Predatori di canapa
Rubavano da una coltivazione di cannabis sativa con l'intento di sballarsi
Rubavano da una coltivazione di cannabis sativa con l'intento di sballarsi
È la coltivazione del futuro sotto la bandiera dell'agricoltura sostenibile, la incentiva pure la Ue, gode di un mercato in forte crescita e, tra semi, fusti e foglie, serve praticamente a tutto: a far tessuti, olio, cibo ricco di sostanze nutrienti, farmaci, carta, cartone, mangimi per animali, corde, mattoni e altro in bioedilizia, detersivi e cosmetici. Magari i costi al consumatore non sono ancora tanto accattivanti, ma è solo questione di tempo.
Si tratta della cannabis sativa, parente campagnola e sobrissima della indica o indiana, ovvero della cannabis da cui si ricavano hashish e marijuana.
All'apparenza le piante sono sorelle e diventano facilmente la medesima agli occhi ingordi di ragazzetti in cerca di sballo, che in quel campo in via Asturie a Camin credono di aver trovato il paese del bengodi. E' un fazzolettone di terra fitto fitto di bellissime piantine, per ora alte un paio di metri, di marijuana pensano loro.Insomma, foglie di maria come piovesse, basta raccoglierle, seccarle e via con i cannoni. Pure gratis. Con un piccolo dettaglio, se l'indica dà alla testa per via dell'alta percentuale di Thc (principio attivo), sorella sativa il Thc manco sa cos'è (al massimo un irrilevante 0.2 per cento). Quindi, con quelle foglie non si sballa manco a fumarsi tutto il campo in un'unica tirata. Tant'è rollarsi una paglia di erba gatta. Forse fa più effetto.
Ma tanto può l'apparenza più che la sostanza, che una notte sì e una no, c'è chi va in via Asturie a strappare piante a bracciate. E si suppone non per farne tessuti.
Quel pezzo di terra l'hanno affittato un padre e un figlio padovani, appunto per iniziare una coltivazione di sativa, con tutti i permessi richiesti, ché per piantare canapa bisogna depositare il tipo di semente usato e aspettarsi di tanto in tanto le forze dell'ordine che arrivano a testare il principio attivo. Insomma, tutto certificato come legge vuole. Questa volta però sono stati i coltivatori a cercare i carabinieri, perché non sanno più come difendersi dai "predatori" della loro canapa.
Non pare praticabile la strada di un piantonamento h24 del campetto ondeggiante di allettanti foglioline peace and love, forse a mo' di prevenzione potrebbe bastare un cartello: canapa non indiana, Thc pari a zero ma quelle a fianco sono ortiche indiane, principio attivo altissimo, raccolta free. Provare per credere.
Fonte: Il Mattino di Padova