla guida.
Una delle paure più grosse per i consumatori di cannabis è certamente quella di essere "beccati" alla guida.
Una delle paure più grosse per i consumatori di cannabis è certamente quella di essere “beccati” alla guida. Con l'ultima riforma del codice della strada, risalente al luglio 2010, le sanzioni e le pene previste per chi viene trovato alla guida sotto l'effetto di sostanze stupefacenti si sono decisamente inasprite e basta anche solo che nel veicolo vengano trovate prove che riconducono al consumo, come cartine o mozziconi sospetti, per incappare in guai seri.. A sanzionare la guida in stato d'ebrezza c'è l'articolo 187 che al comma 2bis dice “Quando gli accertamenti immediati forniscono esito positivo, ovvero quando si ha altrimenti ragionevole motivo di ritenere che il conducente del veicolo si trovi sotto l'effetto conseguente all'uso di sostanze stupefacenti o psicotrope, i conducenti, nel rispetto della riservatezza personale e senza pregiudizio per l'integrità fisica, possono essere sottoposti ad accertamenti clinico-tossicologici e strumentali, ovvero analitici, su campioni di mucosa del cavo orale prelevati a cura di personale sanitario ausiliario delle forze di polizia”.
Posto che il rispetto della riservatezza personale è in assoluto contrasto con il prelievo forzoso di campioni organici – forzoso perchè, in caso d'incidente o anche solo di tamponamento, rifiutarsi di fare il prelievo può comportare l'ammenda o addirittura l'arresto – molto spesso il test che viene imposto per gli accertamenti tossicologici è quello del capello. Dal momento che grazie alla Fini-Giovanardi la discrezionalità delle forze dell'ordine e dei magistrati è assolutamente incentivata, capita che la maggior parte delle volte si propenda per questo test – piuttosto che per i normali esami del sangue, della mucosa o delle urine – anche solo per gli accertamenti volti a riconsegnare la patente a seguito della sospensione. Perciò passiamo a sfatare un po' di leggende metropolitane, provando a rispondere alle frequently asked questions (FAQ) sul famigerato test del capello.
Andiamo per ordine, cos'è e come funziona il test tricologico per le sostanze stupefacenti?
Il test è stato ideato in quanto tutte le sostanze circolanti nel sangue diffondono da questo alle cellule del follicolo pilifero (capelli e peli) e restano intrappolate nelle cellule anche quando queste si trasformano nelle squame che vanno a costituire il fusto del capello. Con la crescita del capello (circa 1 centimetro al mese) la sostanza intrappolata si trova a passare lentamente dalla parte più vicina al bulbo pilifero a quella centrale e infine a quella delle lunghezza. In tal senso é possibile stabilire una data approssimativa per l'introduzione della sostanza nell'organismo. Nello specifico il test consiste nell'analizzare una ciocca di capelli, polverizzata e sciolta in solventi, attraverso la Gas Cromatografia/Spettrometria di Massa. Bisogna tuttavia considerare vari fattori che possono influire su questo processo: le differenze di crescita del capello/pelo in base all'età, a fattori individuali, a trattamenti cosmetici (shampoo, creme, tinture); variabilità individuale nel meccanismo di incorporazione della sostanza nel bulbo pilifero. Non è quindi un test affidabile al 100%.
Quanto tempo a ritroso può spingersi il test?
Come tutti sappiamo perfettamente, l'effetto di uno spinello non dura che un paio d'ore ma semmai doveste essere sottoposti al test del capello, le analisi riuscirebbero a individuare l'assunzione del THC a mesi di distanza. Solitamente, dal momento che il prelievo minimo è di 3 centimetri, si può risalire fino a 3 mesi prima ma tutto dipende dalla richiesta che viene indicata sul foglio della Procura. Stando a quanto dicono gli ultimi miglioramenti al test, è possibile individuare la presenza di cannabinoidi assunti fino a 11 mesi prima del prelievo.
E' possibile effettuare il test anche su persone rasate o calve?
Purtroppo si. Nel momento in cui non è possibile prelevare campioni idonei dalla testa, il personale medico è autorizzato a prelevare peli corporei e solitamente vengono scelti i peli pubici, per la loro consistenza e soprattutto per la loro lunghezza media.
Il fumo passivo è in grado di generare falsi positivi?
Si. Dal momento che il capello è decisamente poroso si impregna facilmente anche con il fumo passivo, ed è facile che, anche seguendo una rigorosissima astinenza, si risulti ugualmente positivi se sottoposti a questo tipo di test. Perciò il consiglio, se non volete vanificare i lunghi mesi di lontananza da Mary Jane, è quello di evitare di frequentare luoghi saturi di fumo passivo se non volete risultare positivi anche senza aver consumato la cannabis.
L'assunzione di farmaci può falsare i risultati del test?
Nel caso siate in cura con farmaci a base di oppiacei o cannabinoidi i risultati sarebbero immediatamente positivi anche nel caso in cui voi non aveste toccato sostanza alcuna in vita vostra. Ma anche altri tipi di principi attivi possono sbilanciare il risultati verso la positività. In ogni caso, in seno all'autotutela, è sempre bene avvisare il laboratorio di analisi affinché calibri il test di conseguenza.
Il test ha sempre validità legale?
Dati i due fattori sopra menzionati, in molti hanno provato a contestare la validità legale del test del capello ma, purtroppo, nel momento in cui il prelievo, la custodia e la consegna in laboratorio del campione vengono certificati, questi hanno immediatamente valore ai fini legali.
Tingere i capelli o usare particolari shampoo può aiutare a eliminare le tracce di cannabinoidi?
Questa è una delle leggende più famose e come tale purtroppo non è vera neanche un po'. Potete decolorare i capelli o tingerli con la tinta al più alto tasso di ammoniaca, non servirà a occultare le tracce tossiche anzi, in alcuni casi potreste peggiorare la situazione. Anche i famosi shampoo miracolosi pubblicizzati su internet non riescono a eliminare le tracce.
E' possibile effettuare il test sui capelli presenti nel pettine?
Si, a patto che i capelli rimasti nel pettine siano campioni idonei o comunque buoni dal punto di vista qualitativo. Come avrete visto in C.S.I. gli esami tossicologici si effettuano anche sui cadaveri in quanto i nostri tessuti hanno un tempo di decomposizione relativamente lungo.