Cannabis e patente di guida
“I tempi in cui chi si era fatto una canna poteva passare indenne ai controlli stradali perché si controllava solo l'alcool sono passati. Con test veloci, esami delle urine e del sangue la polizia e le autorità possono oggi stabilire ogni tipo di consumo di droghe” e un libro come “Cannabis e patente” di guida edito dalla casa editrice svizzera Nachtschattenverlag, in passato punto di riferimento di Albert Hoffmann e di tutta la controcultura europea, cerca di colmare l'ignoranza su questo argomento. Ultimo lavoro sul tema di uno dei massimi esperti tedeschi – il dottor Theo Pütz – il libro, pur trattando la realtà dei paesi germanofoni presenta dei dati molto interessanti anche per il pubblico italiano, vista soprattutto la palese sproporzione di certe sanzioni che colpiscono ingiustamente persone che non partecipano al traffico in condizioni di alterazione psico-fisico.
“I tempi in cui chi si era fatto una canna poteva passare indenne ai controlli stradali perché si controllava solo l'alcool sono passati. Con test veloci, esami delle urine e del sangue la polizia e le autorità possono oggi stabilire ogni tipo di consumo di droghe” e un libro come “Cannabis e patente” di guida edito dalla casa editrice svizzera Nachtschattenverlag, in passato punto di riferimento di Albert Hoffmann e di tutta la controcultura europea, cerca di colmare l'ignoranza su questo argomento. Ultimo lavoro sul tema di uno dei massimi esperti tedeschi – il dottor Theo Pütz – il libro, pur trattando la realtà dei paesi germanofoni presenta dei dati molto interessanti anche per il pubblico italiano, vista soprattutto la palese sproporzione di certe sanzioni che colpiscono ingiustamente persone che non partecipano al traffico in condizioni di alterazione psico-fisico.
“I tempi in cui chi si era fatto una canna poteva passare indenne ai controlli stradali perché si controllava solo l'alcool sono passati. Con test veloci, esami delle urine e del sangue la polizia e le autorità possono oggi stabilire ogni tipo di consumo di droghe” e un libro come “Cannabis e patente” di guida edito dalla casa editrice svizzera Nachtschattenverlag, in passato punto di riferimento di Albert Hoffmann e di tutta la controcultura europea, cerca di colmare l'ignoranza su questo argomento. Ultimo lavoro sul tema di uno dei massimi esperti tedeschi – il dottor Theo Pütz – il libro, pur trattando la realtà dei paesi germanofoni presenta dei dati molto interessanti anche per il pubblico italiano, vista soprattutto la palese sproporzione di certe sanzioni che colpiscono ingiustamente persone che non partecipano al traffico in condizioni di alterazione psico-fisico.
Come ricorda il giornalista Mathias Broeckers – autore con Jack Herer del memorabile “Cannabis, canapa, marijuana” – che ribatte questo concetto nell'introduzione: “Immaginate di venire fermati in auto dalla polizia e di venir sottoposti ad un controllo: i vostri documenti sono in regola, anche la macchina non presenta difetti, ma mentre controllano la presenza del triangolo gli agenti notano nel cofano la presenza di una cassa di birra che avevate appena acquistato alla rivendita di bibite. Alcune settimane dopo ricevete una lettera dalla Motorizzazione che vi comunica che vi sono dei dubbi sulla vostra capacità di guidare a causa di un sospetto di consumo di alcol; vi viene richiesto di dimostrare con una certificazione entro un tempo stabilito che siete ancora adatto alla guida di veicoli, altrimenti vi sarà ritirata la patente. A causa di una cassa di birra nel cofano? Assurdo ma è proprio quello che avviene in Germania ogni giorno in una dozzina di casi, quando invece di una cassa di birra, si trova una cannetta”.
In Germania, nella famosa sentenza sull'hashish del 1984 sorta dalla questione di costituzionalità sollevata dal giudice e deputato Wolfgang Neškovic, era stato prosciolto un signore con un chilogrammo di hashish perché i giudici si erano appellati al principio di proporzionalità per la manifesta minore pericolosità sociale e tossicologica dei derivati della cannabis rispetto alle bevande alcoliche. La sentenza sull'hashish fece grande clamore ed introdusse la non punibilità fino a soglie di possesso di 30 grammi di erba o hashish dello Schleswig Holstein.
Da allora in generale la polizia sequestra il materiale ma non segue quasi mai una azione repressiva o penale. Anche per questo tutta l'attività di polizia sembra essersi spostata sulla repressione amministrativa e spesso senza fondamento giuridico. Con l'inversione dell'onere della prova che si verifica con il passaggio dalla depenalizzazione del consumo l'azione di polizia viene surrettiziamente compensata con sanzioni amministrative in cui il soggetto si trova relegato in un circuito infernale che riguarda la maggior parte dei paesi europei e di cui il libro da' contezza.
In alcuni casi i singoli Länder guadagnano sia direttamente dai test che dalle contromisure a cui si sottopongono i malcapitati, per cifre che raggiungono facilmente alcune migliaia di euro.
In Germania come in Italia vige una sorte di tolleranza zero basata però su valori di 1 ng/ml di Thc nel sangue mentre negli Usa la cosiddetta Driving under the influence, la guida sotto effetto di alcool o droghe dipende dagli stati. In parte vale anche qui la tolleranza zero ma spesso prevale il buon senso con un criterio di 10 ng/ml.
Infine a parte i consigli pratici su come difendersi, il libro passa in rassegna alcune dei limiti legali che in Germania si riferiscono al siero del sangue, ancora più stringenti rispetto ai risultati di soglia rilevabili nel sangue. Per il grande sociologo Max Weber il futuro era una gabbia di ferro. Nel nostro caso il futuro è nella provetta in cui passa la discriminazione tra Thc-COOH (i metaboliti della cannabis) e il Thc psicoattivo. Rendendo l'ingiustizia e la sproporzione impiegata ancora più grande e mostruosa. Per molti consumatori responsabili le notizie sono ancora negative. Nella maggior parte dei casi per il consumo regresso di molte ore o addirittura settimane si rischia una multa, il ritiro della patente ma anche delle pesanti sanzioni penali.
In appendice da segnalare come la maggior parte degli studi indichino minori livelli di pericolosità per chi guida sotto l'influenza di cannabis. Non da sottovalutare certamente nella fase acuta ma molto più moderati rispetto a quelli dovuti ad un consumo moderato di alcool. A differenza però del poli-consumo alcol/cannabis o il mix con altre sostanze, che aumenta i rischi per i soggetti e per i terzi. Questa minore pericolosità è comprovata dalla maggior parte delle ricerche contemplate che partono dal famoso esperimento dell'Università del Limburgo in Olanda nel 1994 che era giunto alla conclusione che gli effetti della cannabis non superano mai il valore di 0,8% di alcool nel sangue. Da allora si sono ripetuti analoghi risultati contemplati da Mischkowitz e Moeller nel 1996,dallo studio dell'Osservatorio di Lisbona EMCCDA del 1999, del governo inglese del 2000 che parlano di una parziale compensazione degli effetti negativi per la guida con l'aumento della prudenza.
Nessuno minimizza i rischi ma tutti li pongono sotto quelli di una dose acuta di alcol. Quel che manca è la volontà politica di equiparare l'uso, il consumo e la distribuzione di alcool e cannabis sotto tutti gli effetti e di non discriminare milioni di cittadini onesti e responsabili. Per ristabilire una volta per tutte la proporzionalità nel diritto e il ritorno all'onere della prova e allo stato di diritto. Ancora una volta il mondo politico latita per via della stampa scandalistica e di paure irrazionali. Per consumatori ed antiproibizionisti si tratta ancora una volta di fare fronte comune per politiche giuste sicure ed efficaci. Una storia che riguarda un po' tutti e da risolvere con una battaglia di civiltà e di buon senso.