Rivoluzione Olandese
Il nuovo governo liberal popolare dei Pasei bassi, insediatosi a seguito delle elezioni dello scorso marzo, sta pianificando un esperimento per regolare la coltivazione di cannabis. L'intento è quello di testare il vecchio adagio antiproibizionista secondo cui rendere legale la coltivazione di cannabis comporterà una sconfitta per il crimine e un guadagno per la salute dei consumatori.
Lo scorso 10 ottobre il parlamento olandese ha votato a favore della legge che ha ufficialmente depenalizzato la coltivazione di cannabis, anche con elevate percentuali di THC. L'intento è quello di porre fine al decennale paradosso che caratterizza la rilassata politica olandese in fatto di marijuana e hashish. L'acquisto di modiche quantità è tollerato da oltre 40 anni nei Paesi Bassi ma coltivare e vendere quella stessa erba offerta nei coffee shop è sempre rimasta un'attività illegale. Questo comunque non ha fermato il fiorire di coffee shop su tutto il territorio nazionale e di far diventare la capitale Amsterdam la eta per eccellenza del turismo cannabico in Europa. Una maggioranza risicata ha portato a casa il provvedimento nella camera bassa del Parlamento, ora tocca alla camera alta finire il lavoro. Nel caso in cui l'esito fosse positivo, la proverbiale tolleranza verso la cannabis sarebbe estesa sia ai coltivatori che ai consumatori, permettendo il consumo in luoghi diversi dal coffee shop. Non è ancora chiaro se la Eerste Kamer riuscirà a far passare la nuova legge, la maggioranza nella camera alta potrebbe non riuscire a formasi.
Nonostante l'incertezza, tra i grower olandesi c'è parecchio ottimismo. "Nel caso in cui la legge dovesse passare sarebbe un enorme sospiro di sollievo per l'industria dei coffee shop - spiega Joachim Helms, sindacalista di punta della Coffee Shop Union - significherebbe eliminare quella zona grigia in cui nessuno di noi può organizzare il suo business in modo trasparente, o perlomeno normale". Poco prima del voto nella Tweede Kamer, la camera bassa, Alexander Pechtold, leader del partito che ha proposto la mozione, ha affermato che questo provvedimento permetterà di eseguire dei controlli di qualità sulle coltivazioni, di liberale la polizia dalle incombenze legate alle droghe ed infine rimpinguerà le casse dello stato grazie ad una tassazione non certo generosa. Di certo quello olandese è da considerarsi un esperimento rivoluzionario. Le municipalità dei Pasei Bassi hanno spesso chiesto a gran voce di regolare il mercato della coltivazione de cannabis ma I 4 maggiori partiti di governo hanno sempre preferito rimandare. Fino ad ora. Certo lo scenario è frammentato: i Democratici 66 sono sempre sati a favore di una totale legalizzazione ma sono in netta minoranza, e la Democrazia (VVD), ora al governo, ne ha sempre parlato contro ufficialmente ma ha votato a favore nella camera bassa. I restanti 2 partiti, entrambi di matrice cristiano democratica - il CDA e la Christen Unie - sono completamente contrari e affermano che il governo dovrebbe fare tutto ciò che è in suo potere per mantenere le droghe lontane dalla società. Ma per fortuna l'Olanda non è l'Italia.
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