Cannabis o diossina
L'appello del dott. Garattini contro la cannabis,e le sue tesi sulla diossina che non fa male
L'appello del dott. Garattini contro la cannabis,e le sue tesi sulla diossina che non fa male
Sulla rivista "Oggi" uscita qualche giorno fa in edicola, il dott. Silvio Garattini, quello che afferma che usare cannabis provoca daltonia alla guida lancia un accorato appello per dissuadere Regioni e Governo dal procedere nei confronti dell'accesso alla cannabis terapeutica ed in particolar modo all'autocoltivazione.
I quesiti di Garattini riguardano il conflitto tra autonomia delle Regioni nel promuovere politiche sanitarie alternative e il Sistema Sanitario Nazionale che di queste politiche non ne vuole sentir parlare, si chiede perché e con quale diritto le Regioni dovrebbero licenziare la pericolosità della cannabis quando lo Stato si era opposto fino a due mesi fa a qualsiasi tentativo locale, parla di letteratura scientifica, probabilmente la stessa preconfezionata dal DPA e dalla NIDA, facendo finta di non conoscere quella in favore dell'applicazione terapeutica, afferma di conoscere varietà di cannabis che arrivano al 60% di THC, meravigliando anche i più esperti conoscitori della sostanza ed infine dice che se proprio si volesse applicare una normativa tollerante nei confronti della cannabis, questa dovrebbe essere importata dalle aziende estere che già la producono in forma medicinale, ignorando che lo stesso lavoro, con un risparmio non indifferente, potrebbe essere svolto dal Centro di Rovigo diretto dal dott. Giampaolo Grassi.
Ma chi è Garattini? Sullo stesso link, fra i commenti, ce n'è uno che spiega molto bene la sua figura professionale e il corso della sua carriera:
(Dal libro "Farmakiller. Business, follie e morti in nome della medicina e della scienza".)
1963: In punto di morte il commerciante milanese Mario Negri lascia al trentacinquenne Silvio Garattini 900 milioni di lire con la missione di fondare un "centro di Ricerca e cura", indicandolo come direttore a vita. E cosi fu. Dal 1963 Garattini e i suoi collaboratori dettano arbitrariamente legge nella farmacologia italiana.
"LA DIOSSINA? FA BENE!"
Tra le prime "scoperte scientifiche" di Garattini, subito dopo il disastro di Seveso, vi fu che la diossina non faceva male, contrariamente a quanto affermato dall'OMS.
Nel 1976, epoca del disastro di Seveso, non vi erano tutte le informazioni che oggi abbiamo sulla pericolosità della diossina...In ogni caso, le affermazioni di Garattini apparvero assurde a Camilla Cederna, la quale scrisse su "L'Espresso" nel 1976: "Garattini ha sostenuto che da parte della stampa si era esagerato per il pericolo diossina, definendola "niente affatto nociva alla salute". Perfino i dotti dell'Istituto Mario Negri, ben pagati per questo, hanno deciso che il rischio è minimo. In cambio della geniale invenzione del "livello accettabile di diossina", l'Istituto Negri riceverà dalla Regione attrezzature per 400 milioni di lire" (valuta anno 1976).
Tra i firmatari c'era anche il barone della farmacologia, il senatore Emilio Trabucchi, direttore dell'Istituto di Farmacologia dell'Università di Milano. Trabucchi aiutò Silvio Garattini ad assolvere la ditta Icmesa e a minimizzare, in perfetto stile sovietico, l'immane disastro provocato dalla diossina.
FUORI POGGIOLINI, DENTRO GARATTINI
Scandalo Tangentopoli: nel 1992 finirono in galera i vertici di Farmindustria e del Ministero della Sanità (tra cui Francesco De Lorenzo e Duilio Poggiolini).
Poggiolini era il Direttore generale del Ministero della Sanità e capo della Cuf (Commissione Unica del Farmaco). La Cuf era la "cupola" che decideva i successi o gli insuccessi di un farmaco, lasciandone deliberatamente in circolazione (dietro laute mazzette) alcuni pericolosi o letali (come il Cronassial) o autorizzando l'immissione in commercio di emoderivati infetti.
Il ciclone di Tangentopoli che travolse Poggiolini spalancò la strada a Silvio Garattini. Nel 1993, Maria Pia Garavaglia nominò Garattini ai vertici della Cuf. Una nomina accolta con grandi polemiche, in quanto Garattini (con i piedi saldamente in diverse paia di scarpe) proseguiva a ricevere commesse miliardarie dalle aziende farmaceutiche...i cui farmaci avrebbe poi autorizzato al commercio in qualità di capo della CUF!!
Un esempio di lampante conflitto di interesse: come ricercatore, Garattini studiava le qualità dei prodotti delle case farmaceutiche (con commesse miliardarie pagate dalle aziende)...e poi al Ministero, come componente della CUF, ne autorizzava l'immissione sul mercato.
La Cuf non decideva solo sui nuovi farmaci con cui invadere le famacie, ma anche sui prodotti che sarebbero rimasti e di quelli che sarebbero usciti dal prontuario, in particolare di quelli inseriti in "fascia A" (ovvero rimborsabili in toto dal Servizio Sanitario Nazionale). Una vera pacchia per i produttori.
Scrive "Epoca" nel 1993: "Tangentopoli è comparsa anche in farmacia. Le case farmaceutiche sborsavano ai vertici del ministero centinaia di milioni per far inserire le loro medicine nel Prontuario terapeutico nazionale e per ottenere aumenti di prezzo per i loro prodotti". Chi intervistò il settimanale per fare una impietosa fotografia del sistema sanitario? Lui, l'illustre "farmacologo" Silvio Garattini, membro di enti pubblici che finanziano il suo ente privato!
LA CROCIATA ANTIFUMO
Garattini è anche il grande promotore delle truffe epidemiologiche sul fumo passivo, per non parlare delle false rappresentazioni dell'evidenza epidemiologica (non scientifica!) sul fumo attivo. Addirittura, egli arrivò ad affermare che i medici che fumano devono essere radiati dall'albo (!!)
Si dà anche il caso che tutti gli antifumo professionisti che parlano della loro preoccupazione per i danni del fumo non lo facciano gratis, ma che si facciano dare fior di quattrini in cambio delle loro relazioni "su misura", poi riportate da una stampa asservita che non si cura mai di verificare la veridicità delle affermazioni di coloro a cui dà gran voce.
Le finte ricerche con risultati "su misura" rendono enormi fortune all'Istituto Mario Negri.
Negli archivi del The Council for Tobacco Research, sono stati scoperti documenti originali che attestano che il Garattini ha avuto un bel da fare (tra il '61 e il '71) a tendere la mano alle multinazionali del tabacco chiedendo grana per "ricerche in loro favore". I finanziamenti però gli furono rifiutati. (Abbastanza strano che un sostenitore dei danni del fumo si offra alle multinazionali del tabacco come relatore scientifico per comprovare la non-dannosità delle sigarette, no?)
Occorre poi ricordare che Silvio Garattini è il genio scientifico che ha affermato "La cannabis fa vedere il semaforo di un altro colore".
Considerato quanto finora esposto, traete le vostre libere conclusioni sulla buonafede delle "dichiarazioni scientifiche" di questo bel personaggio.
Fonte: Legalizziamolacanapa