Uruguay, marijuana legale e presidenziali
Con i decreti attuativi è partita la legalizzazione. E il prossimo ottobre le presidenziali
Con i decreti attuativi è partita la legalizzazione. E il prossimo ottobre le presidenziali
Il regolamento attuativo della nuova legge sui derivati della cannabis in Uruguay è stato adottato lo scorso 6 maggio.
Contrariamente a quanto i titoli sui media hanno lasciato intendere, la marijuana non è ancora legalmente in vendita. Il regolamento stabilisce che lo Stato venderà 5 tipi differenti di marijuana, con un massimo del 15% di Thc, la sostanza col potere psicoattivo. Il prezzo sarà tra i 20 e i 22 pesos al grammo, pari a circa 80/90 centesimi di dollaro.
Per evitare il "turismo della cannabis" a opera degli stranieri, solo i residenti maggiorenni potranno registrarsi come consumatori acquisendo così una licenza. La licenza darà diritto a comprare fino a 40 grammi al mese, che dovrebbero essere venduti dal monopolio di Stato in farmacia: usiamo il condizionale, perché il presidente uruguayano Pepe Mujica in alcune interviste ha manifestato il timore che la struttura delle farmacie si riveli insufficiente, e che dunque sarà necessario provvedere alla distribuzione in ospedale.
Con la licenza si potranno inoltre coltivare fino a 6 piante all'anno, individualmente o, in alternativa, costituendo "club" (con un numero di membri compreso tra 15 e 45), che potranno coltivare collettivamente fino a 99 piante, per un massimo di 480 grammi annuali.
Il segretario de la Junta Nacional de Drogas Julio Calzada, probabile presidente del nascituro Instituto de Regulación y Control de Cannabis (Ircca) incaricato di monitorare il mercato, prevede che bisognerà produrre tra le 18 e le 22 tonnellate di cannabis. A parte la piccola coltivazione domestica consentita, la marijuana statale sarà importata o prodotta attraverso concessioni sotto controllo militare: da 2 a un massimo di 4 o 6, per una superficie massima di 10 ettari. Se ci saranno 6 concessioni, nessuna oltrepasserà l'ettaro e mezzo - o si incorrerà in una sanzione penale. Oltre ai consumatori e ai produttori, anche le farmacie interessate a entrare nel circuito dovranno registrarsi. Alle farmacie andrà il 30% delle entrate.
Ma i registri andranno approntati, le piante andranno coltivate, il prodotto elaborato, si dovrà creare un meccanismo di riconoscimento con impronte digitali per garantire la privacy e l'anonimato. Tutto ciò richiede tempi tecnici: circa 6 mesi, ha spiegato il parlamentare del Frente Amplio Diego Cánepa.
Poiché le elezioni presidenziali sono in agenda il 27 ottobre e l'eventuale ballottaggio è previsto per il 24 novembre, molti hanno dato un significato non meramente "tecnico" a questo slittamento ulteriore. Tuttavia non è chiaro se in questo modo la marijuana uscirà dalla campagna elettorale, oppure al contrario tutto il voto si trasformerà in un colossale referendum sull'antiproibizionismo.
Alla vigilia delle primarie del prossimo giugno, non si sa ancora chi saranno i candidati alla presidenza; i sondaggi indicano che il Frente Amplio al governo rimane in testa con il 45% delle intenzioni di voto, ma solo il 20 % degli uruguayani è favorevole all'esperimento antiproibizionista, con un 64-66% di contrari. Il Frente Amplio tenterà di sfruttare le buone performance economiche dei suoi governi (il potere d'acquisto medio è aumentato del 40%) per forzare l'approvazione della marijuana di Stato. Dall'altra i partiti Colorado e Nacional potrebbero invece fare campagna sul tema della droga proprio per strappare qualche voto.
Le perplessità non mancano anche in settori antiproibizionisti, che considerano il modello troppo statalista. "Troppi requisiti per registrarsi come autocoltivatori e nessun incentivo", ha osservato l'organizzazione antiproibizionista ProDerechos, che dubita del funzionamento del meccanismo. Una forte critica, ancorché implicita, è sembrata arrivare anche dal Vaticano.
Il giorno dopo l'entrata in vigore del regolamento sulla marijuana in Uruguay, papa Francesco - che per il suo stile informale è stato accostato a Mujica - ha invitato "semplicemente a dire no a ogni tipo di droga".
Fonte: LIMES (di Maurizio Stefanini)