Il dibattito in Svizzera

Exitable
20 May 2014

Interviene il capo della polizia cantonale di Neuchatel


Interviene il capo della polizia cantonale di Neuchatel

"Occorre legalizzare produzione e consumo di cannabis in ambito privato", dice Olivier Guéniat, capo della polizia giudiziaria del cantone di Neuchâtel e noto esperto in materia.

Secondo lui, il modello repressivo in vigore e' fallito. Il poliziotto e' appena rientrato dall'Uruguay, dove si e' recato con un gruppo di esperti e di una commissione federale.
"Abbiamo un mandato dall'ufficio federale di Sanita' pubblica, che ci ha finanziato il viaggio rispetto al quale dobbiamo stendere un rapporto su cio' che accade in quel Paese", ha dichiarato in una intervista comparsa oggi su un quotidiano dello stesso cantone, L?Express.


L'Uruguay a dicembre e' diventato il primo Paese al mondo ad approvare una legge che sottomette tutta la filiera della produzione della cannabis sotto l'autorita' dello Stato. Secondo questa legge, i consumatori di cannabis, maggiorenni e residenti in Uruguay e iscritti in un registro di consumatori, possono acquistare fino a 10 grammi di marijuana a settimana. Inoltre la cannabis puo' essere coltivata da privati per il proprio uso personale o acquistata in farmacia. "Io non vedo che aspetti positivi in questa esperienza" -dice Guéniat. "L'Uruguay e' convinto che questo provvedimento fara' diminuire poverta', violenza e criminalita'"... "avendo messo in funzione un sistema molto serio di monitoraggio" per verificare e sorvegliare gli effetti della legge,


Far sparire il mercato nero
E Svizzera accade la medesima cosa, "la sola repressione non risponde piu' ai problemi attuali", secondo il capo della polizia giudiziaria. "Il mercato della cannabis e' il primo mercato illegale nel nostro Paese. Se si vuol preservare la sicurezza pubblica, oggi minacciata da diverse violenze, occorre far sparire questo mercato dalle nostre strade".
"La stragrande maggioranza di consumatori, oggi viola la legge, ma questo non vuol dire che siano dei criminali". Guéniat propone quindi di limitare produzione e consumo di cannabis al solo ambito privato.
Lo Stato dovrebbe autorizzare i consumatori a organizzarsi a livello privato. Un permesso concesso a chi presentera' una domanda e paghera' una certa cifra all'anno, "per esempio, qualche centinaio di franchi".
"Con i soldi raccolti, lo Stato potrebbe finanziare delle iniziative di prevenzione e contro un uso troppo precoce". Parallelamente, la repressione potrebbe concentrarsi sul mercato illegale. "Le ammende comminate per la detenzione di cannabis nei luoghi pubblici dovrebbero essere molto piu' dissuasive rispetto ad oggi, per esempio 1.500 franchi".


Trovare un consenso
Secondo il poliziotto, "tutto il mondo e' convinto che una diminuzione della domanda trascinera' una diminuzione dell'offerta (sul mercato nero -ndr), e un miglioramento della sicurezza pubblica". Ma le opinioni divergono rispetto al metodo e alle conseguenze. Resta da capire, sul piano politico, perche' "cambiare la legge e' come toccare i fondamenti della nostra societa'", che tuttavia si dimostra ottimista. "Come si e' visto a Ginevra, dove i rappresentanti istituzionali sono ben informati, la loro percezione del problema cambia fino a trovare consenso in modo trasversale rispetto al quadro politico". Un gruppo interpartitico di deputati di Ginevra aveva proposto a marzo scorso, di autorizzare per tre anni nel cantone la coltivazione, distribuzione e consumo di cannabis nell'ambito di associazioni private. Questo sistema permetterebbe di controllare la qualita' dei prodotti e il loro tenore di THC, nonche' di separare i mercati della cannabis da quelli delle droghe piu' pericolose.


Fonte: ADUC

 

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