Non chiamatela Marijuana

Soft Secrets
01 Nov 2017

In Canada, il consigliere comunale di Halifax, Shawn Cleary, presidente di un comitato che si occupa della regolamentazione della cannabis in Nuova Scozia, è stato fortemente criticato per la sua risposta ad un tweet di un altro consigliere, che conteneva il termine "marijuana" Clearly ha dichiarato di evitare di usare il termine “marijuana” dopo aver scoperto la storia della parola e twitta: "Nome scientifico = cannabis. La marijuana è stata usata per demonizzare i messicani. Dato il clima politico americano, facciamo quello che possiamo per non perpetuare il razzismo". Cleary non è stato il primo ad aver sottolineato i problemi con la parola "marijuana", la quale è già considerata inaccettabile dall'industria della cannabis, eppure il giudizio del web su questa sua dichiarazione è stato prettamente negativo. Infatti in primo luogo negli anni 20, in seguito alla rivoluzione messicana, molte persone emigrarono negli Stati Uniti e, siccome molti di loro erano sprovvisti di documenti, gli veniva affibbiato il nome "marijuana" per indicarne in primo luogo la provenienza. In secondo luogo si è vero che si fomentava lo stereotipo che tutti i messicani utilizzassero la cannabis, ma di per se la parola esisteva già nella lingua spagnola, non è stata creata specificatamente a fini razzisti. E cosi il mondo di Twitter si è scagliato contro questo post e lo ha fatto nelle maniere più disparate. Tra i primi commenti leggiamo “L’essere messicano non identifica una razza, come non lo identifica l’essere canadese”, oppure più umoristicamente “ la cosa più triste di tutto questo è che tu lo dica seriamente.” Molti definiscono l’affermazione illogica scrivendo “Sono quasi certo che il termine marijuana si riferisca ad una pianta, non ad un colore della pelle.” oppure “gli stessi messicani la chiamano cosi, dovremmo bandire una lingua?”. Insomma come spesso succede su internet qualunque tipo di dichiarazione riesce a generare un dibattito che spesso supera il contesto al quale si riferisce. Il consigliere forse voleva solo suggerire l’utilizzo del nome scientifico di questa pianta nel dibattito pubblico che riguarda la cannabis, ma ciò dovrebbe comunque accadere per una questione di serietà sull'argomento e perlomeno attraverso una cultura ed una coerenza linguistica. Al contrario non si dovrebbe sconsigliarne l’utilizzo facendo leva su uno stereotipo razzista, basterebbe utilizzare la formula del “comunemente chiamata marijuana”. Un discorso del genere diventa razzista proprio se si esula dal significato culturale e linguistico a cui la parola si riferisce, ed in questo caso è chiaramente e semplicemente una pianta. Dire che non si dovrebbe parlarne fa solo aumentare la possibilità che qualcuno se ne appropri di nuovo in modo sbagliato, bandire la parola anziché il suo utilizzo in maniera incorretta. Sarebbe come dire che non si dovrebbe chiamare gay gli omosessuali perché alcune persone considerano questa parola un’offesa, mentre non lo è, al contrario di “frocio” che è stata creata specificatamente in termini di disprezzo per indicare in modo denigratorio le persone omosessuali. Per concludere con un’altra delle risposte a Cleary: “La razza è un costrutto sociale non una caratteristica biologica” o linguistica.  
S
Soft Secrets