Un mondo di carta di canapa.

Soft Secrets
01 Mar 2018
Le foreste svolgono un ruolo fondamentale contro la povertà rurale, garantendo la sicurezza alimentare e fornendo mezzi di sostentamento. Il cambiamento di direzione nello sfruttamento delle foreste è positivo, ma dobbiamo fare di più; non riusciremo a ridurre l’impatto del cambiamento climatico e a promuovere lo sviluppo sostenibile se non salvaguardiamo le nostre foreste. (Silva, 2015).[1] Negli ultimi 15 anni il disboscamento causato dalle industri cartiere è indubbiamente diminuito, infatti secondo i dati della FAO, si stima che l’industria cartiera utilizzi circa il 13% del legname mondiale. (Cafiero).[2] Nel panorama attuale fa da padrona la capacità di riciclare la carta fino ad un massimo di sei volte. Ciò non di meno, un rimprovero all’attuale società va fatto: il consumo di carta è cresciuto, anche se in maniera decrescente, negli ultimi anni. L’Italia non appare nel grafico dell’Economist ma secondo i dati del Bureau of International Recycling (BIR) relativi al 2010 abbiamo consumato quasi 11 milioni di tonnellate di carta.[3] Insomma possiamo migliorare! Esistono diverse tipologie di carta che potrebbero aiutare il nostro ecosistema, senza privarci delle nostre arti. Tra le tipologie di carta più antiche e più funzionali c’è sicuramente la carta di canapa, prodotta attraverso le fibre contenute nel fusto della pianta.   Questo supporto di scrittura risale al primo secolo a.C. e i precursori furono i cinesi, seguiti da molti altri paesi orientali e medio-orientali, primo su tutti l’India dove ancora oggi la carta viene prodotta con il metodo tradizionale. Anche il nostro Bel Paese è stato uno dei cruciali produttori di carta di canapa, basti pensare che la Bibbia di Gutemberg su 180 copie, 140 furono stampate su carta di canapa importata dall’Italia. Oggi, le copie rimaste sono solo 58 e, grazie alla particolare durevolezza della carta di canapa, risultano essere in ottimo stato. Questo alternativo e antico supporto ha delle caratteristiche innegabili: durata di circa 500 anni (rispetto alla classica carta che ha una durata di circa 80 anni); è riciclabile fino a sette volte, possiede un alto quantitativo di cellulosa e basso contenuto di lignina. Il processo di lavorazione, infine, non comporta l’utilizzo di additivi, non è utilizzata nessuna sostanza al di fuori dell’acqua, al massimo acqua ossigenata per il processo di sbiancamento. Inattaccabile, la carta di canapa ha delle ottime qualità.
È necessario sottolineare che la produzione della fibra, utilizzata per produrre la carta, deriva da una pianta annuale e non da alberi che richiedono decenni. Quindi è facile immaginare come su un ettaro di terra coltivata di canapa, la produzione di carta arriva a essere fino a 8 volte superiore a quella prodotta da un ettaro di alberi.
In conclusione, i passi in avanti sulla salvaguardia degli alberi non ci devono convincere di aver raggiunto il risultato finale; certo è che, ad oggi, la produzione ancora artigianale di carta di canapa non permette di sostituire il quotidiano utilizzo di carta negli uffici, ma ci permette di ridurre il consumo di carta “ricreativa”, attraverso l’utilizzo di questo supporto. Questo ci potrà portare ad essere un popolo migliore e, passo dopo passo, a rimediare ai danni che la disinformazione e il disinteressamento dei decenni scorsi hanno provocato.   Contributo di Carta Canapa srls. Società che nasce a Matera con l'obiettivo di diffondere materiale cartaceo prodotto dalla Fibra di Canapa. [1] José Graziano da Silva, Food and agricolture Organiza-tion of the United Nations, “Rallenta la deforestazione a livello mondiale, migliora la gestione delle foreste”, URLhttp://www.fao.org/news/story/it/item/327556/icode/ [2] Armando Cafiero, Progetto scuola, "Forestazione" p.86. [3] Gennaro Fontanarosa, "Quanta carta consumiamo in media ogni anno?", URL=http://www.societing.org/2012/04/quanta-carta-consumiamo-ogni-anno-siamo-tutti-dei-taglialegna/
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