Il valore del giudizio: buona ma non mi piace
Ho già parlato su Soft Secrets di erba definibile buona e della debolezza di tale argomentazione in un confronto qualitativo. Dire "buona" cosa significa? Significa esprimere un giudizio soggettivo, in quanto legato al gusto personale del consumatore. Per definire buono un fiore è sufficiente offrirlo ai propri amici, il confronto con i propri compagni di fumate stabilirà quanto quel fiore è piacevole e quindi "buono".
La palatabilità quindi scaturisce dal confronto, con la propria esperienza, di ognuno di coloro che giudicano. Quindi vien da sé che questo giudizio, legato solo all'esperienza personale, nulla dice della qualità del prodotto consumato. Per fare un paragone, c'è e ci sarà sempre chi beve vino da tavola. Il giudizio non può essere soggettivo. Ancora no, non sappiamo nulla della cannabis per fermarci a ciò che piace alla massa. Il dubbio deve instillarsi quando ad esempio capitano erbe buone ma coltivate non propriamente bene, che dopo qualche ora di fumate hanno stufato. Ci piace annusarla ma poi non sa di ciò che odora? Non è coltivata bene. Magari la fumano tutti e piace per il suo profumino, ma perché fermarsi al profumino quando si può avere anche il sapore? E perché non pretendere una puzza impestante e un sapore corposo assieme? C'è evidentemente qualcosa in più nella cannabis che ne determina la qualità. Allora introduciamo il concetto, oggettivo, di erba "fatta bene". Benfatta significa coltivata a regola d'arte. Belle parole ma nei fatti cosa fa un coltivatore? Un bravo grower esalta la genetica della pianta senza alterarla. Prima di addentrarmi nel discorso voglio far notare come, con questo approccio di giudizio, si creino le condizioni adatte a far accrescere l'esperienza di un coltivatore. Mi spiego meglio: se un'erba è fatta bene si presta ad esser valutata meglio, mentre se è buona ma fatta male non rende nemmeno l'idea della sua genetica. Ma torniamo al concetto di "fatta bene". Coltivare esaltando la genetica senza alterazioni significa evitare quelle condizioni di stress in cui il vigore ed il potenziale della pianta non possono esprimersi al meglio. Rovinare uno strain è facile se non si pota, se si erra la temperatura, se non si fertilizza o ancora peggio se si esagera con le applicazioni e via dicendo. La quasi totalità delle erbe fatte male presenta difetti nella fertilizzazione, quasi sempre in over quindi piene di residui, e ha avuto problemi di caldo. Capita spesso di trovare erbe indoor coltivate d'estate a trenta gradi centigradi di temperatura giorno e notte. In una condizione del genere come si pretendono sapore e profumo intensi e duraturi? Saprà tutta di fieno entro una settimana dal raccolto (per esser buoni). DIRE BUONA SIGNIFICA ESPRIMERE UN GIUDIZIO SOGGETIVO, IN QUANTO LEGATO AL GUSTO PERSONALE DEL CONSUMATORE. Ultimamente stanno facendo grandi passi gli appassionati del super soil, la tecnica di coltivazione che consiste nell'arricchire il terriccio in vendita di modo da avere nutrimento per le piante senza doverlo aggiungere in forma liquida. Questa tecnica sta spopolando perché funziona. Qual è il motivo? Il super soil non eccede mai con il fertilizzante e siccome "poco è meglio" si ottengono prodotti fertilizzati meglio. Quindi fatti meglio. Un po' alla volta arriveremo tutti a prodotti fatti bene. Definire quindi assolutamente "fatta bene" un'erba richiede un confronto con consumatori dal palato esperto. A chi rivolgersi è la questione. Questi conoscitori esperti sono professionisti della coltivazione e non hobbisti. E con questa affermazione non sto parlando di estensione di coltivazione perchè non è il numero di piante che fa di un hobbista un coltivatore professionista, ma chiunque converrà che al crescere del numero delle lampade cresce anche l'impegno dedicatoci. Un coltivatore capace applica un metodo di coltivazione organo-minerale (raramente 100% bio) con passione e per questo raccoglie, con costanza, fiori in buone quantità e di buona qualità. Ho scritto bio perché ricerche scientifiche dimostrano la maggior ricchezza in terpenoidi nella cannabis coltivata con metodo organico o organo-minerale a prevalenza organica rispetta alla cannabis coltivata fuori suolo. Rivolgersi a chi ha dimostrato capacità nel coltivare e chiedere un giudizio, confrontandosi con più persone possibile, evitando le coppe cannabiche in quanto non sono giurie affidabili e rifuggendo da chi vanta anni di esperienza e poi si scoprono essere 20 anni di grower con alle spalle due cicli l'anno da una lampada. Non sono gli anni di esperienza ma il numero di buoni risultati raccolti che fanno di un appassionato un bravo grower. L'erba fatta bene deve essere ricca in antiossidanti che ne prolunghino la vita post raccolto, ricca in terpenoidi che ne conferiscono sapore e profumo, quando la accendi deve girarsi la gente, l'ultimo tiro deve avere ancora sapore e non sapere di fieno dopo averla accesa. Consiglio di chiedere consigli al maggior numero di persone che vi hanno fatto assaggiare prodotti fatti bene, speranzosamente coltivati da loro. Un'ultima cosa: un'erba buona è per forza fatta bene? No, è solo gradevole al palato del consumatore. Un'erba fatta bene è sempre buona? No, ma è genuina. Buone fioriture e per questo natale tanta erba fatta bene a tutti!