Jose Alberto Mujica Cordano
Pepe Mujica. Un onesto intellettuale che combatte da solo il proibizionismo
Pepe Mujica. Un onesto intellettuale che combatte da solo il proibizionismo
Di tutti i presidenti in carica è orgogliosamente il piú al verde, il politico più all'osso e malagiato di tutto il Sudamerica ( e probabilmente, di tutto il pianeta) più frugale e basico di qualunque missionario francescano, più spartano e rigoroso di Joan Pick, l'asceta dell'energia di Croydon che da sempre ha bandito l'auto, il frigorifero, la televisione, il riscaldamento e la doccia, pur di ridurre quasi a zero le sue emissioni di gas serra.
Ex dirigente tupamaro, il presidente uruguayano Pepe Mujica vive con meno di mille dollari al mese in una finca alle porte di Montevideo, con la moglie senatrice e un cane senza pedigree, in cui coltiva le sue verdure e le sue amate piante aromatiche. Per anni è andato in Parlamento sempre in Vespa - altro che il Gregory Peck di "Vacanze Romane". Possiede una vecchia Volkswagen color verde bottiglia, del valore di 1900 dollari mentre nelle occasioni ufficiali riceve i capi di stato stranieri a bordo di una Chevrolet Corsa.
Se un giornalista gli chiede un'intervista, Pepe l'asceta gli dà appuntamento al bar de Vida nel popolare barrio Belvedere dove si presenta senza scorta, come un qualsiasi cittadino o un serafico pensionato in libera uscita. Eletto il primo marzo del 2010 il minimalista Mujica ha rivoluzionato il suo paese come nemmeno Copernico si sogno' di fare con le orbite dei pianeti. Citando Seneca «Povero non è colui che possiede poco bensì colui che brama di possedere troppo. Così passa la vita maledicendo di non avere nulla» e al grido di «la felicidad no es gastar y llenarse de cosas. Es llenarse de tiempo libre», Mujica si è battuto per la legalizzazione dell'aborto, della marijuana - «la tossicodipendenza e' una malattia, guai a confonderla col narcotraffico» - e dei matrimoni gay.
Nel frattempo, Jorge Ruibal, presidente della Corte Suprema di Giustizia, invita il suo paese non solo a legalizzare la marijuana ma a distribuirla gratuitamente per evitare che i giovani tossicodipendenti entrino nel limbo della microcriminalitá o la comprino al mercato nero, dove il suo traffico è gestito dalla malavita organizzata. L'unica condizione che pone Ruibal è registrare i consumatori per poter monitorare il consumo di marijuana in Uruguay. "Consideriamo che il popolo dei consumatori abituali oscilli intorno ai 300.000, di cui più della metà giovani e minori d'età». E' da più di un anno e mezzo che Pepe l'asceta cerca di convincere il suo paese a legalizzare la marijuana e a delegare allo Stato il monopolio per poterla produrla e venderla, così da infliggere un colpo letale al narcotraffico e allontare definitivamente i giovani dal mercato nero, dove, oltre alla marijuana, si vendono droghe pesanti e le micidiali droghe sintetiche.
Fonte: www.lastampa.it (di Lorenzo Cairoli, scrittore e blogger)