Il tè della sera
A volte scorgo, in questi tempi stressanti e veloci, la nostalgia per quando la cannabis era legale e il tè della sera poteva esser consumato con calma e contenere il nostro ingrediente preferito.
A volte scorgo, in questi tempi stressanti e veloci, la nostalgia per quando la cannabis era legale e il tè della sera poteva esser consumato con calma e contenere il nostro ingrediente preferito.
A volte scorgo, in questi tempi stressanti e veloci, la nostalgia per quando la cannabis era legale e il tè della sera poteva esser consumato con calma e contenere il nostro ingrediente preferito.
Le proprietà del tè alla cannabis sono sottovalutate dalle dicerie sulla sua mancanza d’effetti, messe in circolazione da chi utilizza l’erba esclusivamente per stonarsi e non riscontra nella tisana le doti stratosferiche dell’inalazione.
Sia chiaro, la cannabis inalata è più potente del tè anche dal punto di vista medico, perché i cannabinoidi sono poco solubili nell’acqua bollente; ma per chi si approccia a quest’erba e per chi ha problemi di salute e non desidera essere continuamente in stato psicoattivo, il tè offre notevoli vantaggi da diversi punti di vista.
Il tè alla cannabis è innanzitutto di facile preparazione. Secondo la ricetta della Bedrocan B.V., che dall’Olanda fornisce attualmente le farmacie italiane di cannabis terapeutica, per preparare un buon tè è necessario portare a ebollizione 500 ml. di acqua in un tegame con coperchio. Si aggiungono due cucchiaini di cannabis, 0,5 grammi, e abbassando la fiamma si lascia sobbollire il tè dolcemente per 15 minuti, con il coperchio sul tegame, in modo sia assorbiti aroma e colore, grazie a pigmenti e terpeni della cannabis solubili nell’acqua. La ricetta può ovviamente variare prevedendo l’impiego di polvere di resina o l’aggiunta, per esempio, di foglie di tè o cannella.
Si versa quindi il tè passandolo per un colino, con la possibilità di metterlo in un thermos per il consumo giornaliero. Volendo preparare una tisana per più giorni, basta mettere in infusione 1 grammo di erba in 1 litro d’acqua. In questo caso la Bedrocan consiglia d’aggiungere un cucchiaino di panna da caffè alla bevanda calda, in modo da mantenere le sostanze attive ed evitare che si attacchino alla teiera, riducendo l’effetto della bevanda. A questo punto il tè va lasciato raffreddare e conservato in frigorifero, dove resiste per diversi giorni. Al desiderio, il tè può nuovamente essere riscaldato e preferibilmente addolcito con miele, oppure con zucchero o sciroppo.
Per quando riguarda la posologia, la Bedrocan consiglia d’iniziare con una tazza da tè da 0,2 litri, entro la quale mettere in infusione 0,2 grammi di marijuana, e di consumarla alla sera, tutti i giorni per una/due settimane. Qualora dopo tale periodo la medicina non avesse generato il sollievo voluto, dopo la consultazione medica, è possibile optare per una tazza extra, allo stesso dosaggio, presa la mattina.
Il tè va bevuto lentamente e a piccoli sorsi, anche perché se avete usato le cime per la preparazione il sapore è molto intenso. Circa gli effetti, essi si presentano dopo 30-90 minuti dall’assunzione, raggiungono la potenza massima dopo 2-3 ore e durano fino a 4-8 ore. L’effetto è diverso dall’inalazione: parte dallo stomaco, un po' più in basso rispetto ai polmoni, agisce lentamente, differentemente dall’immediatezza del vaporizzatore, e termina dopo un periodo più lungo. Per questo motivo il tè alla cannabis è preferibile per chi ha problemi cronici, come l’artrite, per esempio.
Preparando il tè, l’erba bolle nell’acqua a una temperatura minore rispetto a quando è bruciata in uno spinello o vaporizzata, perciò la decarbossilizzazione che rende psicoattivo il THCA, trasformandolo in THC, avviene in quantità minore rispetto all’inalazione, per un effetto psicoattivo mite. Pertanto, se nemmeno due tisane al giorno riescono a terminare gli effetti del malanno, sempre consultando il medico, sarebbe opportuno provare a inalare cannabis con il vaporizzatore, con il vantaggio di poter regolare il dosaggio con maggior facilità.
Nella cultura Rastafari, diametralmente opposta a quella dell’imperialismo, la cannabis è considerata “l’erba della vita”, biblicamente è la “foglia che guarirà le Nazioni” (una volta legalizzata in tutto il mondo), ma il fumare in continuazione ganja è comunque associato alla pazzia, anche se termina con lo smettere di inalare per un periodo. In Giamaica il tè alla cannabis è un rimedio popolare e i Rastafariani sanno bene quanto la tisana alla marijuana sia un toccasana medico e un ottimo tonico. Le donne la usano anche contro le nausee nei periodi di gravidanza e non esitano a darla alla prole, qualora ne abbia bisogno, per esempio, per i dolori alla stomaco.
Personalmente, ho notato come un‘erba come la sativa Yummy dell’olandese CBD-Crew, con CBD e THC in pari quantità (6-7%), sia ottima sotto forma di tisana anche nel migliorare il respiro. La Yummy è un’erba medica eccezionale, per le quantità di cannabinoidi presenti a annullare la psicoattività, come nella varietà Bediol prodotto dalla Bredrocan B.V., è adatto anche alla cura dei bambini. Utilizzando solo il fiore per realizzare il tè, il sapore è veramente potente, speziato, da far brillare gli occhi e aprire i sensi al solo assaggio. Bevendola, ho avvertito una sensazione molto corporea e piacevole garantita dal CBD, con un gran beneficio per l’intero organismo. Il tè alla cannabis non è una maniera di sprecare erba, come molti temono, ma al contrario un metodo d’assunzione efficiente, gentile, a far tanto bene allo spirito, sorretto dall’erba per diverse ore.
Senza scordare come in caso di necessità e scarsità tipica del proibizionismo, la tisana può essere realizzata anche con gli scarti del raccolto, come le foglie (meglio quelle piccole vicine ai fiori e con della resina, ovviamente) o il trim (il ritaglio delle cime). Il sapore e l’odore saranno meno gradevoli rispetto all’uso di bei fiori, e in generale la tisana sarà meno potente, ma pur sempre gradita all’organismo.–