Corso di cannabicoltura per principianti IV

Soft Secrets
07 Sep 2013

Quando si danno il cambio estate e autunno, si avvicina il traguardo della maratona annuale dei coltivatori. Ora che s'intravede l'arrivo, è importante mantenere il ritmo sostenuto. Bisogna addirittura dare un colpo d'acceleratore, mettere tutte le energie rimaste nell'ultimo sprint, perché abbassare la guardia può portare, dopo così tante bracciate a nuoto, a morire sulla riva.


Quando si danno il cambio estate e autunno, si avvicina il traguardo della maratona annuale dei coltivatori. Ora che s'intravede l'arrivo, è importante mantenere il ritmo sostenuto. Bisogna addirittura dare un colpo d'acceleratore, mettere tutte le energie rimaste nell'ultimo sprint, perché abbassare la guardia può portare, dopo così tante bracciate a nuoto, a morire sulla riva.

Quando si danno il cambio estate e autunno, si avvicina il traguardo della maratona annuale dei coltivatori. Ora che s’intravede l’arrivo, è importante mantenere il ritmo sostenuto. Bisogna addirittura dare un colpo d’acceleratore, mettere tutte le energie rimaste nell’ultimo sprint, perché abbassare la guardia può portare, dopo così tante bracciate a nuoto, a morire sulla riva

Raccogliere al momento giusto, curare, essiccare e immagazzinare sono gli ultimi passaggi della nostra lunga corsa di fondo. Se si sbaglia, si possono rovinare i livelli di THC, sarà dunque necessario mantenere la psicoattività del materiale di cui disponiamo durante l’intero processo.

Ultimi giorni

Cima poco matura
Man mano che diminuiscono le ore di sole e le piante notano che si avvicina l’inverno, queste accelerano il processo di maturazione e ingrossano i fiori. I germogli si uniscono gli uni con gli altri e i rami si piegano sotto il loro peso. È importante tenere sotto controllo le piante, bisogna legare i rami deboli, oltre ad aver pronta una struttura per coprirle in caso di temporale. Tenete sempre sott’occhio il tempo per coprire le piante in caso di pioggia, perché se si bagna il substrato, nel coprirlo, quando esce il sole, si forma condensa dovuta all’umidità che comincerà a evaporare. Scrutare il cielo e guardare le previsioni meteorologiche aiutano a essere preparati all’arrivo del temporale. Conviene non concimare le piante questi ultimi giorni, in modo tale che possano assimilare il possibile eccesso che si può essere formato. Nella coltura in vasi si consiglia di lavare bene le radici e per questo l’acqua va somministrata in quantità doppia rispetto ai litri del substrato, perché deve scorrere abbondante attraverso i fori di drenaggio, inizialmente colorata per la presenza dei resti di fertilizzante e poi più pulita e chiara. I complessi a base di enzimi aiutano a rompere l’accumulo di sali e a disintossicare la pianta. Si trovano anche concimi specifici per migliorare il sapore alla fine della fioritura, oltre ad altri concimi volti ad accelerare di qualche giorno la fase finale del processo. Fatto sta che nel periodo finale conviene tenere razionata l’acqua, in modo tale che la pianta riduce in parte la produzione, ma si concentra maggiormente sulle sue proprietà, come odore, sapore ed effetto. Naturalmente, nelle zone più asciutte o in caso di piante invase dal ragno rosso, non conviene razionare troppo l’acqua, ma bisogna somministrarne a sufficienza perché la pianta arrivi viva al raccolto. Quando è già troppo tardi per nebulizzare o utilizzare insetti predatori, l’unico rimedio contro il ragno rosso è aumentare l’umidità per rallentare il suo ciclo vitale. È importante sorvegliare l’attacco di muffa o insetti infestanti negli ultimi giorni, in quantorapida: vi darà un’idea di quali saranno più o meno la qualità e la potenza del raccolto. Disinfettate con alcol e con un panno gli strumenti che entrano a contatto con la muffa.

Scegliere il momento

Piante alla fine della fioritura sostenute con corde
Gruppo di fiori maturo
È normale che il cannabicultore sia impaziente e voglia raccogliere quanto prima, ma estrarre le forbici troppo presto diminuisce la produzione, oltre ad avere piante con un contenuto inferiore di cannabinoidi. Bisogna quindi essere pazienti, oltre che vigilanti. Alla fine di settembre e all’inizio di ottobre si raccolgono le Indiche e varietà più precoci, mentre gli ibridi generalmente sono pronti in ottobre. Le piante più Sative possono allungare la fioritura fino a novembre, dicembre o anche oltre, per cui, prima di piantare una Sativa pura con lunga fioritura, bisogna essere certi che l’area climatica sia adatta, perché richiederà un autunno mite, senza gelate o temporali. Bisogna stare attenti a fare in modo che le luci notturne non interrompano la fase di buio, perché la pianta ha bisogno di oscurità continua per la fioritura completa. È sbagliato raccogliere seguendo le indicazioni riportate nei cataloghi o secondo i suggerimenti di un altro cannabicultore che ha già provato la genetica. Questi dati sono riferimenti generali, ma la realtà è un’altra. Ogni luogo e ogni pianta è un caso a se stante. Il metodo più conosciuto per determinare il momento del raccolto è quello dei pistilli. I germogli sono composti di questi filamenti bianchi e man mano che la pianta matura, lasciano questo immacolato colore bianco e acquisiscono toni scuri. Quando oltre il 70% degli stessi ha cambiato colore, sarà giunto il momento di raccogliere. Questo metodo è facile da applicare, ma non è completamente affidabile, dato che ci sono varietà i cui fiori scuriscono prima rispetto ad altre, oltre al fatto che l’influenza del clima può portare a questo fenomeno prima che sia pronta la pianta.
Coltivazione pronta per il raccolto
Il metodo di osservazione dei tricomi è il più affidabile. Con un microscopio o una lente d’ingrandimento si tengono sott’occhio i tricomi. Quando la pianta è in fase di fioritura, i tricomi che emergono hanno la testa trasparente. Quando la pianta comincia a stabilizzarsi, la testa di questi tricomi comincia ad abbandonare la trasparenza e ad acquisire un colorlatte, addirittura ambrato, in alcuni casi. Quando la metà dei tricomi di un gruppo di fiori passa da color cristallino a color latte, è giunto il momento in cui è consigliato raccogliere, sebbene ogni coltivatore debba adattare questa regola alle proprie esigenze: da un lato l’impatto del clima e le previsioni del tempo nei giorni seguenti, dall’altro i gusti personali. Se si raccoglie una pianta prima che sia matura, conterrà meno CBD e l’effetto sarà più cerebrale, mentre se la si lascia crescere oltre la maturazione, produrrà più CBD e sarà più narcotica. Per trovare il momento più adatto a ogni coltivatore, non c’è nulla di meglio che raccogliere in momenti diversi ed essiccare separatamente i risultati, il che consentirà poi di paragonarli e decidere quale è il migliore.

Il raccolto

Luogo  per l’essiccatura con deumidificatore
Nelle operazioni di raccolta e cura, è importante disporre di strumenti adatti, affilati che facciano tagli netti e non che portino a distruggere i tessuti. Servono forbici per potare robuste, o addirittura una sega per tagliare il gambo o i rami principali. L’operazione di cura della cima richiede varie paia di forbici affilate. Se c’è un’infezione da muffa, conviene utilizzare un paio di forbici solo per la pulizia delle parti contaminate. È utile avere alcol e panni per pulire regolarmente le forbici. Scegliete modelli comodi, perché dovrete tenerle in mano per molte ore. Ci sono forbici di questo tipo con molla interna, che agevolano abbastanza il lavoro. Una confezione di guanti in lattice usa e getta è fondamentale per tenere pulite le mani, perché senza protezione, possono finire con l’essere ricoperte da una vera e propria crosta di resina. Sono utili anche scatole di plastica o vassoi dove lasciare le cime prima di farle essiccare. Il sistema più tradizionale è quello di tagliare le piante intere e di appenderle a testa in giù, ma non è obbligatorio farlo così. Dato che non tutti i fiori maturano allo stesso tempo, si possono raccogliere a scaglioni. In questo modo si avvisano i rimanenti che rimane loro poco tempo per la maturazione, oltre che permettere loro di avere accesso alla luce. Un buon metodo è raccogliere dapprima i gruppi di fiori superiori e lasciare del tempo in più alle cime inferiori meno sviluppate. A quanto pare, l’orario in cui il contenuto di THC è più elevato è l’alba, per cui si cerca di raccogliere di mattina presto.
Vassoi di essiccatura
La cura consiste nel togliere dai rami le foglie senza resina. Si comincia dalle foglie più grandi e poi si eliminano quelle a fianco alle cime. Tagliate le foglie dalla base per non lasciare sbavature o piccioli. Infine tagliate le punte delle foglioline ricoperte di resina. A seconda delle preferenze e delle condizioni climatiche, il coltivatore può scegliere uno stile più o meno intensivo. L’ideale per il raccolto è lavorare in squadra. In questo caso, conviene suddividere i compiti, per esempio uno si occupa di tagliare i rami ed eliminare le foglie più grandi, altri due le curano, una quarta persona controlla il tutto alla ricerca d’insetti infestanti o muffa, oltre ad appendere le cime nel luogo destinato all’essiccatura. Ci sono coltivatori che preferiscono curare le piante in vivo prima di raccoglierle. Alcuni giorni prima tolgono le foglie più grandi e poi passano alle piccole. Questo manda alla pianta un segnale del fatto che si sta avvicinando la fine, il che la spinge a maturare più velocemente.

Essiccatura

Cime raccolte precocemente
Quando si tagliano le piante, bisogna farle essiccare affinché i cannabinoidi che contengono diventino psicoattivi. La luce e il calore degradano il THC, quindi le piante vanno fatte essiccare in un luogo buio, fresco e arieggiato. La procedura normale è quella d’improvvisare un luogo per l’essiccatura tendendo delle corde da un lato all’altro di una stanza, ma si possono usare anche degli stendini portatili. Appendere le piante a testa in giù non aumenta la quantità di THC, sebbene sia abbastanza comodo e dia al prodotto finale un aspetto più tondeggiante. Si possono acquistare vassoi pieghevoli per l’essiccatura, che sono estremamente facili da montare e trasportare, perfetti per sfruttare lo spazio. Un sistema per chi vuole un’essiccatura rapida è quello di mettere questi vassoi in un armadio di coltura e di utilizzare un estrattore per creare corrente d’aria che acceleri il processo. Conviene usare un termoigrometro per controllare i valori. L’ideale è mantenere l’umidità attorno al 60%. In caso di eccessi, un deumidificatore può essere d’aiuto per ottenere un ambiente adatto. Se sono state raccolte le piante quando sono molto umide o invase dalla muffa, non c’è dubbio che per assicurarsi il raccolto, bisogna dare un colpo di riscaldamento con aria calda nel luogo destinato all’essiccatura e una volta eliminato il rischio che la muffa si espanda, va tolto il riscaldamento e rallentata la fase finale del processo, in modo tale che si elimini la clorofilla. Conviene usare un ventilatore a bassa potenza nel luogo dell’essiccatura per creare una piccola corrente che muova l’aria all’interno, senza impattare direttamente sulle cime.
Procedimento sottovuoto
Il momento ideale oscilla fra due e tre settimane. Alla fine la pianta deve aver perso tre quarti del suo peso. Se si fa essiccare troppo rapidamente, la clorofilla rimane intrappolata nei tessuti vegetali e di conseguenza avrà sapore di foraggio anche mesi dopo il raccolto, mentre un’eccessiva lentezza porta le cime a marcire. Se il luogo d’essiccatura è caldo e con poca umidità, la sfida è quella di ottenere un’essiccatura lenta. Appendere le piante intere o con la maggior parte delle foglie è una buona soluzione per amministrare bene il tempo. In aree umide, il problema è che ci mettono molto a essiccare e in questi casi conviene spezzettare al massimo i rami e fare una cura profonda. Attenti alle cime molto grosse, perché all’interno si può nascondere muffa. Conviene essiccare separatamente le varie parti della pianta. Le foglie grandi sono adatte alla cucina, mentre le piccole danno un eccellente hashish. Le cime principali sono quelle con il maggior effetto, mentre quelle inferiori hanno meno potenza. Anche se sembrano asciutti in superficie, i fiori sono umidi all’interno, per cui bisogna aspettare che l’essiccatura sia uniforme prima di completare il processo. Se non si vuole curare l’erba, basta aspettare che i gambi sottili siano ben croccanti, perché questo è il segnale che sono finalmente essiccati. Si deve dare un ultimo spintone e la si conserva nei recipienti finali. Bisogna aprire regolarmente questi contenitori per verificare che vada tutto bene, soprattutto all’inizio. Verificate che le cime non abbiano preso umidità e se così fosse, toglietele dai contenitori e fatele essiccare un po’ prima di rimetterle negli stessi. Per chi è ansioso di provare il raccolto, ci sono metodi di essiccatura rapida, anche se non sono consigliabili, perché ne risente il gusto e si degrada una parte del THC. Ad ogni modo, se il desiderio di un raccolto rapido è forte, si può fare una prima essiccatura con vari sistemi. Il gel di silicio assorbe l’umidità. Mettete in un recipiente uno strato di gel di silicio, carta assorbente e poche cime. È anche possibile usare il forno un po’ aperto, somministrando in varie fasi una quantità moderata di calore. Con un deumidificatore ci vogliono al massimo due giorni, ma in questo caso quello che fumerete sarà migliore rispetto a quanto non otterreste con i metodi rapidi.

Cura e conservazione

Immagazzinamento del raccolto
La cura è una sorta di fermentazione controllata, nella quale i sapori si condensano e il gusto si addolcisce. Per procedere alla cura, si rallenta l’essiccatura delle cime appena prima della fine. Per questo si mettono nel luogo di essiccatura in scatoloni di cartone o contenitori in legno, come quelli che si regalano a Natale, che sono una risorsa molto utile in questo caso. Dopo un periodo intermedio, si conclude la cura in contenitori a tenuta stagna se i fiori sono un po’ più umidi, questo processo è più fine dell’essiccatura rapida, richiede attenzione e una buona mano per il coltivatore. La marihuana asciutta o curata deve essere conservata in contenitori a tenuta stagna e opachi, che la proteggano dalla luce, dal calore e dall’aria. La plastica ha la fama di degradare il THC, per cui in genere si usano contenitori in vetro e li si immagazzina in un luogo buio. Una volta asciutta, conviene riempire i contenitori, in modo tale che entri meno aria. Si possono anche spezzettare le cime e metterle nei contenitori usando una macchina per il sottovuoto, cosicché non vengano raggiunte dall’aria, oltre a non emettere alcun odore. Con il raccolto nei contenitori, arriva per il coltivatore di cannabis un momento magico, perché finalmente può godersi il frutto del suo lavoro, mentre progetta la stagione seguente che si sta avvicinando.
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