Clonare è facile
La cannabis è una pianta annuale che in natura nasce dal seme. Tuttavia questa non è l'unica maniera di riproduzione, è infatti possibile moltiplicare piante di cannabis attraverso propagazione vegetativa. Clonare piante di cannabis è un'operazione abbastanza semplice e con alcuni accorgimenti possiamo ottenere degli ottimi cloni con una resa sorprendente.
La cannabis è una pianta annuale che in natura nasce dal seme. Tuttavia questa non è l'unica maniera di riproduzione, è infatti possibile moltiplicare piante di cannabis attraverso propagazione vegetativa. Clonare piante di cannabis è un'operazione abbastanza semplice e con alcuni accorgimenti possiamo ottenere degli ottimi cloni con una resa sorprendente.
La cannabis è una pianta annuale che in natura nasce dal seme. Tuttavia questa non è l'unica maniera di riproduzione, è infatti possibile moltiplicare piante di cannabis attraverso propagazione vegetativa. Clonare piante di cannabis è un'operazione abbastanza semplice e con alcuni accorgimenti possiamo ottenere degli ottimi cloni con una resa sorprendente.
Le nostre piante madri a questo punto avranno due mesi di età, perfette per essere clonate.
Innanzitutto, lavorare in un ambiente pulito e ordinato facilita le operazioni da condurre. Per prima cosa dobbiamo procurarci il materiale da lavoro: bisturi, forbici, jiffy o cubi di lana roccia, incubatrice, tubi fluorescenti tipo T5 o T8, polverizzatore, ormoni radicanti tipo Clonex e olio di neem o piretro.
Personalmente, oltre al materiale elencato, per aiutare a superare la fase di shock, ad accelerare la formazione di radici e a fornire elementi essenziali al clone per sopravvivere, utilizzo vari prodotti come trichoderma e micorriza, vitamina B1 ed estratto di ortica. Consiglio di irrigare le nostre piante madri con una soluzione nutriente a basso contenuto di azoto (N), per una settimana, prima di procedere con l'operazione di taleaggio: l'azoto affatica la formazione di radici.
Per prima cosa prepariamo una soluzione contenente trichoderma o micorriza e vitamina B1, regoliamo il Ph entro un valore tra 5.5 e 7.0 e bagniamo i cubi di lana roccia o dischi di torba, che ospiteranno le future piantine, con la soluzione nutritiva. Questi elementi sono fondamentali nella fase di radicamento, aiutando le talee ad assorbire i nutrienti necessari. Ora possiamo incominciare ad asportare i nostri cloni, ricordando sempre di sterilizzare la lama del bisturi con alcool puro.
La talea può essere asportata da diverse parti di una pianta: nei rami inferiori della pianta risiede una concentrazione maggiore di ormoni responsabili del radicamento ma anche dagli steli superiori possiamo conseguire degli ottimi risultati. Evitiamo i rami troppo grossi perché fanno fatica a radicare. Quindi scegliamo un ramo o la parte finale di esso, lungo circa 12–15 cm, che abbia almeno una coppia di foglie e con il bisturi tagliamo nel punto deciso, con un'angolazione di 45°. Il taglio a 45° evita sulla pianta madre la formazione di plaghe intorno alla parte recisa.
Immergete subito il gambo della talea in un bicchiere d'acqua, ciò evita la formazione di una bolla d'aria all'interno dello stelo che provoca la morte del giovane clone. Una volta asportate le talee necessarie, passiamo alla seconda fase. Prepariamo gli steli asportati ad essere trapiantati. Innanzitutto puliamo la base dello stelo da eventuali foglie; se alla base dello stelo sono presenti internodi fogliari, sono i punti perfetti per far radicare le nuove piantine. Successivamente, con una forbice sterilizzata tagliamo tutte le punte delle foglie presenti sulla parte terminale del rametto, mi riferisco alla coppia di foglie menzionate precedentemente.
È importante tagliare la punta delle foglie perché agevola la respirazione fogliare: nei primi giorni di vita le talee si nutrono esclusivamente attraverso l'apparato fogliare. Prepariamo una soluzione contenente estratto di ortica e regoliamo il Ph ad un valore tra 5.5 e 7.0. Anche l'olio di neem è ottimo in questa fase. Imbeviamo le talee completamente nella soluzione per qualche secondo. Dopo averle tirate fuori dalla soluzione, immergiamo circa 2 o 3 cm della base dello stelo nella boccetta di Clonex o di qualsiasi ormone radicante: tiriamolo fuori e inseriamolo nell'apposito cubo di lana roccia.
Ripetiamo l'operazione con tutti i cloni di cui disponiamo. Etichettiamoli e sistemiamo le future piantine all'interno di un incubatrice. Sistemiamo la coppia di tubi fluorescenti in cima all'incubatrice, ad una distanza di 2-5 cm dalle talee e impostiamo il fotoperiodo ad un regime di 24h di luce. Prima di chiudere l'incubatrice, è importante spruzzare le talee con un polverizzatore. Il clima ideale per far crescere le nuove piante è una temperatura di 25-26°C e umidità sopra il 70%. Sarà necessario polverizzare le piantine almeno due volte al giorno per mantenerle idratate.
Nei periodi più caldi fate molta attenzione, giudicate voi stessi il fabbisogno idrico. Se disponete di un tappeto termico, posizionatelo sotto la base dell'incubatrice: la base calda favorisce una rapida formazione di radici ma allo stesso tempo ci costringerà a polverizzare più spesso i cloni, che altrimenti seccheranno. Tuttavia utilizzando un piccolo umidificatore risulta facile mantenere un ambiente abbastanza umido. Ricordate, è di vitale importanza per le nostre talee, un tasso di umidità al di sopra del 70%. Polverizzare un poco di estratto di ortica ogni 4-5 giorni, aiuta le talee a mantenersi in ottima forma. In circa dieci giorni i cubi di lana roccia si riempiranno di radici: a questo punto i cloni saranno radicati.
Per mantenere sane le nostre talee all'interno dell'incubatrice sono indispensabili alcuni accorgimenti. Innanzitutto le radici devono essere costantemente umide: eliminiamo il tappeto termico e sulla base dell'incubatrice, questa volta all'interno, sistemiamo uno strato di argilla espansa e bagniamola con una soluzione nutritiva leggerissima. Una soluzione contenente funghi micorriza o trichoderma è perfetta.
L'argilla trattiene bene l'umidità e allo stesso tempo fa circolare anche l'aria, evitando in questo modo che i cloni muoiano per asfissia radicale. Evitiamo di far stagnare l'acqua perché potrebbe far marcire le radici. Inoltre, consiglio vivamente di pulire spesso i giovani cloni da foglie marce e steli, soprattutto gli steli imputridiscono a tal punto da provocare marciume a catena, perciò eliminateli. Quando i cloni incominciano a sviluppare nuovi palchi fogliari, saranno pronti per essere trapiantati in contenitori da 0.2 litri o più grandi.
Prima di trapiantare sistemiamo uno strato di argilla espansa sul fondo del vaso, riempiamolo di terra tipo light mix e facciamo un foro che ospiterà le talee, spargiamo un pizzico di polvere di micorriza o trichoderma nel foro e trapiantiamo. Il substrato non deve essere molto pressato, altrimenti le radici soffocheranno, se necessario mescolate un poco di perlite quando preparate la terra. Non dimenticate di irrigare le piante dopo il trapianto, bagnate il terreno con una soluzione nutriente poco concentrata con Ph 6.0. Manteniamo il fotoperiodo a 24h di luce. A questo punto avviamo la fase vegetativa delle nostre piante in attesa di decidere quali piante madri hanno superato la prova di selezione.