Canapa Cup 2017

Soft Secrets
05 Mar 2018
Sono stato invitato come giudice alla prima “Canapa Cup”, riservata alle canape con basso contenuto di THC. Sono rimasto sbalordito dalla qualità dei prodotti in concorso e dal coraggio dei produttori. Ventisette campioni di canape in concorso, venticinque “sinsemilla” con cime curate e piene di resina, da far invidia ad una cannabis cup “tradizionale”; e due “trinciati” di canapa industriale, privati dei semi.   di Franco Casalone A prima vista sembrava impossibile che cime così belle avessero un THC contenuto nello 0,5%, limite massimo per poter partecipare alla competizione (che, detto tra l’altro, competizione non era, piuttosto una festa con contenuti futuristici). Poi l’arcano è stato svelato: la maggior parte delle erbe in gara non erano di varietà iscritte nella lista EU di cui è lecita la coltivazione, ma canape a bassissimo contenuto di THC ed alto contenuto di CBD. Non completamente legali, almeno in Italia – in Svizzera ed in Canada si - ma nemmeno considerabili “stupefacenti”… Complimenti anche a chi si è cimentato con varietà assolutamente legali ed è riuscito a selezionare un’erba ricca di CBD ma con pochissimo THC: numerosi esemplari di canapa dioica delle varietà iscritte nella lista UE se coltivati e portati a maturazione senza permettere loro di fare semi aumentano di molto la quantità di resina e spesso sviluppano quantità di THC considerevoli, tali da poter essere considerate “illegali”. Selezionate e coltivate (fra quelle in gara ce ne erano coltivate indoor, in serra e in pieno campo) con tutti i carismi e tutte le migliori tecniche come per coltivare ganja, con profumi e aromi che ricordano quelli “importanti”, abbiamo valutato e assaggiato ventisette campioni in meno di due ore! E questa è stata la prova che quello che stavamo fumando non stonava. Ma eravamo tutti contenti e il pubblico entusiasta. Dopo gli assaggi dei giudici, i piatti con le varietà in concorso sono stati lasciati al pubblico, che ha mostrato di apprezzare tantissimo la trovata. Ma nessuno, anche fra il pubblico, ha mostrato alcun problema per la quantità di fumo presente. Se le “sinsemilla” in gara ricordavano le varietà più blasonate e anzi parevano migliori di tante erbe che possiamo incontrare nei coffeeshop di Amsterdam o nelle associazioni cannabiche in Spagna, i due trinciati ricordavano molto il Kif marocchino. Una breve descrizione del Kif. Kif, nelle regioni del nord Africa che si affacciano sul Mediterraneo, è il nome della pianta di Canapa. Kif è anche il nome della parte della pianta utilizzata tradizionalmente in Marocco come prodotto da fumo: uso ancora concesso proprio perché tradizionale. La pianta di canapa viene raccolta a maturazione del seme, essiccata e ripulita dalle foglie e foglioline. Poi vengono eliminati gli steli e i rametti interni alle infiorescenze, ed infine i semi separati dalle brattee che li ricoprono. Queste ultime vengono poi tritate, a volte insieme ad un tabacco grezzo, non conciato e coltivato localmente. Il ricavato è alla fine fumato (e condiviso in qualunque occasione di socialità) in una apposita pipa, chiamata “sebsi”, composta da un cannello di legno duro, più spesso composto da due pezzi che si uniscono fra loro; e un fornello (schaff) di terra cotta al sole, di dimensioni minuscole, in cui si introduce una piccola quantità di “Kif” che viene accesa ed aspirata in un solo tiro. Questo è un modo molto redditizio di usare il prodotto (un solo tiro, niente sprechi…) ed anche relativamente più sano di altri: non ci sono altre sostanze in combustione (nel caso di una sigaretta: la cartina e la colla), il cannello di aspirazione è abbastanza lungo e stretto perché’ il fumo arrivi decisamente meno caldo che con altri metodi di inalazione ed una grossa parte del catrame formatosi con la combustione si depositi lungo le pareti (di legno) del cannello. L’effetto è rilassante e socializzante. Gli anziani marocchini dicono che il Kif “apre la mente e allevia i dolori del corpo”. La pianta da Kif era una pianta piccola, che maturava alla fine di agosto, con un contenuto di CBD decisamente alto… La canapa ad alto CBD non stona, ma rilassa, aumenta la socialità, placa i dolori e permette di essere più tolleranti, mette comunque allegria, stimola l’appetito e, se fatta bene, è piacevole da consumare. Grazie agli amici di Canapa Caffè per aver organizzato ed ospitato un evento che ha portato alla luce un fatto importante, che i cultori della canapa conoscono bene, ma gli altri no: tanti, forse quasi tutti, non coltivano fiori di canapa per “sballare”, ma per avere un aiuto dolce e gentile nella vita di tutti i giorni. Per qualcuno questo aiuto è molto importante, e permette di avere dignità nel quotidiano. Forse qualcuno sta realizzando che la nostra amata pianta può essere accettata e considerata benefica, non solo dai suoi estimatori, ma da fasce sempre più ampie della popolazione, ed eventi come questo permettono di smascherare pregiudizi che ormai sono anacronistici e bigotti. Grazie!
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