Il Bike Medical Tour 2013

Soft Secrets
14 Jun 2013

Se si pensa che già per dei ciclisti professionisti un tour può essere una prova di forza non indifferente, allora non si può far altro che ammirare quello che sono stati capaci di fare quindici ciclisti a livello amatoriale nella gara a tappe di tre giorni che si è tenuta attraverso il paesaggio montuoso e selvatico della Spagna, il Medical Bike Tour 2013. Con una grandissima forza di volontà hanno superato se stessi e sono riusciti a racimolare 50.000 euro che verranno devoluti alla ricerca della cannabis medicinale.


Se si pensa che già per dei ciclisti professionisti un tour può essere una prova di forza non indifferente, allora non si può far altro che ammirare quello che sono stati capaci di fare quindici ciclisti a livello amatoriale nella gara a tappe di tre giorni che si è tenuta attraverso il paesaggio montuoso e selvatico della Spagna, il Medical Bike Tour 2013. Con una grandissima forza di volontà hanno superato se stessi e sono riusciti a racimolare 50.000 euro che verranno devoluti alla ricerca della cannabis medicinale.

Se si pensa che già per dei ciclisti professionisti un tour può essere una prova di forza non indifferente, allora non si può far altro che ammirare quello che sono stati capaci di fare quindici ciclisti a livello amatoriale nella gara a tappe di tre giorni che si è tenuta attraverso il paesaggio montuoso e selvatico della Spagna, il Medical Bike Tour 2013. Con una grandissima forza di volontà hanno superato se stessi e sono riusciti a racimolare 50.000 euro che verranno devoluti alla ricerca della cannabis medicinale.

Presentazione del Team prima della partenza da Budia.
Abbiamo davvero fortuna. La Spagna si sente sollevata quando arriviamo a Madrid il 14 aprile. Anche in Spagna il lungo inverno ha padroneggiato, ma il giorno del nostro arrivo splende un bellissimo sole e le temperature salgono velocemente toccando e superando i 25° C.

Dopo aver trascorso la notte a Madrid, ci vengono a prendere con un bus navetta della Paradise Seeds davanti al nostro hotel per compiere un tratto breve di strada che ci porterà al nostro punto di partenza che si trova nella frazione del borgo, Budia che conta 150 abitanti. Le biciclette vengono messe in bella mostra, e come norma tra i fanatici del ciclismo, le bici vengono ampiamente ammirate. Se ne vedono di tutti i tipi: dalle mountain bikes robuste, alle classiche vintage in acciaio fino ad arrivare alle bici in fibra di alluminio e lega di carbonio. Per non parlare poi dell’abbigliamento. C’è proprio da divertirsi. Siamo realmente impressionati dall’abbigliamento dei ciclisti che viene sponsorizzato da nomi importanti nel mondo della cannabis. E’ davvero incredibile!

La squadra è composta da un gruppo variegato di quindici ciclisti. Il team è cosi composto: un austriaco, l’uomo d’acciaio Harry, del growshop Bushdoctor, quattro sloveni indistruttibili, e due ragazze olandesi, che soprattutto nelle salite, daranno del filo da torcere a molti uomini. Il ciclista più giovane, una rivelazione nelle salite, è Zanur, di soli 17 anni e figlio di Luc di Paradise Seeds. Peter ha sessantanove anni ed è il più anziano del gruppo, ma senz’altro non il più debole, al contrario. Le cure sono affidate a due britannici, con molta empatia e pieni di talento che compiono degli studi sugli effetti positivi esercitati dall’uso della cannabis nelle pratiche sportive. Le automobili inseguitrici sono guidate dal sempre allegro e sorridente Alex, dell’Aia, detto ‘Happy Smile” e dalla sua Roos, e non possiamo dimenticarci dell’incredibile Patrick, AKA Ali Babà.

Lungo il percorso

I ciclisti gareggianti fanno festa con una bella spaghettata. Da sinistra a destra Daisy, Harry, Peter e Kees.
Dopo la nostra partenza da Budia per la prima tappa del giro di 125 km. ben presto si formano già alleanze tra i ciclisti che hanno più o meno la stessa forma e composizione, o che hanno una naturale preferenza o per la salita o per la discesa. E se durante le fasi iniziali della gara durante le salite sembra che i ciclisti debbano usare la bombola d’ossigeno per riuscire ad avanzare, già dalla seconda gara si nota che i ciclisti fanno molta meno fatica in salita. Con regolarità il team si spezzetta, una volta perché la salita è troppo ripida, un’altra volta perché le discese si fanno talmente vertiginose che nemmeno le auto inseguitrici riescono a tener loro testa. Ma fortunatamente ogni volta riusciamo a ricongiungerci. Se qualcuno resta in panne con la bici, per una ruota bucata o per la catena che scende, c’è sempre qualcun altro che si ferma ed è disposto ad aiutare, anche se, a volte, la tentazione di continuare l’inseguimento della testa della corsa è grande, per non perdere tempo.

I paesaggi meravigliosi lungo la strada compensano alla lunga il fatto di un’eventuale rinuncia.
Fortunatamente trascorriamo le notti in appartamenti molto confortevoli, proprio come dei veri ciclisti, in due per stanza. Per fortuna i letti sono comodi e le docce calde. Il ritmo di vita spagnolo, al quale non siamo molto abituati, già dai primi giorni, ci mette un po’ in subbuglio. Visto che alle cinque del pomeriggio stiamo ancora correndo e solo verso le dieci e mezza di sera siamo ancora a tavola, non resta altro che andare a letto con la pancia piena – e questo comporta un deficit del sonno, per cui non riusciamo a riposare a sufficienza, se si pensa al fatto che Patrick ci sveglia alle 7 del mattino col suo megafono. Purtroppo la seconda tappa della Biketour MC si presenta non senza incidenti. Su un tratto di strada sterrata infatti tre corridori cadono in curva. Miracolosamente il danno e’ minimo. Solo qualche abrasione. Anche se lo sfortunato Jaka verrà controllato in ospedale per vedere se ha riportato fratture. Fortunatamente anche lui non ha nulla di grave.

Doping

La regina dell’ascesa Roos è in testa al gruppo fin dall’inizio della seconda tappa.
E’ risaputo che, per esempio, chi fa’ jogging regolarmente può provare uno stato di euforia. Ma del fatto che correndo in bicicletta si possa entrare in uno stato euforico, di questo non ne parla mai nessuno. Correndo giorno dopo giorno ci si accorge che la soglia del dolore aumenta sempre di più, e questa è una cosa veramente fenomenale. E’ risaputo che durante il Biketour MC si faccia uso di sostanze dopanti, anche se limitato alla cannabis. Jan, per esempio, un ragazzo sloveno molto gentile, così chiamato “l’uomo rasta”, che viene chiamato il magro dai suoi compagni di corsa, lo considero un po’ come la mascotte del gruppo. Non usa nemmeno il casco di sicurezza. Ha una collezione di cappellini giamaicani e dice che quelli gli bastano. Durante uno dei pochi percorsi piani della corsa mi racconta che lui fa’ molto sport e che anche quando fa’ sport fuma sempre. Mi racconta che gioca a pallone con un gruppetto di amici e che prima di iniziare una partita si fumano sempre insieme uno spinello e che durante la partita sono veramente invincibili. Dice che addirittura si sentono telepatici e che entrano davvero in sintonia tra di loro. Addirittura in salita, sulla sua bicicletta con le ruote spessissime lo si vede con uno spinello in bocca. Anche i tre partecipanti dell’Aia che rappresentano e difendono il titolo di Dizzy Duck, si vedono regolarmente accendere uno spinello. Anche se sinceramente vedo che gradualmente i partecipanti usano sempre di meno.

Pelle d'oca e lacrime

Il giorno della partenza veniamo salutati da una folla di studenti molto entusiasti. Questa cosa ci ha fatto venire davvero la pelle d’oca! Un’esperienza davvero unica!

L'unica partecipante spagnola Barbara, che solo il penultimo giorno ha deciso di prendere parte alla corsa per gli ultimi 30 kilometri, non riesce a tener testa al tempo e deve adattarsi al proprio ritmo di corsa. Barbara seguirà il resto della corsa secondo il proprio ritmo, anche se, stranamente, arriverà prima all’arrivo a Valencia.

Mi rendo conto della commozione di alcuni compagni di gara che non riescono a trattenere l’emozione  nel momento in cui raggiungiamo come formazione chiusa i quartieri periferici di Valencia. Personalmente anche io no riesco quasi a contenere le lacrime e l’emozione. Ho la sensazione che siamo tutti dei guerrieri mitologici che dopo una dura battaglia sul campo tornano vittoriosi e orgogliosi nelle loro fortezze. Non è proprio da tutti quello che siamo riusciti a raggiungere  negli ultimi tre giorni. Ma non ci lasciamo vincere dalle emozioni. Gli uomini più audaci, quelli più forti del gruppo vogliono mostrare agli altri che le loro forze non si sono ancora esaurite e riprendono la corsa in modo molto audace. Nonostante un fortissimo vento contrario corrono a più di 40 km orari in direzione del Mar Mediterraneo. Io faccio del mio meglio ma non riesco a colmare il vuoto formatosi e non riesco a raggiungerli. Solo poco prima del centro cittadino ci rincontriamo. Arriviamo intorno alle cinque nei pressi della fiera e siamo accolti in modo molto entusiasta dal comitato di accoglienza. Missione compiuta!

Il passaggio di consegna simbolico del mega assegno di 50.000 euro.
Per tutti i partecipanti, i ciclisti e gli aiutanti, il Biketour MC è stata sicuramente un’avventura calorosa ed indimenticabile. Porgiamo i nostri più sentiti ringraziamenti ai numerosi sponsor con i quali i capigruppo hanno potuto consegnare al professore spagnolo Guillermo Valesco un assegno di ben 50.000 euro. Non per niente abbiamo fatto tutta questa fatica e questa è la ciliegina sulla torta, di un’esperienza davvero indimenticabile. Speriamo che alla terza edizione della corsa ci sia ancora più animo e che sempre più partecipanti si vogliano iscrivere alla gara!

I nostri ringraziamenti vanno a: Sweet Seeds Royal Queen Seeds Advanced Nutrients per gli sponsor di base, gli sponsor Club 100 e un grazie anche a tutti gli sponsor anonimi.

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