La gioia di Enrico
“La sceneggiatura è la mia vita”. Enrico così risponde quando chiedo di poter leggere la sceneggiatura dello spettacolo basato sulla sua storia. La vita diventa teatro e la malattia di Enrico, la sclerosi multipla, diventa il punto di partenza attraverso il quale narrare se stesso e la propria parte di mondo. Enrico Tagliavini, spezzino di origine, ha 45 anni e vive a Pisa. Laureato in chimica si prepara all’esame per l’abilitazione all’insegnamento e nel frattempo, grazie al palcoscenico, racconta al pubblico la vita di chi è stato colpito da una malattia neurodegenerativa. Ma facciamo un passo indietro. di Fabrizio Dentini
La sclerosi multipla recidivante-remittente, è una versione della malattia che colpisce un quarto dei quasi 60.000 italiani sofferenti di sclerosi, e viene diagnosticata a Enrico nel giugno del 1999. Già dopo qualche anno, Enrico ricorda: “A causa delle rigidità delle dita e per colpa della loro spasticità non riuscivo più a scrivere né a suonare la chitarra perché non riuscivo più a comporre gli accordi. Per tanti anni ho convissuto con le stampelle, quelle che arrivano sino al gomito”.
Enrico è stato curato con ozono terapia che lo aiutava nella qualita di vita, poi ha intrapreso una terapia chelante (EDTA) per disintossicare dai metalli pesanti e per pulirgli le vene. Nell’ ottobre 2012 si è sottoposto ad un intervento di angioplastica “metodo Zamboni” che nel giro di 36 ore: “Mi ha risvegliato la gamba destra per la quale sentivo come la sensazione di avere una coscia di piombo però, purtroppo dopo 6 mesi, ho avuto una leggera ricaduta alla gamba sinistra. La gamba mi bruciava e mi sentivo più stanco anche se mai come quella destra che prima, per accavallarla, dovevo prenderla con entrambe le braccia.”
SSIT: Quando hai cominciato ad utilizzare cannabis per motivi medici?
Nel 2013, ma mi è stato dato esclusivamente il Sativex, come miorilassante, al Santa Chiara di Pisa. L’ho assunto per un paio di mesi e con buoni risultati visto che mi scioglieva i muscoli e mi aiutava anche a livello di vescica. Si trattava di sei spruzzini al giorno, ma non mi piaceva la modalità di assunzione e non capivo come mai dovevo assumere cannabinoidi tramite alcol, visto che quest’ultimo mi inficiava l’effetto del metodo Coimbra, metodo brasiliano che consiste nell’assunzione di vitamina D ad alte dosi e che non può essere associato ad alcol. Per due anni ho provato ad avere il Bedrocan, ma il neurologo me lo ha negato perchè affermava di non poter controllare la dose. Quindi sono stato costretto a rivolgermi al mercato nero, avevo miglioramenti di vescica ed i muscoli più sciolti: prima quando mi svegliavo ero un baccalà al posto delle gambe, non riuscivo a piegare le ginocchia e poi soprattutto la cannabis mi ha aiutato come anti depressivo per affrontare la vita in una maniera più serena. Adesso ho smesso di utilizzare cannabis per non perdere l'utilizzo della mia patente BS (con limitazioni). Al giorno d’oggi Enrico sta meglio, cammina con il bastone e siccome ha sempre abitato al II piano senza ascensore: “Volente o nolente dovevo camminare anche quanto ero al limite della carrozzina.” Questa è l’attitudine di Enrico ed è questa voglia di combattere che lo ha portato a mettersi in scena a teatro.SSIT: Come nasce lo spettacolo sulla tua vita?
L’idea dello spettacolo nasce insieme al Teatro Cantiere che mi ha proposto di mettere in scena la mia storia ed io ho colto l’occasione al volo. All’inizio doveva essere un semplice video poi invece si è trasformato in uno spettacolo vero e proprio. L’idea fondamentale è quella di voler condividere la mia esperienza, raccontare il mio recupero e testimoniare che prova e prova, prova e riprova è sempre possibile trovare la propria via, non facendo per forza la mia strada, ma senza lasciarsi andare e senza mollare mai. Nella prima mezz’ora siamo in scena io in carrozzina e pigiama e Damiano un amico infermiere e raccontiamo il mio rapporto con i medici, con la diagnosi della malattia e con le terapie ufficiali, nella seconda parte entrano in gioco il Dottor Bertolotto e la Dott.ssa Carlini che spiegano il primo come utilizzare la cannabis e come sia possibile dosarne la posologia e la seconda approfondendo il tema della medicina integrata come cura della persona e non della malattia. Lo spettacolo si conclude con il nostro rientro in scena, io torno sul palco in bermuda, ciabatte e chitarra e suono un pezzo dell’amico cantautore pisano Ico Gattai.SSIT: Dove avete messo in scena la “Gioia di Enrico”?
Lo spettacolo ha debuttato al Festival Balla coi cinghiali nell’agosto 2017 dove è stata messo in scena per 3 giorni durante il week end e poi in teatro Osvaldo Chebello di Cairo montenotte. Poi in versione e acustica al cantiere S. Bernardo di Pisa.SSIT: E chi fosse interessato a contattarvi per organizzare lo spettacolo?
Gli interessati possono rivolgersi direttamente al Teatro cantiere di Pisa. Lo spettacolo necessita di uno spazio minimo di circa 3x3, un tavolo, due sedie senza braccioli, un impianto da DJ per dischi in vinile con amplificazione (due casse audio, un mixer da dj e due piatti per vinili). In caso di spazi molto ampi saranno necessari due microfoni ad archetto per gli attori e i conferenzieri. www.teatrocantiere.it
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