Legalizzare! Ricordando Günter Amendt

Exitable
15 Sep 2014

Günter Amendt è stato probabilmente il ricercatore più autorevole della scena europea ad esprimersi compiutamente sul definitivo fallimento del proibizionismo e della guerra alle droghe. Sulla base di argomentazioni razionali, era arrivato alla conclusione che una legalizzazione controllata non avrebbe risolto i problemi ma avrebbe potuto di sicuro minimizzarli. In particolare grazie alla necessaria ri-legalizzazione della cannabis. Günter è stato per anni il principale riferimento per migliaia di attivisti antiproibizionisti e per gli operatori del settore. Di tutte le sue conferenze da Roma ad Amburgo, raccolte da Andreas Leobell è comparsa quest'anno un'ottima selezione per i tipi della Rotpunktverlag.


Günter Amendt è stato probabilmente il ricercatore più autorevole della scena europea ad esprimersi compiutamente sul definitivo fallimento del proibizionismo e della guerra alle droghe. Sulla base di argomentazioni razionali, era arrivato alla conclusione che una legalizzazione controllata non avrebbe risolto i problemi ma avrebbe potuto di sicuro minimizzarli. In particolare grazie alla necessaria ri-legalizzazione della cannabis. Günter è stato per anni il principale riferimento per migliaia di attivisti antiproibizionisti e per gli operatori del settore. Di tutte le sue conferenze da Roma ad Amburgo, raccolte da Andreas Leobell è comparsa quest'anno un'ottima selezione per i tipi della Rotpunktverlag.

Günter Amendt è stato probabilmente il ricercatore più autorevole della scena europea ad esprimersi compiutamente sul definitivo fallimento del proibizionismo e della guerra alle droghe. Sulla base di argomentazioni razionali, era arrivato alla conclusione che una legalizzazione controllata non avrebbe risolto i problemi ma avrebbe potuto di sicuro minimizzarli. In particolare grazie alla necessaria ri-legalizzazione della cannabis. Günter è stato per anni il principale riferimento per migliaia di attivisti antiproibizionisti e per gli operatori del settore. Di tutte le sue conferenze da Roma ad Amburgo, raccolte da Andreas Leobell è comparsa quest'anno un'ottima selezione per i tipi della Rotpunktverlag.

Luce verde per la legalizzazione è anche la parola d'ordine attualissima della Hanfparade 2014, la tradizionale manifestazione della canapa di Berlino. Per l'etno-botanico Hans Cousto il termine “verde” ha solo in parte a che fare con l'omonimo partito e “non deve essere considerata come una raccomandazione di politica partitica, anche perché la manifestazione si confronterà in maniera critica con la politica delle droghe e sulle dipendenze dei Verdi.Anche per questi motivi la manifestazione iniziava con una critica allo immobilismo dei Grünen.

Luce verde al semaforo significa per pedoni, ciclisti ed automobilisti che si può procedere. Nel senso metaforico, luce verde significa che questo qualcosa può essere iniziato, essere preso in considerazione oppure venire realizzato. Nel senso giuridico e/o politico si ha bisogno di un permesso, una concessione, una autorizzazione o di un accordo. Alla Hanfparade in questo senso si manifesta per la legalizzazione della cannabis come materia prima, medicina e genere voluttuario. Lo slogan dovrebbe naturalmente spingere principalmente a sviluppare delle idee di come si possa portare avanti la ri-legalizzazione della canapa come materia prima, affinché anche alle persone in Germania presto si possa segnalare un “semaforo verde” per la legalizzazione della canapa anche a scopo ludico, come è stato giustamente fatto negli stati di Washington e del Colorado.

È merito di Günter Amendt aver fatto della sessualità e dell'illuminismo sulle droghe l'arma segreta della super-cultura giovanile fin dagli anni Sessanta. Ma forse la considerazione importante di questo ricercatore militante riguardava il futuro sempre più incerto del nostro continente: il distacco della politica europea sulle droghe dalla strategia statunitense di guerra alle droghe è la precondizione per un cambio di rotta in Europa. L'abolizione del proibizionismo sulle droghe non è progetto né di destra né di sinistra ma una richiesta della ragione pratica. Anche perché, riprendendo Hermann Hesse, “al giorno d'oggi la ragione politica non si colloca più dove risiede il potere politico. Occorre un rigurgito di intelligenza e di intuizione da parte di circoli non ufficiali per evitare o attenuare le catastrofi.

Nato a Francoforte nel 1939, Amendt si era formato presso l'Istituto di Sessuologia di Amburgo. I suoi libri Sexfront e il Libro del sesso sono considerati dei classici della letteratura illuminista. Ben presto, però, la sua ricerca a spaziare a tutto campo, passando dal suo primo studio su hashish e sessualità adolescenziale ad una disanima completa del fenomeno delle droghe pesanti con le scene aperte di Zurigo, fino al tema delle nuove droghe. Nel 2000 aveva scritto con Christian Walder Ecstasy &Co, uscito in Italia per Feltrinelli. Ma l'opera più importante uscita in italiano è stata indubbiamente No Drugs No Future: le droghe nell'epoca dell'ansia sociale. Amico e collaboratore di Bob Dylan, gli aveva dedicato numerosi lavori tra i quali Back to the Sixties. Ultimo – ma non per importanza – un controverso testo in cui si parla de La leggenda del LSD. 

Amendt era un vero e proprio sociologo partecipante. Pur essendosi dedicato intensamente alla politica sulle droghe ed essendo “experienced”, riusciva ad avere una grandissima autorevolezza in campi che andavano dalle scene aperte di Zurigo, passando per il doping sportivo e il grande sviluppo della marijuana statunitense con una interessante ricerca sui coltivatori di Mendocino, nella California del Nord. Passava con una certa flemma dai convegni della democrazia cristiana ai centri sociali. In Italia, a parte una conferenza a Bolzano e a Roma, aveva partecipato ad una storica conferenza promossa dal Livello 57 di Bologna alla vigilia dell'ultima Street Parade.

Antiproibizionista convinto, fin da giovane Amendt si era confrontato e scontrato con i poteri dello stato in quanto obbiettore di coscienza, iniziatore di manifestazioni contro la casa editrice Springer assieme all'avvocato Horst Mahler e di una vera e propria rivoluzione sociale nel campo della sessualità e della cannabis. Autore di alcuni importanti saggi pubblicati in Italia sul movimento studentesco in Germania e sulle droghe, aveva aperto, in pieno 1969, un importante fronte di illuminismo radicale in cui l'eloquio diventava anche un forma d'arte, rendendosi di fatto un personaggio mai noioso la cui importanza emerse nelle scuole della Repubblica Federale con il suo La crociata dei bambini ovvero la rivoluzione comincia nelle scuola. 

Ma fu Sexfront (1970) a divenire un vero e proprio best-seller con oltre mezzo milione di copie vendute. Con Uli Stiehl aveva pubblicato Profitto, Tossicodipendenza, Profitto, un contributo sulla economia politica del mercato delle droghe. Come già accennato Günter, è stato amico e collaboratore del menestrello del rock Bob Dylan e proprio a lui aveva dedicato nel 1991 un libro incentrato sul viaggio infinito del cantante statunitense: The Never Ending Tour. 

Amendt nel suo La droga, lo Stato, la Morte ha dato gambe e corpo ad un proverbio Yoruba: “Mo Iwa Fun Oniwa” ovvero riconosci l'esistenza di quello che esiste. È un monito spesso inascoltato in nome della morale corrente, ma che dimostra come, sia nel campo della sessualità che in quello della politica sulle droghe, l'importanza del pensiero e della analisi amendtiana che rievoca nei suoi scritti il ragionamento sull'uomo antiquato di Günter Anders. Un ragionamento che si ricollega alla fine del fordismo anche nel campo delle sostanze e che nonostante tanti discorsi ed approfondimenti è una cosa ancora difficile da far accettare alla società delle indulgenze pseudo-religiose in cui siamo ancora costretti a vivere. 

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