Il randello della scienza

Exitable
22 Apr 2015

È al Vienna International Center, nella sezione AIEA, l'ente per di controllo dell'energia atomica, che si svolge ogni anno l'incontro mondiale sulle politiche delle droghe delle Nazioni Unite.


È al Vienna International Center, nella sezione AIEA, l'ente per di controllo dell'energia atomica, che si svolge ogni anno l'incontro mondiale sulle politiche delle droghe delle Nazioni Unite.

È al Vienna International Center, nella sezione AIEA, l'ente per di controllo dell'energia atomica, che si svolge ogni anno l'incontro mondiale sulle politiche delle droghe delle Nazioni Unite.

La location pare casuale ma è in realtà indicativa di come la principale mission dei vari Ufficio Droga e Crimine, International Narcotic Board, DEA, DPA ecc... sia l'esaltazione dei pericoli provenienti da sostanze la cui diffusione per scopi terapeutici è fortemente auspicata dall'OMS che ne denuncia il sotto-utilizzo.

Non stupisce come tra i tanti scienziati altolocati nella scorsa edizione abbiamo intravisto il dott. Serpelloni – rappresentante di un paese dove ai piani alti si arriva a sostenere che la cannabis produce buchi nel cervello – mentre assisteva ad un evento parallelo legato proprio all'annosa questione cannabis-schizofrenia. Un po' più sofisticata e sempre presente nei forum internazionali,  la dottoressa Nora Volkow, l'ex direttrice del NIDA, l'istituto federale sugli abusi da droga, nominata a suo tempo dal Serpelloni come consulente del comitato tecnico-scientifico italo-americano, caso unico in Europa. Tutte presenze che ci indicano come la prosecuzione della  guerra alle droghe sarà sempre più ammantata da evidenze scientifiche.

Sul  ruolo e sulla  presenza degli scienziati in questo contesto abbiamo interpellato Michael Krawitz, fondatore dell'Associazione Veterani per l' accesso alla cannabis medica degli Stati Uniti, un paese dove il discorso scientifico è stato a lungo brandito per abbattersi con estrema crudeltà su pazienti e consumatori.

In questi mesi abbiamo sentito molte buone notizie provenienti dagli Stati Uniti. Sul fronte opposto abbiamo personaggi che cercano di tenersi stretto il posto di lavoro e che in parte tentano di riciclarsi a seconda di come tira il vento. Basti pensare al nostro dottor Serpelloni. Sono note le osservazioni piuttosto strabilianti sorte in Italia sui danni provocati dalla cannabis. Tra questi scienziati va segnalata anche la vostra dottoressa Nora Volkow, ex direttrice del NIDA, che per l'occasione fonda un comitato scientifico mondiale dopo aver fatto parte di quello italiano. Insomma ci sono tante notizie positive ma anche tante resistenze. 

Qual è lo stato dell'arte negli USA?

Michael Krawitz: «Dalla mia testa sorge un pensiero. É come se coesistessero negli Stati Uniti tre mondi paralleli che non necessariamente comunicano bene tra di loro. Uno di questi mondi è quello di cui hai parlato prima rispetto alla dottoressa Volkow e gli altri scienziati che francamente non sono molto d'aiuto per il lavoro che svolgo, perché l 'informazione che essi forniscono al pubblico è tremendamente sbilanciata e distorta. Con dei dati presi un po' come si fa con le ciliegie. Utilizzando l' evidenza per sostenere la politica. C'è una sottile differenza tra l'impostare una politica sull'evidenza e far sì che la politica sia spinta dall'evidenza. Noi basiamo la nostra politica sull'evidenza ed è proprio quel che è successo da noi per l'accesso sicuro alla cannabis terapeutica dei Veterani e dei malati in genere. E quindi le nostre sono le politiche basate sull'evidenza .Sono  tante le cose le che abbiamo ottenuto, come per esempio nei singoli stati che hanno bypassato il governo federale – visto che la Costituzione degli Stati Uniti lo permette – e dove siamo stati in grado di fare tante cose positive. Noi basiamo le politiche su queste evidenze, al contrario del governo che le ha osteggiate ma che non è riuscito a bloccare questi sviluppi positivi.

Ma poi esiste dall'altra parte il terzo mondo, il pubblico, che non percepisce nessuna di queste cose

Non ti devo certo spiegare quel che pensa il pubblico. Quel che vede e sente il pubblico è una visione molto superficiale, una percezione che appare prefabbricata

Hanno solo un paio di cose in mente mentre il resto è basato su quel che vedono e sentono. Essi basano il loro pensiero su quello che io chiamo la teoria del pizzico di verità

Come la dottoressa Volkow. Che come tanti ha una buona posizione, ottimi studi e qualifiche. Come tanti altri ben piazzati e con una ottima educazione, che ne dicono tante e per il pubblico, il terzo mondo, anche se sembra completamente sbagliato quel che affermano, essendo tutte persone altolocate, che ripetono tutte le stesse cose ci deve essere un pizzico di verità in quel che dicono e ci deve essere un pizzico di verità in quel che sentono in continuazione e così ragionano.

Come veterani di guerra, l'associazione dei Veterani riconosce il diritto a utilizzare la cannabis ai veterani in un modo nuovo che siamo riusciti a realizzare solo a partire dal 2010. Ma da parte di questo ente c'é voluto un po' di coraggio perché la Veterans Association, pur dipendendo dal governo federale riconosce l'uso terapeutico a livello statale.

Per fare quel che fanno ci vuole del coraggio, per proteggere i veterani, di assicurarsi la loro salute e quel che fa parte del lavoro mentre il governo federale vieta completamente l'uso della cannabis per scopi medici.

E la DEA, anche se non ve ne siete mai siete accorti, ha come mandato il compito di far sì che il pubblico abbia una accresciuta percezione dei danni, per scoraggiare il consumo delle droghe. Ma come si fa a produrre una percezione accentuata dei rischi senza poi aumentare di fatto i pericoli e rischi... Sembra una questione filosofica ma è proprio quel che fanno e con questo vi lascio!

E
Exitable