Italia chiama America

Exitable
11 Jul 2015

Medical Cannabis


Medical Cannabis

Noi redattori di Soft Secrets guardiamo alle opposte sponde dell’Oceano Atlantico per un motivo professionale. Se una volta si andava in America alla ricerca di oro e libertà, al giorno d’oggi questa lontana confederazioni di stati rappresenta un’inesauribile fonte di informazioni per tutto quello che ha a che fare con la regolamentazione dell’accesso alla cannabis terapeutica o come dicono loro: medical marijuana.

Nel mese di maggio il dibattito in corso in differenti stati americani ha avuto come snodo principale la possibilità di curare i bambini che soffrono di epilessia con la cannabis, in particolare con un olio ad alta concentrazione di CDB, il cannabidiolo, un metabolita della pianta che ha effetti sedativi, ipnotici, antiepilettici, antidistonici, antiossidanti e antinfiammatori. Di seguito 3 storie per permettervi di inquadrare i termini del dibattito.

Addyson Benton è una bimba di 3 anni che soffre di crisi croniche di epilessia da quando aveva 9 mesi. Gli attacchi arrivavano quotidianamente, frequentissimi, rendendo la sua vita e la sua infanzia un incubo impossibile da risolvere. La famiglia Benton si è trasferita dallo Stato dell’Ohio a quello del Colorado e da quel momento ha cominciato a curare Addyson con la cannabis. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: la bimba, alla quale viene somministrato olio di CBD attraverso un cerotto sulla caviglia per due volte al giorno, adesso soffre di crisi con minore intensità: è arrivata ad avere meno di 20 attacchi al giorno ed anche se non è guarita, la sua vita piano piano sta prendendo un’altra direzione.

Alexis Bortell ha 9 anni e insieme alla famiglia si è trasferito in Colorado dal Texas. In questo nuovo stato ha potuto sperimentare le potenzialità della cannabis contro l’epilessia ed è riuscito a diminuire le crisi da 1 al giorno sino ad 1 al mese. Al momento Alexis assume un olio di cannabis dove il rapporto CBD: THC è di 15:1 e finalmente il padre ha potuto affermare: « Alexis adesso va in bicicletta, attività impensabile prima di trasferirci in Colorado ».

Siamo in New Jersey, Roger Barbour è il papà di Genny una ragazzina di 16 anni che soffre di epilessia e problemi di autismo. Al momento Roger sta citando in giudizio la scuola della figlia che non gli permette di utilizzare la sua medicina all’interno del terreno scolastico. La cannabis rientra a livello federale nella scheda 1 insieme a sostanze come cocaina e eroina ed anche se nel New Jersey la cannabis è prevista come medicina, questo paradosso impedisce a Genny un tranquillo utilizzo della sua medicina. Roger racconta che da quando la figlia ha cominciato a consumare cannabis è diventata più attenta, più rilassata e più chiacchierona, in due parole è ritornata ad essere una persona.

In America insomma il tema della cannabis applicata all’infanzia è diventato un argomento che dalla realtà familiare dei bambini malati si è trasferito alle colonne di rinomati giornali e siti online di informazioni. In fondo la domanda è semplice: se permettiamo ai genitori di utilizzare la canapa per fini medici perché non dovrebbero avere gli stessi diritti anche i loro figli?

Nel Connecticut, ad esempio, è stata prevista questa possibilità salvo che i legislatori, preoccupati di dare un cattivo segnale, hanno proibito ai piccoli pazienti di consumare la cannabis attraverso la combustione e la vaporizzazione. Ovviamente questa decisione è stata salutata con felicità, ma ci sono anche i critici che affermano che vietare l’assunzione, sopratutto tramite vaporizzazione, rende evidente come chi ha deciso in questo senso abbia tenuto più in conto l’interesse politico che quello medico. Rimane infatti indubbio che la ricerca sulla cannabis e sul suo consumo non potrà che essere ritardata, fermo restando questi paletti.

Quello che è sotto gli occhi di tutti è comunque questa onda migratoria per scopi medici che da tutti gli stati sfavoriti dell’Unione porta un grande numero di famiglie a intraprendere un viaggio e a reinventare la propria esistenza in base agli stati della federazione dove l’accesso alla cannabis per scopi terapeutici è regolamentato e sicuro. Se gli adulti sono pronti a viaggiare per curarsi, come gli italiani che si recano in Spagna o in Olanda, allo stesso modo e con maggiore determinazione i genitori di bambini malati cambiano residenza per garantire ai propri bambini una nuova speranza.

In Italia dove recentemente è stato portato a raccolta il primo esperimento di produzione nazionale presso l’Istituto chimico farmaceutico di Firenze, urge un aggiornamento delle società mediche pediatriche su questo dibattito perché è noto agli esperti, ma anche ai pazienti che lo hanno vissuto sulla loro pelle che i farmaci antiepilettici in commercio comportano grosse conseguenze collaterali, soprattutto per i più piccoli.

Ecco quindi, la testimonianza di Ottavia Brunetti, raccolta nel libro “Canapa Medica. Viaggio nel mondo del farmaco proibito”: « Sono nata epilettica, con convulsioni da febbre già ad un anno di vita. Mi hanno diagnosticato il “grande male” e hanno cominciato a darmi Gardenale continuativamente. Di quei tempi ricordo che era un trauma svegliarmi tutte le mattine, addirittura capitava che mia madre dovesse mettermi sotto l'acqua per destarmi. Ero proprio impastata dentro un sonno profondo e non sognavo mai. Quando volevo sognare, avevo un accordo con mia mamma e la sera stessa non prendevo la pastiglia. Sino ai 14 anni sono cresciuta sapendo che questa medicina mi condizionava la vita, infatti se durante la notte non dormivo almeno 10 ore, durante la giornata il farmaco spesso mi faceva addormentare ovunque, a scuola ero brava, ma avevo dei problemi di concentrazione. Ricordo che volevo imparare ad andare in bicicletta, ma avendo dei problemi di equilibrio, non ci sono mai riuscita e poi ad esempio anche facendo ginnastica a scuola non riuscivo a camminare sulla trave.”

Se Ottavia fosse cresciuta oggi in Colorado la sua infanzia sarebbe stata diversa. Cosa aspettiamo a utilizzare la cannabis anche in Italia per i bambini epilettici?

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