Coltivazione indoor di base
A differenza di quanto si possa pensare, una coltivazione indoor è molto più semplice da curare e da seguire di ciò che ci si immagina. In questo articolo, parleremo dei fattori e dei punti più importanti da tenere a mente per avviare una coltivazione indoor di base, a partire da zero, fino al momento finale della fioritura.
Organizzazione della coltivazione indoor futura
La prima cosa che dobbiamo tenere in considerazione quando vogliamo intraprendere una coltivazione indoor che ci consenta di produrre a sufficienza per il consumo personale, è quella di organizzarci pianificando il tutto, per portare a termine la coltura in modo corretto. Per questo, è fondamentale disporre di una stanza che destineremo in parte o interamente alla nostra area di coltivazione. Nel caso in cui non si disponga di una stanza intera, sarà necessario utilizzare un armadio per coltivare le piante. Se però abbiamo un’intera stanza per farlo, non sarà strettamente necessario acquistare un armadio. Ad ogni modo, ci sono sempre coltivatori che, seppur avendo una stanza intera dedicata, sostengono sia meglio utilizzare un armadio. Dobbiamo inoltre fare un elenco degli elementi e dei materiali fondamentali o di base che saranno necessari per creare le condizioni adatte per sviluppare una coltura in modo corretto. In questo elenco non possono mancare le componenti seguenti: • Un kit completo (riflettore + ballast + lampadina + spina e cavo) di illuminazione al sodio ad alta pressione (400 o 600 watt). • Un estrattore di qualità (secondo i metri cubici dell’area di coltura di cui disponiamo). • Un tubo ducting per convogliare l’aria verso l’esterno. • Un filtro al carbone attivo per evitare gli inconvenienti provocati dall’odore prodotto dalle piante in fioritura. • Un timer per gestire il fotoperiodo di luce e buio delle piante (a seconda del rispettivo ciclo). • Un termoigrometro che restituisca i valori della temperatura ambiente in un determinato momento, la temperatura massima e minima e le percentuali di umidità registrate nella nostra coltivazione. • Vasi quadrati da 7 litri per ottimizzare lo spazio per la coltivazione. • Sacchi di terra di qualità. • Stimolatore radicolare, concime per la crescita e concime per la fioritura. • Plastica riflettente (se non si usa un armadio per la coltivazione). • Semi femminizzati che potremo trovare e acquistare nel nostro growshop di fiducia, dove inoltre ci daranno consigli per risolver i dubbi futuri man mano che si presenteranno durante la coltivazione. Va aggiunto che avremo bisogno di alcuni strumenti che in generale si hanno già in casa: nastro adesivo e fascette che sono estremamente pratici e utili per installare e montare il nostro sistema di coltivazione.Preparazione e montaggio dell’area di coltivazione
Una volta scelto il luogo dove coltiveremo le nostre piante e una volta predisposto il materiale necessario, dobbiamo preparare la stanza pulendo a fondo e con cura l’area destinata alla coltura, poiché questo ambiente dovrà essere pulito affinché le nostre piante crescano sane e si sviluppino e fioriscano in buone condizioni e in modo corretto. Dovremo poi tappare le finestre con un telo oscurante che non permetta l’entrata o l’uscita della luce. In questo modo impediremo che la luce della nostra lampada esca dalla finestra e attiri l’attenzione (cosa che vogliamo evitare) e non faremo entrare luce nella stanza, poiché questo potrebbe alterare il fotoperiodo delle nostre piante. Alcuni pensano che abbassare le tapparelle e chiudere le tende sia sufficiente, ma dobbiamo essere certi di poter evitare che esca o entri luce nella stanza e uno dei modi migliori per farlo è quello di usare il telo oscurante. Anche se si usa un armadio, è consigliato coprire le finestre per non attirare l’attenzione quando dobbiamo lavorare con le piante e l’armadio è aperto, giacché la luce uscirebbe dalla finestra e in questo caso non passerebbe inosservata. Portati a termine questi compiti, il passaggio seguente è quello di montare e installare le componenti elettriche della coltivazione, come l’estrattore o la fonte luminosa. Per selezionare l’estrattore che andremo a installare, dobbiamo valutare e tenere in considerazione il volume in metri cubici dell’aria che abbiamo nella stanza. Deve infatti essere un estrattore sufficientemente potente, ma che non abbia una rumorosità eccessiva che attiri l’attenzione dei vicini. Un estrattore per il ricambio dell’aria viziata e riscaldata dal calore residuo e costante generato dalla lampadina è fondamentale e dovremmo lasciarlo accesso costantemente durante le ore di luce che ricevono le nostre piante durante la fase di crescita e per 24 ore durante la fioritura. Sia che la coltivazione sia in un armadio che nella stanza, conviene ed è consigliabile disporre di un’uscita per l’aria e dell’estrattore nella parte alta della stanza (l’aria carica e calda tende a salire) in prossimità di un’area che agevoli l’uscita dell’aria all’esterno della coltivazione. La cosa migliore sarebbe farla uscire in strada, senza dover utilizzare troppo tubo ducting, perché più tubo si usa e più angoli retti si devono fare nel posizionarlo, maggiore sarà l’attrito dell’aria e maggiore sarà la rumorosità derivante. È consigliabile anche non installare o posizionare l’estrattore su una parete con porta, perché le vibrazioni si trasformeranno in rumore per i vicini. Bisognerebbe anche mettere dei pezzi di gomma fra la parete e l’estrattore per cercare d’isolarlo il massimo possibile, affinché si attutiscano le vibrazioni prodotte quando è acceso. Dovremmo cercare di posizionare la presa d’aria dell’estrattore vicina alla fonte di luce, perché in questo modo si ridurrà il calore residuo generato dalla lampadina accesa. Il filtro al carbone attivo andrà fissato alla parte da cui l’estrattore preleva l’aria, per convogliare tutta l’aria estratta attraverso il filtro affinché le particelle odorifere vi rimangano intrappolate, evitando così che la nostra coltivazione attiri l’attenzione dei curiosi per l’odore prodotto. Infatti, come abbiamo detto, con un filtro installato correttamente e un estrattore che funziona 24 ore al giorno, i problemi di odore che si verificano durante la fioritura, la raccolta e l’essiccatura dovrebbero non presentarsi, perché creiamo una via d’uscita obbligata per l’aria, attraverso l’estrattore e il filtro. Se si usa uno dei vari modelli di armadio disponibili per le colture, possiamo osservare che nella parte superiore, c’è una zona di forma circolare deputata alla bocchetta d’ingresso o presa d’aria dell’estrattore, che dovrebbe combaciare più o meno perfettamente. Il filtro al carbone va messo nella parte interna dell’armadio, sul soffitto, di fianco all’uscita predisposta, per unire l’estrattore e il filtro al carbone con una sezione di tubo ducting. Dopo aver posizionato l’estrattore e il filtro al carbone, l’unica cosa che dovremo fare sarà mettere la lampadina. Il kit è composto da un riflettore con base, un ballast, una lampadina e un cavo (deve essere trifase). Il ballast deve essere sempre appeso a una parete, che si coltivi in una stanza o in un armadio, a un’altezza che ci eviti problemi nel caso in cui cada o goccioli parte della soluzione nutriente con cui alimentiamo le nostre piante. il ballast deve sempre essere adatto al numero di watt della lampadina utilizzata, ossia 400W con 400W e 600W con 600W. Una volta appeso sulla parete scelta, il passaggio seguente è quello di fare i collegamenti del ballast con la spina e con il riflettore. Negli armadi da coltivazione si trova sulla parete posteriore e c’è anche un piccolo passaggio per far passare il cavo trifase fino al riflettore. Per i collegamenti dobbiamo calcolare di quanto cavo avremo bisogno e non dobbiamo lasciarlo pendere eccessivamente o ripiegarlo su se stesso. Non dobbiamo lasciare neanche dei cavi spelati all’aria, fuori dal supporto per i collegamenti, perché potrebbe farci prendere qualche bello spavento. Non dobbiamo neanche toccare il ballast mentre è in funzione, perché genera molto calore mentre alimenta la lampadina. È molto importante fare bene il collegamento e rispettare l’ordine dei cavi nel collegarli, perché dobbiamo assicurarci che i collegamenti corrispondano allo schema fornito, per poi convogliarli correttamente verso il ballast. Quando i collegamenti uscenti dalla strumentazione sono stati fatti, uno con una sezione cavo con all’estremità una spina e l’altro che dovrà essere collegato alla base del riflettore, andrà installato il riflettore sul soffitto della stanza o dell’armadio. Per appenderlo correttamente, il riflettore nella parte posteriore ha delle linguette da sollevare mediante un cacciaviti piatto fino a che non formeranno un angolo di novanta gradi. Alle linguette andranno attaccate le tipiche carrucole per lampadine appese al soffitto che ci consentono di muovere la fonte di luce all’altezza desiderata, ossia la più adatta in ogni fase per le nostre piante. Si possono anche utilizzare delle catene e dei moschettoni per fissarle e modulare l’altezza della fonte luminosa, alzandola se necessario per le nostre piante. Ora manca solo togliere la pellicola in plastica dei protettori, posta per proteggerne la parte interna, dove viene riflessa la luce emessa dalla lampadina, perché non si righi o non si rovini e saremo quindi pronti per passare alla fase seguente. A questo punto dobbiamo solo posizionare la lampadina al sodio ad alta pressione scelta per il rispettivo sistema. Dobbiamo tenere in considerazione alcuni fattori nella scelta della lampadina. Logicamente, 600 watt ci danno la possibilità, anche se non la sicurezza, di ottenere un raccolto maggiore che con una lampadina da 400 watt, poiché la potenza è superiore ed è ottimale su una superficie di coltivazione più ampia, perché copre un’area maggiore. Con una fonte da 400 watt possiamo coltivare in uno spazio di un metro quadrato e con una fonte da 600 watt possiamo ampliare questo metro quadrato fino a quasi un metro quadrato e mezzo. Tutto però ha dei pro e dei contro, perché con una lampadina da 600 watt i consumi elettrici saranno di gran lunga più elevati che con una da 400 watt e il calore prodotto e generato dalla lampadina sarà maggiore. Anche la luminosità sarà maggiore, pertanto le piante avranno bisogno di più acqua e nutrienti. Questa scelta va fatta prima di montare il sistema e quando posizioneremo la lampadina dobbiamo fare molta attenzione, perché va tenuto in considerazione che le lampadine al sodio ad alta pressione (chiamate anche HPS) sono molto fragili e delicate, pertanto vanno manipolate con molta cura. La lampadina è l’ultima parte del sistema luminoso che dovremo installare e dovremo farlo estraendola dalla confezione dalla base della lampadina, ma lasciando la parte di vetro all’interno. Dobbiamo prendere la confezione della lampadina e avvitare la lampadina nella base del riflettore che è già stata installata sul soffitto. Una volta avvitata completamente, toglieremo con cura la confezione di cartone. In questo modo eviteremo di lasciare macchie, residui di umidità o di sudore sulla lampadina, che non sono per nulla consigliabili. Quando dovremo sostituire la lampadina, dovremo lasciarla spenta quasi un’ora prima di poterla toccare ed è consigliabile rimetterla in una confezione di cartone quando la si toglie. Dopo aver collegato l’estrattore e la fonte luminosa, li accenderemo per verificare che sia tutto ben connesso e che funzioni correttamente. Metteremo poi il termoigrometro, in modo tale da poterlo alzare o abbassare a seconda delle necessità e programmeremo il timer affinché si accenda e si spenga quando desideriamo. Bisogna tenere in considerazione che nella fase di crescita, il ciclo di luce/buio è di diciotto ore di luce e sei ore di buio e quando cambia dobbiamo variare il numero di ore in cui le piante stanno al buio o alla luce, passando a dodici ore di luce e dodici ore di buio. Quando parliamo di buio, intendiamo buio completo e nelle ore di buio non dobbiamo assolutamente entrare nella stanza o aprire l’armadio, perché altrimenti causeremmo stress per le piante, oltre ad alterare il loro ciclo, cosa che avrebbe ripercussioni sul risultato finale. Ora manca solo mettere la plastica riflettente sulle pareti della stanza per sfruttare al massimo la luce, ma se utilizziamo un armadio non sarà necessario, poiché all’interno è già ricoperto di materiale riflettente. Dovremo poi mettere i vasi nei quali cresceranno le nostre piante, in modo che la lampadina sia esattamente al centro sopra gli stessi e che i vasi nel loro complesso abbiano la forma di un quadrato, per sfruttare bene la luce. Non sarebbe male usare anche dei sottovasi/vassoi o piatti (personalmente preferisco i vassoi) per evitare che la soluzione nutriente drenata dalle piante dopo l’irrigazione cada a terra. I vasi andranno riempiti di terra ben disgregata per agevolare l’ossigenazione delle radici e fare in modo che si sviluppino bene. Per questo, smuoveremo per bene la terra quando è ancora nel sacco, prima di riempire i vasi e lo faremo quando trapiantiamo i semi germinati o i cloni, per ottenere cloni sani, affidabili e di qualità. Non entreremo nel dettaglio della qualità dei semi o dei cloni, perché ne abbiamo già parlato in alcuni numeri precedenti di Soft Secrets nell’articolo intitolato “Outdoor vs indoor”.Substrato e nutrimento
È fondamentale non lesinare sulla spesa per l’acquisto di terra di buona qualità, che sia ben preparata ed equilibrata. Possiamo scegliere una terra molto concimato o una terra poco concimata, anche se, per evitare problemi di eccessi per le piante, se stiamo iniziando a coltivare indoor, è consigliabile utilizzare della terra poco o leggermente concimata fra le tante disponibili in qualsiasi growshop. Per un’ alimentazione e nutrimento equilibrato e di base per le piante, si consiglia di utilizzare uno stimolatore radicolare nelle prime irrigazioni in fase di crescita. Successivamente, converrebbe utilizzare un nutriente biologico per tutta la fase della crescita. Quando le piante passano alla fase di fioritura e non danno ancora segni di formazione dei fiori, dovremo smettere di usare il nutriente di crescita per cominciare a utilizzare il nutriente di fioritura fino a quando non mancheranno una settimana o dieci giorni al raccolto. A questo punto cominceremo a irrigare solo con acqua e continueremo a farlo fino al momento del raccolto (se possibile, due giorni prima di tagliare le piante, smetteremo di irrigare). È importante consultare le proporzioni consigliate da ogni marca di nutriente e tenersi un po’ al di sotto di quando indicato nelle indicazioni d’uso riportate sui flaconi. Meno è più e quindi è meglio non esagerare piuttosto che superare le dosi necessarie, perché è più facile correggere una carenza che un eccesso. D’altro canto è anche molto importante somministrare la soluzione nutriente alle piante mentre la fonte al sodio è accesa (le piante infatti mangiano solo quando c’è luce), se possibile quando è accesa da poco. Per questo bisognerà adattare la programmazione del timer in modo tale che le ore in cui dobbiamo curare e lavorare con le piante coincidano con le ore di luce. Una volta raccolte le piante, mancherà solo l’essiccatura del nostro raccolto, di cui Soft Secrets ha già parlato nell’articolo “Essiccatura”. Una volta completata questa fase, potremo finalmente assaporare per bene il frutto delle nostre cure e del nostro lavoro. Text: Huguillo
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