La storia incredibile di Fabrizio Pellegrini

Soft Secrets
21 Jan 2012

Ci sono storie che vale la pena raccontare. Vite che meglio di altre possono trasmettere al pubblico lo slancio che conduce alcune persone a diventare protagonisti al di fuori della loro vita personale, simboli di un movimento che nel nostro paese continua a crescere nonostante le pesanti conseguenze che si devono mettere in conto quando si sceglie di opporsi fattivamente alla legge sulle droghe leggere.


Ci sono storie che vale la pena raccontare. Vite che meglio di altre possono trasmettere al pubblico lo slancio che conduce alcune persone a diventare protagonisti al di fuori della loro vita personale, simboli di un movimento che nel nostro paese continua a crescere nonostante le pesanti conseguenze che si devono mettere in conto quando si sceglie di opporsi fattivamente alla legge sulle droghe leggere.

Ci sono storie che vale la pena raccontare. Vite che meglio di altre possono trasmettere al pubblico lo slancio che conduce alcune persone a diventare protagonisti al di fuori della loro vita personale, simboli di un movimento che nel nostro paese continua a crescere nonostante le pesanti conseguenze che si devono mettere in conto quando si sceglie di opporsi fattivamente alla legge sulle droghe leggere.

Fabrizio ha 43 anni, vive al Forte Prenestino di Roma ed ha alle spalle una storia incredibile da raccontare. I lettori di Soft Secrets potranno leggere la sua storia suddivisa in due capitoli, il primo su questo numero e il secondo sul prossimo.

Come tanti lettori di Soft Secrets, Fabrizio è semplicemente un ragazzo, un ragazzo che ha capito come in questo paese, per meritarsi quel che in altri paesi è ormai acquisito, bisogna schierarsi in prima persona. Non per eroismo, non per discutibile voglia di immolazione. Al contrario: semplicemente per potere condurre una vita meritevole di essere chiamata civile, civile e dignitosa.

Certamente testardo e indubbiamente idealista (con una grande avversione alle ingiustizie e agli abusi), Fabrizio soffre di una malattia molto rara che lo ha portato a compiere scelte obbligate per stare meglio. In questo caso il malato non è la persona passiva, la cui malattia è delegata agli specialisti: Fabrizio ha scoperto di poter agire per il suo meglio senza dover domandare troppe attenzioni sanitarie (latitanti e non al passo, per pigrizia e ignoranza, con pratiche pacificamente condivise dalla comunità scientifica internazionale). La soluzione sarebbe semplice e alla sua portata. Ma è proprio da qui che comincia la sua storia...

SSIT: Come descriveresti la malattia della quale soffri?

Si tratta della cronicizzazione di un deficit enzimatico celebrale. In pratica il mio sistema immunitario è in sofferenza cronica. La sindrome fibromialgica della quale oggi sono affetto è una forma patologica deviata dell'asma bronchiale cronico allergico. Nello specifico viene a mancare la serotonina che sarebbe un neurotrasmettitore. Nel paziente in cui la malattia è in uno stato avanzato, come nel mio caso, la mancanza di serotonina crea il restringimento del canale midollare e l'erosione lenta e progressiva dei giunti articolari che, oltre a provocare insonnia, provoca dolore diffuso e persistente soprattutto a carico della colonna vertebrale.

Tutto è cominciato con una banalissima asma...

Avevo 2 anni e tutto è partito dalla pertosse alla quale, per ereditarietà materna, si è aggiunta anche l'asma. Fin da quell'età mia madre mi portava a Firenze (dall'Abruzzo) a vaccinare. I vaccini, però, non davano esito e per tamponare gli attacchi si passò all'aerosol ed alle inalazioni di cortisone. In quel periodo tra l'altro erano appena stati immessi in commercio il Ventolin e il Bentelan e così ho cominciato a portarmi dietro quelli. Così per tutta l'infanzia.

E arriviamo all'adolescenza...

Esatto arriviamo all'adolescenza e l'asma non se ne andava. A 13-14 anni era talmente farmaco-resistente al cortisone che continuavo a subire ricoveri, flebo, etc. Ero letteralmente imbottito di cortisone. La svolta c'è stata a 16 anni quando ho smesso di mangiare carne. Ciò ha notevolmente ridotto l'esposizione agli attacchi. Dal momento in cui ho smesso con la carne è stato come se il mio organismo diventasse meno esposto agli attacchi. Mi sentivo meglio, magari potevo avere un attacco con il cambio di stagione. Ma comunque si diradavano da 4 a 3, da 3 a 2, da 2 ad 1 fino a sparire. Ci ho messo anni ed anni per ripulirmi dal cortisone. E penso dipenda anche dalla decisione di smettere con la carne piena di farmaci e steroidi che ci mangiamo. Fino ai 23 anni ho convissuto con attacchi settimanali, un ricovero al mese e nell'arco di un anno anche dieci volte all'ospedale. Man mano che crescevo per fortuna gli attacchi si diradavano.

E la canapa?

La mia storia con la canapa comincia dopo aver terminato gli studi al conservatorio di Pescara come pianista. Nel 1991 avevo 23 anni e suonavo con un'orchestra di musica cubana. I miei compagni di orchestra non avevano remore nell'utilizzo di stupefacenti e così cominciai con le prime boccate, sollevandomi anche dal problema asmatico con il quale sono cresciuto.

Cioè fumavi e ti passava l'asma?

Aspetta ti spiego: sotto il profilo nutrizionale seguivo una dieta più sana possibile e poi, dopo aver diradato e poi smesso con i farmaci, curavo l'asma adottando piante medicinali come tisane ad esempio melissa, che è una varietà di menta, eucalipto, issopo etc etc. Considera che come consumatore occasionale non ero ancora informato sul valore terapeutico della sostanza, per cui potevo soltanto constatare il beneficio immediato derivante dal consumo. Continuavo a suonare con il gruppo, andavamo in tournée in tutta Italia e così, da consumatore occasionale sono diventato consumatore abituale. L'asma intanto era sparita e non è più tornata, tant'è che oggi io non ne soffro più. Dopo una parentesi a Bergamo, prima di finire gli studi ero tornato a vivere al mio paese dove mi ero fidanzato con una ragazza più grande di me.

E poi che succede?

Un giorno ho avuto una febbre fortissima che mi è durata tre giorni. Da quel momento i miei dolori articolari sono diventati più fastidiosi. Ho avuto una febbre reumatica. La febbre è stata l'insorgere e manifestarsi dei dolori dorsali della sindrome fibromialgica.

Che ruolo svolge il fumare erba nella tua condizione?

Fumare canapa agisce come un tampone anti-proliferativo. La febbre traumatica è stata originata da un accumulo di scorie plastiche nell'organismo, scorie dovute alla qualità bassissima di sostanza, che girava in quei giorni e della quale ero consumatore. Era una schifezza che gira ancora e la cui qualità dipendevano e dipendono dalle dinamiche del mercato nero.

Per opporsi alle logiche di bassa qualità del mercato nero e alle conseguenze dirette sulla sua salute, Fabrizio negli anni ha accumulato 8 condanne per coltivazione: 11 anni e 8 mesi con il cumulo di pena. Ne riparleremo nel prossimo numero.

Appuntamento quindi alla prossima puntata dove Fabrizio ci racconterà le mille e una vicissitudini che ha affrontato per potersi garantire una cura adeguata alla sua malattia.

 

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