Cannabis: un’industria in forte crescita soprattutto dopo il Covid

Maria Novella De Luca
09 Nov 2021

Il 2020 è stato un anno che sicuramente ha scritto pagine importanti della storia del mondo intero. I primi mesi hanno visto affrontare una pandemia globale che ancora oggi, in qualche modo rende fragili noi e l'economia di tutto il mondo.


Nonostante la pandemia, aziende chiuse, inflazione in aumento e smartworking per i più fortunati, vi sono stati però, dei settori che in questo periodo buio e difficile hanno visto la luce, pensiamo ad esempio agli e-commerce e in particolar modo a quelli adibiti alla vendita di cannabis light. Solo durante il primo lockdown le vendite registrate, non solo nel nostro paese ma soprattutto in America, sono state pari a quelle dell’intero anno 2019.

Le vendite che hanno raggiunto i 20 miliardi di dollari, nel 2020, sono in procinto di raggiungere i 26 miliardi di dollari quest'anno e si prevede che saliranno ancora fino a 45,9 miliardi di dollari nel 2025. Questo secondo i dati del Marijuana Business Daily condivisi al MJBizCon, la più antica e più grande fiera nazionale di cannabis d’America, che si è tenuta presso il Las Vegas Convention Center (LVCC) dal 20 al 22 ottobre.

"Nonostante le enormi incertezze che abbiamo dovuto affrontare durante la pandemia, una cosa è diventata chiarissima: l'industria della cannabis chiede a gran voce di svilupparsi" ha affermato Chris Walsh, CEO di MJBiz, che ha ospitato la conferenza annuale a Las Vegas. Walsh ha definito l’incontro di quest'anno particolarmente significativo in quanto "ha rappresentato il più grande raduno di professionisti globali della cannabis degli ultimi due anni e ha sottolineato la crescita, la resilienza e la maturazione del settore durante uno dei periodi più difficili della nostra vita". E infatti questo grande evento ha confermato le aspettative ma soprattutto il fatto che l'industria della cannabis in America è fiorente e in costante crescita. Promotori e investitori dei diversi segmenti che compongono l’ecosistema del businness della cannabis, veterani o nuovi arrivati, si sono riuniti in questa tre giorni per confrontarsi all’insegna di un mercato sempre più fiorente.

La fiera si è inaugurata il martedì con forum su canapa, finanza e scienza, nonché con la Giornata delle Associazioni che ha dato modo a organizzazioni non profit di cannabis e gruppi commerciali di entrare in contatto con professionisti interessati a sostenere il loro lavoro in materia di equità, riforma della giustizia e sostenibilità. “Nonostante la pandemia globale, catene di approvvigionamento scombussolate, e una lotta in corso per legalizzare la marijuana a livello federale, i quasi 46 miliardi di dollari di vendite che si prevedono per il 2025, renderebbero l'industria della cannabis più grande dell'industria della birra artigianale” ha affermato ancora Chris Walsh nel suo discorso di apertura della fiera "e questi sono numeri potenzialmente prudenti rispetto a ciò che stiamo vedendo".

In effetti le vendite a valanga negli Stati Uniti non dovrebbero essere una sorpresa. Oggi la maggior parte degli americani vive in uno stato in cui una qualche forma di cannabis è legale. Più di due terzi degli stati degli Stati Uniti hanno legalizzato la cannabis medica, di questi, 18 hanno legalizzato la cannabis per uso ricreativo. Quindi se è vero che l'industria della cannabis ha ricevuto una forte spinta nell'era della pandemia, è anche vero che ciò che si è registrato negli ultimi 12-18 mesi ci mostra che c'è di più oltre l’onda d’urto che questo canale ha ricevuto dal Covid. Le vendite, infatti, hanno continuato ad accelerare a un ritmo record nei mercati degli Stati Uniti, in particolare in stati come il Colorado, Washington e l'Oregon. Non molto tempo fa, in questo settore erano rari gli affari con numeri così elevati. Ora, invece, si stanno verificando in rapida successione: l'ultimo caso è quello dell'azienda di e-commerce e tecnologia Dutchie, che nel mese scorso ha guadagnato 350 milioni di dollari. La società con sede a Bend, in Oregon, già a Marzo aveva guadagnato 200 milioni di dollari.

"Dutchie lavora con oltre 5000 dispensari in tutte le aree geografiche legali del Nord America e produce oltre 14 miliardi di dollari di vendite all’anno per i nostri dispensari", ha affermato Ross Lipson, CEO e co-fondatore di Dutchie in un’intervista per Reuters sottolineando anche che, nell’ultimo anno, il numero di dispensari, è più che raddoppiato.

Oltre a questi numeri da capogiro che riguardano le vendite, un altro elemento prioritario in periodo di profonda crisi globale innescata dal Covid-19 riguarda l’occupazione, cioè i posti di lavoro assicurati dalla nascita e sviluppo di società dedicate alla produzione, lavorazione e vendita di cannabis. Lo conferma Karson Humiston, CEO e fondatrice di Vangst, una piattaforma di reclutamento di posti di lavoro incentrato sull'industria della cannabis presente, tra le altre, alla fiera a Las Vegas. Nel 2020 si contano 321.000 posti di lavoro a tempo pieno nell'industria della cannabis, rispetto ai 234.700 dell'anno precedente, secondo un rapporto pubblicato all'inizio di quest'anno da Whitney Economics.

Il tasso di crescita del numero di nuovi posti di lavoro legati alla cannabis rappresenta un aumento medio del 27,5% ogni anno, il che pone l'industria della cannabis in prima linea nel tasso di crescita di un numero di nuovi posti di lavoro tra tutte le altre industrie americane.

In totale, negli ultimi quattro anni, il numero di posti di lavoro nell'industria della cannabis è aumentato del 161%, con una porzione significativa,come si può immaginare, nello stato della California, capitale mondiale della cannabis e una delle più potenti economie del mondo.

Sebbene quindi, persistano ancora incertezze il mercato della cannabis rappresenta una gran bella sfida e una grandissima opportunità di crescita del mercato che non andrebbe sottovaluta e persa. 

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Maria Novella De Luca