Coffeeshop tedeschi?
Che Berlino sia una città, come si suol dire, "avanti", lo possono testimoniare quanti hanno avuto la fortuna di visitare quella che ancora oggi è la città del Muro. Tollerante, dinamica, aperta alle sperimentazioni, economica, con un fittissimo calendario di concerti e manifestazioni e una vivissima cultura underground. Berlino è "avanti" perché storicamente è stata costretta ad incarnare il compromesso tra realtà antitetiche o, come direbbero in tedesco, due opposte Weltanschauungen: una città che per quasi 40 anni ha vissuto divisa a metà e che, una volta riunita, è arrivata ad essere - secondo la classifica stilata dall'associazione Youthful Cities - la seconda città al mondo in cui è meglio vivere per i giovani tra i 15 e i 30 anni. So cool!
Che Berlino sia una città, come si suol dire, "avanti", lo possono testimoniare quanti hanno avuto la fortuna di visitare quella che ancora oggi è la città del Muro. Tollerante, dinamica, aperta alle sperimentazioni, economica, con un fittissimo calendario di concerti e manifestazioni e una vivissima cultura underground. Berlino è "avanti" perché storicamente è stata costretta ad incarnare il compromesso tra realtà antitetiche o, come direbbero in tedesco, due opposte Weltanschauungen: una città che per quasi 40 anni ha vissuto divisa a metà e che, una volta riunita, è arrivata ad essere - secondo la classifica stilata dall'associazione Youthful Cities - la seconda città al mondo in cui è meglio vivere per i giovani tra i 15 e i 30 anni. So cool!
Che Berlino sia una città, come si suol dire, “avanti”, lo possono testimoniare quanti hanno avuto la fortuna di visitare quella che ancora oggi è la città del Muro. Tollerante, dinamica, aperta alle sperimentazioni, economica, con un fittissimo calendario di concerti e manifestazioni e una vivissima cultura underground. Berlino è “avanti” perché storicamente è stata costretta ad incarnare il compromesso tra realtà antitetiche o, come direbbero in tedesco, due opposte Weltanschauungen: una città che per quasi 40 anni ha vissuto divisa a metà e che, una volta riunita, è arrivata ad essere – secondo la classifica stilata dall'associazione Youthful Cities – la seconda città al mondo in cui è meglio vivere per i giovani tra i 15 e i 30 anni. So cool!
Ma Berlino potrebbe tranquillamente guadagnarsi la medaglia d'oro perché, in un futuro non troppo lontano, a Kreutzberg – quartiere multiculturale per eccellenza della capitale tedesca e polo d’attrazione per alternativi e controculture d’ogni specie – potrebbe arrivare il primo coffe shop tedesco, dove acquistare e consumare liberamente cannabis e i suoi derivati. Stando a quanto hanno riportato le maggiori testate, i rappresentanti locali del quartiere Friedrichshain-Kreuzberg hanno deliberato lo scorso 28 novembre l'approvazione all’apertura di una rivendita autorizzata all’interno del Görlitzer Park. È bene sapere che Görlitzer Park – famoso per la gradinata “Fuck Yuppies, Hate Cops” – è un po' la Christiania di Berlino, una specie di zona franca in cui è possibile trovare con estrema facilità dell'ottima marijuana (quando si ha fortuna anche del buon Charas) a prezzi assolutamente politici. Le tariffe le fanno i simpatici africani che affollano i cespugli del parco ed è possibile fumare liberamente al suo interno, la Polizei non ci mette quasi mai piede o, se lo mette, si concentra sugli spacciatori.
Il progetto era stato proposto qualche mese fa da Monika Herrmann, la sindaca del distretto appartenente al partito dei Verdi. Preso atto della situazione di illegalità manifesta presente nel parco – anche in Germania la cannabis è illegale, punibile fino a 5 anni di reclusione –, la sindaca ha deciso che sarebbe stato meglio veicolare il commercio secondo canoni più regolamentati, attraverso la vendita – solo ai maggiorenni, ovviamente – di sostanze controllate sia nella composizione che nella provenienza. La novità tutta tedesca, rispetto ai cugini olandesi, sarebbe la presenza di operatori specializzati all'interno del “punto vendita”, in modo da poter fornire assistenza medica e psicologica ai clienti che ne avessero necessità. Nelle idee della Herrmann, la cannabis venduta a Görlitzer Park dovrebbe essere poi coltivata a livello locale, possibilmente a chilometro zero.
La terza via berlinese alla legalizzazione della cannabis è però ancora decisamente in forse. La strada per avviare un commercio di questo tipo è lunga e complicata: dato il particolare ordinamento federale, la discussione dovrebbe passare, prima, per l'approvazione dei Länder e poi, in un secondo momento, ottenere anche il beneplacito parlamentare. Ad oggi i diversi Länder, le macro-regioni che compongono la Germania riunificata, hanno differenti livelli di tolleranza rispetto al consumo personale – a Berlino è fissata a 15 grammi – e gli interrogativi giuridici da dissipare sono ancora molti.
Dal Senato di Berlino, nei mesi scorsi, è già arrivato il primo stop: secondo Christine Köhler-Azara, che fa parte del Drogenbeauftragter, il corrispondente del nostro DPA, «un’eccezione legislativa per garantire l’apertura di un negozio di commercio controllato al Görlitzer Park è molto improbabile. Perché ciò avvenga, infatti, bisognerebbe cambiare la legge nazionale sugli stupefacenti» che più che suggerire la liberalizzazione è più orientata alla repressione e all'assistenza sanitaria. Secondo Monika Hermann, il punto vendita di Görlitzer Park non sarà propriamente un coffee shop sul modello di Amsterdam. L’esempio da seguire non è quello dei punti vendita olandesi, eppure quest'epigone teutonica del nostro Giovanardi non crede che la giurisdizione regionale possa contrastare la legge federale.
Al momento infatti, l'annosa questione della depenalizzazione della marijuana non trova moltissimo supporto a livello politico. Nonostante i socialdemocratici della SPD, la sinistra e il Partito Pirata stiano reclamando una politica sulle droghe meno restrittiva, i conservatori della CDU (il partito di Angela Merkel) vogliono mantenere lo status quo e preferiscono che sia la Polizei ad occuparsi del problema. Se infatti volessimo dare uno sguardo ai dati sulla repressione del solo Görlitzer Park, scopriremo che solo nei primi 7 mesi del 2013 la polizia tedesca ha organizzato circa 60 raid, arrestando 90 persone per specifica violazione della legge anti-droga.
Quello che però ci preme segnalare e, al contempo ci riempie il cuore di gioia, è che il distretto di Friedrichshain-Kreuzberg ha comunque deliberato a maggioranza quasi assoluta il via libera all’elaborazione di un progetto pilota, ideato in collaborazione con alcuni centri specialistici, che dovranno trovare la formula adatta per dare il via ad un'erogazione controllata di cannabis agli avventori del negozio. Si tratterebbe del primo esperimento di questo tipo in Germania e il progetto pilota dovrebbe essere pensato per passare il vaglio dell'Istituto Federale per le droghe di Bonn. C’è infatti un paragrafo della legge sui narcotici secondo cui il divieto di vendita per la cannabis potrebbe essere cancellato se ci fossero fondati motivi scientifici, o un preciso interesse pubblico.
In queste settimane il progetto è in corso di dibattito al parlamento regionale di Berlino e, sebbene i più rimangano scettici, uno dei fattori decisivi per passare dalla teoria di Görlitzer alla pratica sarà il voto dei tedeschi alle prossime elezioni. Georg Wurth, uno dei più noti antiproibizionisti della scena berlinese ammette che «con un governo conservatore potrebbero ancora sussistere molti problemi e ci vorranno molti anni prima che si possa depenalizzare anche in Germania ma – spiega Wurth – sono comunque entusiasta della proposta di Kreutzberg e penso che la cosa si farà. È solo questione di tempo». Ce lo auguriamo davvero anche noi.