La Fini-Giovanardi
A Febbraio la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla incostituzionalità
A Febbraio la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi sulla incostituzionalità
Alcuni mesi fa ci siamo occupati della presunta incostituzionalità della legge Fini-Giovanardi osservando la questione da un punto di vista giuridico, più che politico. Comunque la si pensi in fatto di politiche più o meno repressive sulle sostanze stupefacenti, sono dubbi oggettivi quelli che il 28 gennaio 2013, la Corte d'Appello di Roma ha sollevato, rinviando la questione dinanzi alla Consulta.
Dubbi che riguardano la compatibilità della norma con la legislazione in vigore nel resto d'Europa e perplessità circa il fatto che la Fini-Giovanardi sia stata introdotta come articolo di un maxiemendamento che mirava a regolamentare lo svolgimento delle Olimpiadi Invernali di Torino 2006. La norma in vigore, almeno in teoria, avrebbe dovuto avere la finalità di perseguire la lotta al doping ma ha finito per mandare in carcere quasi 30 mila persone, tra cui nessun atleta professionista o olimpionico.
Quindi, la Corte Costituzionale dovrà pronunciarsi anche in merito ai limiti della decretazione d'urgenza, ovvero la modalità scelta per far approvare la norma antridroga senza previa discussione parlamentare. Il maxiemendamento, infatti, fu votato con la Fiducia posta dall'allora governo Berlusconi sull'intero pacchetto normativo. Ora c'è una data, ovvero quella del 12 febbraio 2014, che potrebbe sancire la svolta per una norma particolarmente repressiva e "carcerogena"(circa il 40% dei 68.000 detenuti è in carcere per averla violata) laddove questa fosse dichiarata incostituzionale. In quella data è fissata l'udienza in camera di consiglio che vede inserita nell'ordine dei lavori anche la questione inerente la Fini-Giovanardi.
Qualora ne fosse sancita l'incostituzionalità, il Parlamento sarebbe chiamato a riempire il vuoto normativo che si creerebbe (e le proposte non mancano, clicca qui) salvo scegliere di non intervenire lasciando "pro tempore" in vigore la vecchia legge Iervolino-Vassalli, anch'essa proibizionista ma molto più soft rispetto a quella attuale. La legge antecedente la Fini-Giovanardi, infatti, prescriveva sanzioni amministrative minime per chi veniva trovato in possesso di modiche quantità (al contrario di quella attuale) prescrivendo il carcere unicamente per chi fosse scoperto con quantità tali da presupporre una reale attività di spaccio. Inoltre, non esisteva l'equiparazione fra droghe leggere e droghe pesanti, altra "innovazione" introdotta dalla Fini-Giovanardi che, tra non molto, sarà posta al vaglio della Corte Costituzionale.
Fonte: EspressoOnline