Marijuana a Wall Street

Exitable
13 Feb 2014

La corsa ai titoli legati alla cannabis


La corsa ai titoli legati alla cannabis

Mentre in Italia la decisione della Consulta riapre il dibattito attorno alla depenalizzazione delle droghe leggere, l'avvio della liberalizzazione e all'uso terapeutico in Usa ha dato il via a una vera e propria "green rush", una corsa ai titoli legati all'erba e a tutti i suoi usi alla ricerca di quelli che potranno garantire prospettive rosee anche sotto il profilo finanziario. Barack Obama è stato chiaro quando ha affermato che la marijuana "non è più pericolosa dell'alcol". Ma a dare la stura alla bolla finanziaria dell'anno è stata la ventina di Stati americani che hanno approvato l'uso della cannabis a fini terapeutici, mentre alcuni - Colorado e Washington in testa - si sono spinti oltre permettendo l'utilizzo a scopi "ricreativi".

Quanto basta per aprire un mercato legale della marijuana che un rapporto ArcView Group stima quest'anno in crescita del 64% a 2,34 miliardi di dollari, lievitando a 10 miliardi nell'arco di cinque anni. Una prospettiva che ha fatto sognare gli ex hippies di Wall Street. Dopo che già l'anno scorso i titoli del comparto avevano registrato un'improvvisa animazione, da inizio anno il Cannabis Index messo a punto da Mentor Capital, fondo che investe in titoli ad alto contenuto di cannabis, ha messo a segno un balzo del 256%, che si confronta con una performance sostanzialmente piatta dell'S&P 500.

A comporre il paniere dell'indice 23 titoli dai nomi fantasiosi che rappresentano l'intera filiera della cannabis, dalla coltivazione alla ricerca fino agli usi alternativi come biomasse, praticamente tutti trattati "over the counter", quindi non regolamentati e non soggetti a obblighi e comunicazioni della Sec. Si tratta in generale di "penny stock", azioni a bassa capitalizzazione e con liquidità spesso insufficiente a garantire un prezzo trasparente. E che invece, proprio per lo scarso flottante, sono soggetti a fluttuazioni esagerate. Basti il caso di Hpc Pos System, che ha messo a segno un balzo di quasi il 500%, ma con un valore che oggi si ferma a 4 cent! Insomma si tratta di azioni decisamente speculative, che rischiano in qualsiasi momento di finire letteralmente in fumo.

Tanto più che, come nella tradizione delle più classiche bolle finanziarie, le scommesse riguardano società che spesso non producono ancora utili e che in qualche caso non hanno neppure fatturato. A poco sono valsi i ripetuti appelli dell'authority di vigilanza Fira (Financial Industry Regulator Authority). La quale aveva anche evidenziato come alcune di queste società avessero anche manager con precedenti penali. In buona parte attribuibili alla vendita illegale di marijuana. Con queste premesse vediamo quali sono i titoli che promettono di essere la nuova Microsoft della marijuana economy.

 

 

Fonte: IlSole24Ore

 

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