Dab!
Ci sono così tanti modi per creare un estratto a partire dalle piante ancora di più per usare questo estratto. Si possono produrre prodotti commestibili, come caramelle, biscotti, barrette e mettere anche del burro in un pasto succulento. Penso che l’estratto più diffuso sia l’hashish, soprattutto perché è facile da estrarre e da fumare ed è un buon concentrato potente. L’hashish in genere è un pezzo secco solido, soprattutto se viene estratto con il metodo bubble hash. Negli ultimi dieci anni, sono state lanciate le Vape-pen e tutti hanno cominciato a volere l’estratto di olio da metterci. Si fuma molto bene controllando la temperatura della vape-pen. Per l’estrazione dell’olio bisogna utilizzare un solvente, perché la miscela in forma liquida permette già una facile transizione nell’olio che brucia molto bene nella vape-pen. Di Golgi Apparatus
Ma c’è sempre anche la seconda migliore scelta e se fate uso di cannabis o se avete familiarità con il settore, negli ultimi anni avrete sentito sicuramente parlare di dab e dabbing. Non sono completamente nuovi per i coltivatori più navigati e i produttori di estratti, ma fino agli ultimi anni, produrli non è stato così facile. Con l’avvento di metodi più avanzati e semplici da usare, la produzione e l’utilizzo dei dab sono esplosi. A tutti piacciono i dab! Per essere precisi, la parola dab in genere si riferisce a un pezzo di concentrato posto su di una superficie calda perché bruci istantaneamente, affinché se ne inali il fumo. E non stiamo parlando solo del caro vecchio coltello caldo! Ci sono diversi rig prodotti specificamente per il dabbing in commercio, simili a normali pezzi di vetro e che possono essere un’estensione di un pezzo che avete già. Di solito però anziché la superficie di una tazza standard, avrete una forma a cilindro, a volta con la forma di un chiodo o di un cono fatto di vetro internamente, che vi permette di scaldare la superficie con una torcia al butano e direzionare il fumo attorno ad esso mentre inalate. I dab inizieranno a bruciare nel secondo in cui toccano la superficie calda. La cosa migliore del dabbing è l’effetto intenso prodotto con una quantità così limitata. È questo il fascino che esercita su tutti noi fan. I dab in generale sono molto più forti dell’hashish. Danno l’effetto più potente e migliore fra tutti i concentrati fumabili, secondo la mia umile opinione. Alcuni hanno dei metodi per estrarre determinati cannabinoidi, come il CBD non psicoattivo, ottimo dal punto di vista medico, ma per l’effetto potente e intenso che si ottiene con i dab, la cosa migliore è il THC.
Ma per ottenere un estratto perfetto per i dab ci vuole arte, perché bisogna raggiungere una consistenza più vigorosa rispetto agli oli, ma neanche un pezzo di cristalli super asciutto. L’estratto migliore per il dabbing si presenta sotto forma di sostanza cerosa morbida che chiamiamo budder o cera; oppure una sostanza semidura, di colore chiaro, simile a una caramella, che generalmente si definisce shatter. La preferita per i fan è lo shatter, perché poterla plasmare e rompere a temperatura ambiente la rende ideale da applicare al rig per fumarla. Anche se si può plasmare, si dovrebbe comunque usare uno strumento per dab per fumarla, che è semplicemente un bastoncino di metallo, con la forma di una penna, una parte per sostenerlo e un’estremità con cui si può far toccare la superficie calda del rig allo shatter o cera.
Uno dei metodi di estrazione più diffusi di recente è il BHO (olio di hashish butano), in cui si usa il butano per estrarre i cannabinoidi, ottenendo così un liquido chiaro che contiene l’estratto e il butano. Il butano evapora quasi completamente a temperatura ambiente, perciò, quando il butano evapora, ottenete una sostanza collosa simile al miele chiamata BHO. È un altro ottimo metodo di estrazione e permette di ottenere ottimo olio che si può fumare anche se contiene questa piccola quantità di solvente. Non è quindi pulito e senza impurità al 100%, ma si tratta davvero di una piccolissima frazione che rimane intrappolata quando è legata all’estratto ed è un infinitesimale 0,999% di butano che non evaporerà nell’aria da sé. Non riuscirete poi a farla uscire dallo stato di miele colloso finché non vengono eliminate tutte le impurità. Portarla allo stato di shatter o cera richiede l’eliminazione di tutte le impurità dal BHO e può essere difficile. In genere viene fatto in modi diversi, utilizzando una fonte di calore (in genere un forno o una superficie calda) e una camera per fare il vuoto ad alta potenza e un sistema di pompaggio, che elimina fino all’ultima delle impurità, creando un fantastico shatter e cera. Sono in commercio questi forni speciali, superfici calde e sistemi per il vuoto/di pompaggio progettati specificamente per produrre shatter, ma possono essere piuttosto cari. Da coltivatore, ho già speso un bel po’ di soldi per le luci, i nutrienti, le nuove varietà e altro e visto che questo lo ottengo con le parti potate, voglio che l’estratto sia un bonus extra per chi coltiva e non l’ennesimo investimento.
Questo nuovo metodo l’ho chiamato il Metodo dell’albero – Bubble Shatter, dopo che me lo ha insegnato un mio amico. Se siete come me e volete uno shatter semplice, pulito, senza solventi e delizioso per il dabbing che non vi costi un occhio della testa, allora questo metodo fa per voi.
Per cominciare, dovete sapere come produrre bubble hash, che è a detta di tutti il miglior metodo in circolazione. Non utilizza solventi per l’estrazione e se utilizzate l’osmosi inversa o l’acqua distillata, non avrete impurità ed è anche facilissimo da fare. Ovviamente, dipende anche dalla freschezza e dalla bontà delle vostre piante, ma otterrete un’ottima resa se lo tenete molto al freddo, lo agitate e lo fate molto velocemente. L’unico trucco in questo è assicurarsi di non saltare la fase di pressatura con il filtro a rete. Tutti i set in commercio per il bubble contengono da 4 a 8 borse diverse, ciascuna con maglie diverse a livello di micron: da 25, 45, 73, 90, 120,160, 190 e 220 micron (borsa da lavoro), oltre a un filtro a rete da 25 micron per la pressatura per far uscire la maggior parte dell’acqua dall’estratto bubble prima di lasciarlo ad essiccare. Il filtro di ogni borsa con una differenza a livello di micron della maglia raccoglierà sul fondo tricomi di dimensione diversa e la più fine, una borsa da 25 micron, dovrebbe essere messa sempre per prima nel secchio, sul fondo, per poi disporre a seguire le altre in ordine crescente di maglia, dal numero minore al numero maggiore di micron. È consigliabile usare almeno un paio di borse diverse, perché non si sa mai cosa conterrà la varietà che utilizzate e le ghiandole possono avere dimensioni diverse. La maggior probabilità di ottenere il bubble di migliore qualità l’avrete usando borse con micron che vanno dai 73 ai 120. Anche le altre borse vi permettono di ottenere ottimo hashish o di catturare eventuali elementi di contaminazione prima che passino nella borsa seguente, quindi tenetele comunque presenti. Nelle borse da 220 micron, più in alto, avrete il ghiaccio e il materiale vegetale e dovete riempire con acqua. Dovete poi semplicemente mescolare o agitare la miscela per 15 minuti, assicurandovi di agitarla bene affinché si formi della schiuma in superficie. Lasciate poi riposare per 30 minuti circa tutti i cristalli agitati affinché si adagino e siano raccolti nelle varie borse a seconda dei micron.
Poi va tolta una borsa alla volta, raschiando l’estratto da ogni filtro a rete delle borse e mettendolo sul filtro a rete per la pressatura. Ad alcuni piace utilizzare molte borse diverse, alcuni ne usano meno, ma sta davvero a voi la scelta. Ho notato che se si usano almeno 3 borse diverse, con i 25 micron che raccolgono le parti più piccole, i 73 micron che raccolgono la maggior parte del prodotto e i 220 micron della borsa da lavoro che raccolgono il materiale vegetale e la miscela di acqua e ghiaccio, si ottiene un’ottima resa. Una volta ottenuto il prodotto finale, nel filtro a rete per pressarlo utilizzate un asciugamano o dello scottex e un mattarello per far uscire più acqua possibile, perché se non lo farete, le impurità contenute nell’ora verde acqua saranno presenti nel prodotto finale. Per il prodotto finale, lasciate il bubble hash ad asciugare completamente, per circa 24-48 ore, il che lo renderà asciutto ma comunque fresco. Il prodotto finale è il nostro punto di partenza del procedimento per ottenere lo shatter.
Per questo procedimento avrete bisogno di quanto segue:
- Pinza 270 kg da 15 cm (di quelle utilizzate nella produzione di legno e nell’edilizia) -Filtro a rete per la pressatura (compratene uno nuovo per questo metodo perché non potrete riutilizzarlo) - 1 piastra elettrica per capelli - Carta da forno - Pistola a infrarossi per la temperatura - Borsa con ghiaccio (facoltativo) Iniziate tagliando i bordi del filtro per la pressatura e tagliandolo poi in quadratini da circa 5 cm e metteteli da parte. Tagliate poi la carta da forno in rettangoli più grandi, di circa 15 x 25 cm. Accendete la piastra per capelli e tenete sotto controllo la temperatura e quando raggiunge 138 gradi centigradi, cercate di mantenerla tale. La pistola a infrarossi per rilevare la temperatura è la soluzione migliore per rilevare la temperatura di qualsiasi superficie e la temperatura è legata direttamente alla quantità di pressione richiesta. Per esempio, se doveste utilizzare una pressa idraulica, che esercita moltissima pressione, avreste bisogno di soli 93 gradi centigradi, a rischiereste di danneggiare la piastra. Nel nostro caso, dato che utilizziamo la pinza che esercita 270 kg di pressione, avremo bisogno di 138 gradi. Per sapere la resa, inizio sempre con la stessa quantità, pesata, di bubble hash, 1,4 grammi per ogni nuova serie. Prendo poi un pezzo di carta da forno e la piego a metà, mettendo la quantità pesata di bubble hash nella piega e usando poi il calore delle mani per arrotolarla e darle una forma allungata. Se il calore delle mani non è sufficiente, potete scaldarlo con la piastra per capelli, ma non pressate. Togliete il pezzo di bubble hash dalla carta da forno e mettetelo al centro di uno dei quadratini da 5 cm che avete ritagliato nel filtro a rete e ripiegatelo con attenzione attorno al pezzo: per questo cominciate dal lato lungo e ripiegatelo poi sopra al pezzo, ritagliando eventuali parti in eccesso e poi piegate l’altro lato lungo e tagliate di nuovo eventuali parti in eccesso. In questo modo avrete un lato del pacchetto con solo lo spessore del filtro a rete e l’altro lato con uno spessore doppio, derivante dalla piega. Prendete poi le estremità corte e ripiegatele sulle parti lunghe, lasciando il lato opposto con uno unico spessore dato dal filtro. Rimettete poi il pacchetto contenente il pezzo nella metà piegata della carta da forno, nel senso della lunghezza, senza ripiegarla attorno al pezzo perché vogliamo avere abbastanza spazio per raccogliere l’estratto e useremo quindi questo per pressare: lasciate quindi i quasi 10 cm di carta da forno come sono sul lato del pezzo. Nulla s’incolla alla carta da forno ed è fatta proprio per essere utilizzata con il caldo, quindi è ottima per questo tipo di estrazione. A questo punto abbiamo bisogno della piastra per capelli, quindi utilizzate la temperatura a infrarossi per assicurarvi che la temperatura sia stabile a 138 gradi centigradi. Preparate la pinza chiudendola per bene in modo tale che sia sufficientemente chiuso per farci entrare la piastra in mezzo. A me piace farlo arrivare a temperatura perfettamente e staccare la spina prima di metterlo nella pinza, per sicurezza e anche per assicurarmi che non si surriscaldi. Mettete poi il pacchetto contenuto nella carta da forno all’interno della piastra per capelli nel senso della lunghezza in modo tale che venga pressato tutto il pezzo e chiudete bene il più possibile: mi raccomando, ci vuole forza per farlo. Più fate forza, meglio è! Ecco perché utilizziamo la pinza da 270 kg di pressione, perché è uno strumento a prezzo contenuto ma che assicura la forza necessaria per portare a termine il lavoro. Pressare questi piccoli pacchetti vi assicura di ottenere il massimo dai vostri pezzi da 1,4 grammi, con la pressione e il calore utilizzati. È qui che pressiamo il più possibile la pinza e dobbiamo tenere premuto per circa 30-60 secondi e poi aprire il blocco del morsetto e lasciare andare la pressione. Vedrete l’estratto colloso che esce dal filtro a rete per la pressatura e che va a finire sulla carta da forno. Togliete poi il pezzo e piegate l’estratto su se stesso varie volte affinché diventi un unico pezzo. Se avete la borsa col ghiaccio potete toccare la carta da forno che contiene l’estratto di shatter e raffreddarlo velocemente per ottenere la forma. È ora il momento di usare nuovamente la pesa e vedere quanto ha reso. Con la maggior parte delle varietà si tende a ottenere una resa del 60%, quindi per 1,4 grammi di bubble che ho utilizzato, si ottengono circa 0,75 grammi di shatter. Per quanto è buono e concentrato, è un ottimo risultato. Ed è una prelibatezza chiara e deliziosa per il dabbing. Potete poi preparare un altro pacchetto e ripetere il processo con il resto del bubble hash. Potete anche utilizzare il pezzo già pressato e fare una seconda pressatura e ne otterrete ancora un po’ con la seconda tornata, ma la qualità non sarà quella del primo procedimento, quindi tenetelo separato dal prodotto del primo procedimento. Anche dopo la seconda pressatura, potete immergere i pacchetti con filtro a rete nell’alcol, come Everclear, ed estrarre ancora da quanto è rimasto. Adesso avete un bellissimo pezzo di shatter chiaro e delizioso: e via di dab!
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Soft Secrets