Claudia, con te se n’è andata una combattente
Sullo scorso numero non abbiamo fatto in tempo a salutarla: quel cancro bastardo ce l’ha portata via quando avevamo già consegnato le bozze per l’uscita di luglio. Claudia Sterzi, militante radicale e un volto tra i più belli dell’antiproibizionismo, ci ha lasciati lo scorso 19 giugno dopo aver lottato come una leonessa contro un male che nessuna cura ha potuto guarire.
Segretaria dell’Associazione radicale antiproibizionisti e braccio destro di Emma Bonino – che l’aveva voluta portare con sé alla Farnesina – Claudia non ha mai amato le luci della ribalta e chi la conosceva lo aveva fatto di persona, incontrandola a una delle migliaia di iniziative dei Radicali o ascoltando il suo utilissimo notiziario dedicato al fallimento della guerra alla droga, sempre sulle frequenze di Radio Radicale.
Per decenni la sua battaglia è stata l’antiproibizionismo: ha lottato per la decriminalizzazione di milioni di persone coinvolte come consumatori, coltivatori o manovalanza nei traffici, ha inveito contro la corruzione e la violenza che il narcotraffico si trascina dietro come corollario ed ha continuato a fare informazione, con poche opinioni e molti fatti. Era convinta che fino a che dura la strategia proibizionista, il narcotraffico prospererà e si espanderà. E la storia e le cronache continuano a darle ragione. Con Claudia abbiamo perso una persona preziosa, una scrittrice eccelsa, una donna “attenta alla proporzione fra le cose vicinissime e il resto del mondo” come l’ha definita, salutandola, Adriano Sofri.
Chiamava i suoi oncologi “pusher” e non mancava mai di essere brillante e pungente, fosse un post su Facebook, una conferenza stampa o un comizio elettorale. Ha sostenuto con coraggio e dedizione le sue tesi antiproibizioniste in tutti i consessi in cui è stata chiamata a parlare, dall’Europa alle Nazioni Unite. Ironica, sarcastica e pungente, sempre felice di accogliere nuove compagne e compagni, considerava fondamentale dialogare con tutte le realtà antiproibizioniste per riuscire a raggiungere i non semplici obiettivi prefissati.
Da segretaria dell’Associazione radicale antiproibizionisti, sottolineava sempre che il nome stesso stava a significare che non si trattava semplicemente di una associazione radicale antiproibizionista o di una associazione di radicali antiproibizionisti, ma di una associazione radicale – e quindi non violenta – di antiproibizionisti, radicali e non. Claudia, col suo tipico accento toscano, ci raccontava cosa succede nel mondo del proibizionismo – imperdibile il suo vlog “Leggera Euforia” – celebrando i successi, come l’abolizione della Fini-Giovanardi, ma senza mai chiudere il suo attento occhio critico.
Ha fatto guerrilla growing con Rita Bernardini, ha piantato lei stessa sul balcone della sua casa Roma chiedendo di essere arrestata e ha sempre difeso a spada tratta i diritti dei pazienti, trovandosi suo malgrado a far parte della categoria. Ha combattuto la sua ultima battaglia contro il male che ne ha distrutto il corpo ma non lo spirito. E fino a che le sue dita hanno avuto la forza di farlo, non ha mai mancato di farci sapere il suo pensiero. È questo il momento di prendere la bandiera della sua vita e alzarla ancora alta, perché i corpi possono anche morire, ma le idee no. E delle sue continueremo sicuramente a fare tesoro.
Grazie di tutto Claudia La redazione di Soft Secrets