MACRON IL FINANZIERE
Nell’attesa dei prossimi sviluppi della proposta di legge, di come riuscire a trovare un accordo, in tutta Europa ci si questiona su come legiferare riguardo la cannabis. Secondo alcuni dati pubblicati dall’Osservatorio Europeo delle Droghe il nostro Paese si ritrova al secondo posto nella classifica sul consumo di cannabis tra i giovani con un’età compresa tra i 15 e i 34 anni.
Osservando le statistiche, si nota che il 19% dei ragazzi italiani tra i 15 e i 34 anni fa uso di cannabis. Solamente la Francia ha fatto meglio, con il 22,1% dei giovani che consuma questa droga. Come intendono legiferare dunque i nostri vicini d’oltralpe rispetto a questo argomento?
In Francia Emmanuel Macron, il nuovo presidente eletto nel Maggio 2017, si dichiaro’ in principio favorevole alla legalizzazione e poi, probabilmente per non scontentare nessuno, cambio decisamente opinione ritrovando la sua vera natura, quella dell’uomo d’affari.
Ex ministro, e prima ancora banchiere, Emmanuel Macron e il suo movimento “EN MARCHE” rappresentano la destra centrista appoggiata dalla maggioranza della finanza francese; non stupisce dunque che, in qualità di homo oeconomicus, il neoeletto presidente abbia scelto la via del far cassa.
La legge prevede una depenalizzazione per i cosiddetti “reati minori”, trai quali compare il possesso in piccole quantità di hashish o marijuana.
Questa soluzione non farebbe felice nessuno, fatta eccezione per le casse dello Stato ovviamente, che pero’ non sono decisamente tra i soggetti principali della questione. Lo è lo Stato in quanto organo giuridico, non amministrativo. La cannabis è ancora proibita anche qui, ed in tutti i suoi usi.
Ribattezzata in Francia come la “proposta bidone” infatti, se da un lato viene concesso a chi viene fermato in possesso di piccole dosi di hashish o marijuana di “cavarsela” con una multa, dall’altro lato resta la filosofia della tolleranza zero nei confronti dei consumatori, più o meno abituali, ai quali, una volta fermati, la sostanza viene sequestrata.
La depenalizzazione sotto forma di contravvenzione lascia oltretutto ancora aperti tutti gli altri risvolti connessi alla cannabis, come il suo uso in medicina. E soprattutto non chiarifica l’aspetto debole della formulazione giuridica in atto oggi in Francia, quello che già autorizza a multare chi viene colto in possesso di marijuana ma non chiarisce la quantità esatta per la quale il reato debba venire considerato “minore”. In questo senso quindi anche la proposta di Macron non cambia nulla rispetto a la situazione francese attuale. L’unica vera novità sarebbe la possibilità di pagare subito 1/3 dell’ammontare della multa, come una contravvenzione se non si ha il biglietto dell’autobus, cosi da essere in grado di risparmiare i costi amministrativi del procedimento civile.
Un immobilismo giuridico, una scarsa volontà di prendere posizione sulla cannabis si riscontra quindi anche nei nostri cugini d’oltralpe, da un lato le lobby dall’altro la percezione del volontà di molti francesi a cambiare le cose il presidente prende tempo. Asterix aveva la sua pozione magica, staremo a vedere se Macron riuscirà a trovare la sua.