Basta con lo sperpero della repressione alla cannabis contro rototom
A Udine con il sindaco Honsell una città si interroga sui danni del proibizionismo
L’Italia riflette sui “danni collaterali” della lotta alla droga
Nel 2009 l’accusa agli organizzatori di “agevolazione all’uso di sostanze stupefacenti” costrinse di fatto all’esilio dall’Italia Rototom Sunsplash, il più grande festival reggae d’Europa. Oggi, a distanza di tre anni, la storia sta diventando infinita, con il rinvio a giudizio di Filippo Giunta, fondatore e responsabile dell’evento culturale. Nel frattempo il festival in Italia non esiste più, perché da Osoppo è emigrato in Spagna portandosi dietro il suo contenuto di esperienza culturale di livello internazionale e, nondimeno, un indotto economico da milioni e milioni di euro che ieri ricadeva sul territorio friulano e oggi invece fa felici gli operatori economici di Benicassim, nella Comunitat Valenciana.
All’indomani dell’apertura del processo al fondatore di Rototom Filippo Giunta Udine ospiterà il 1 giugno in Sala Ajace un grande convegno nazionale che vedrà la mobilitazione del fronte che vuole riformare la Legge “Fini Giovanardi”.
Smantellare una realtà di libero pensiero, di incontro tra culture, di confronto e critica alla sterile globalizzazione del mercato ad ogni costo, è stato più facile del previsto: è bastato un articoletto di una legge, la “Fini-Giovanardi”, che non ha eguali in Europa per ottusità retrograda. Con l’insensata quantità di provvedimenti restrittivi che genera, essa rappresenta la principale fonte di saturazione delle invivibili carceri italiane e a giudizio di molti intellettuali, giuristi, operatori carcerari e autorevoli esponenti del volontariato sociale, crea molti più problemi di quanti ne risolve.
Nella società italiana da tempo esiste un movimento trasversale per modificare questa legge. Tutto questo fronte di associazioni ha deciso di cogliere l’occasione dell’apertura del processo a Filippo Giunta, che si celebrerà giovedì 31 maggio a Tolmezzo, per riflettere su questi temi in una giornata di studio di livello nazionale, significativamente intitolato “Lotta alla droga. I danni collaterali”. L’incontro si svolgerà venerdì 1 giugno in Sala Ajace a Udine ed è un’iniziativa promossa da una galassia di realtà eterogenee: Forum Droghe, La Società della Ragione, Antigone, Coordinamento Nazionale delle Comunità di Accoglienza, Unione Camere Penali, Magistratura Democratica. “Abbiamo voluto cogliere questa occasione per mettere sul banco degli imputati la legge Giovanardi per le conseguenze che provoca sul funzionamento della giustizia e sul sovraffollamento delle carceri. Sono danni collaterali assolutamente non casuali” dicono gli organizzatori, il cui riferimento di spicco è Franco Corleone, già sottosegretario alla giustizia e oggi presidente della Società della Ragione e Garante dei diritti dei detenuti del Comune di Firenze. “Offrire una prospettiva ragionevole ed efficace sul terreno della riforma della legge sulle droghe” è l’obiettivo dichiarato: e non dovrebbe essere difficile, vista la qualità e quantità degli ospiti che interverranno a questo “brain storming”.
I temi degli interventi spazieranno a 360 gradi sul pianeta droga. Nella sessione mattutina, dalle 10 alle 13, Corleone parlerà di “Effetti e contraddizioni della legge sulle droghe”, l’avvocato Luigi Saraceni (già magistrato e fondatore di Magistratura Democratica) illustrerà “Gli aspetti di incostituzionalità della legge”, Michele Passione dell’Unione delle Camere Penali e l’avvocato Rino Battocletti analizzeranno “Il peso della repressione penale sull’amministrazione della giustizia e sul carcere”, mentre infine il giudice del Tribunale di Cagliari Carlo Renoldi si soffermerà su uno dei più contraddittori aspetti della legge, la “coltivazione domestica”, che ha dato origine a una giurisprudenza con pronunciamenti davvero disparati. Le conclusioni saranno tratte da Mauro Palma, già Presidente del Comitato Europeo contro la tortura.
La sessione pomeridiana durerà invece dalle 15 alle 19, introdotta da Stefano Anastasia, presidente onorario di Antigone, associazione che si batte per i diritti e le garanzie nel sistema penale. Franco Maisto (presidente del Tribunale di Sorveglianza di Bologna) evidenzierà “L’impianto della legge Giovanardi e l’alternativa”. Interverranno poi due parlamentari del Partito Democratico da sempre in prima linea per la rivisitazione della Fini Giovanardi: il deputato Mario Cavallaro lancerà “Una proposta per ridurre i danni maggiori”, mentre il senatore Roberto Della Seta mostrerà come anche in Italia sia ormai venuta “L’ora di legalizzare la cannabis”. Riccardo De Facci, vicepresidente del Cnca (Coordinamento nazionale delle comunità di accoglienza), Leopoldo Grosso (vicepresidente del Gruppo Abele di don Luigi Ciotti) e Cecco Bellosi della Comunità Il Gabbiano sosterranno la necessità di “Liberare i tossicodipendenti dalle catene”.
La giornata di studio proseguirà poi con una tavola rotonda, moderata dall’ex sindaco di Pordenone Sergio Bolzonello, per approfondire “Il fallimento del proibizionismo e l’alternativa di una politica umana ed efficace”. All’incontro sono stati invitati il senatore radicale Marco Perduca, Fabio Scaltritti della comunità di San Benedetto di Genova di Don Gallo, Daniele Farina del Centro sociale Leoncavallo di Milano e Alessandro Oria, responsabile cultura e relazioni istituzionali del Rototom Sunsplash che collabora alla realizzazione del convegno. Chiuderà la giornata un intervento d’eccezione, quello di Peter Cohen, già professore dell’università di Amsterdam, che tratterà de “La stupidità della guerra alla droga”.
Sarà questo il messaggio finale di un incontro che vuol dare un contributo fattivo alla rivisitazione di un dispositivo normativo che non fa altro che prosciugare inutilmente risorse, in un momento dove le finanze dello Stato dovrebbero essere utilizzate con maggiore efficacia ed economicità, bruciando tempo ed energie delle forze dell’ordine e della magistratura per arrivare a un unico risultato: l’inutile repressione di migliaia e migliaia di giovani che poi la brutalità dell’universo carcerario introduce in una spirale non di rado senza ritorno.
Una legge che permette anche la criminalizzazione di interi movimenti di persone, come le centinaia di migliaia di ragazzi che frequentavano in Italia il Rototom Sunsplash, il festival in esilio da un Paese da cui i cervelli fuggono, ma nel quale gli ottusi restano. Illudendosi di aver eliminato la droga, quando invece hanno eliminato il diritto alla libertà d’opinione e d’espressione. Ovvero la democrazia.