Ce l'hai la ricetta?
Le leggi italiane nascono spesso come moneta di scambio, figlie di corruzioni, piaceri a amici e contentini ai partiti, il che le rende di fatto difficili da capire, attuare e conoscere.È così ovviamente anche per la normativa sulla cannabis terapeutica, ma grazie anche alle indicazioni su Facebook dall'attivista dell'Associazione Cannabis Medica Stefano Balbo, vi propongo le diverse maniere per ottenere il farmaco. Tutto ciò quando la marijuana potrebbe essere, come un tempo, un semplice farmaco da banco, acquistabile senza ricetta.
Le leggi italiane nascono spesso come moneta di scambio, figlie di corruzioni, piaceri a amici e contentini ai partiti, il che le rende di fatto difficili da capire, attuare e conoscere.
È così ovviamente anche per la normativa sulla cannabis terapeutica, ma grazie anche alle indicazioni su Facebook dall'attivista dell'Associazione Cannabis Medica Stefano Balbo, vi propongo le diverse maniere per ottenere il farmaco. Tutto ciò quando la marijuana potrebbe essere, come un tempo, un semplice farmaco da banco, acquistabile senza ricetta.
Le leggi italiane nascono spesso come moneta di scambio, figlie di corruzioni, piaceri a amici e contentini ai partiti, il che le rende di fatto difficili da capire, attuare e conoscere. È così ovviamente anche per la normativa sulla cannabis terapeutica, ma grazie anche alle indicazioni su Facebook dall’attivista dell’Associazione Cannabis Medica Stefano Balbo, vi propongo le diverse maniere per ottenere il farmaco. Tutto ciò quando la marijuana potrebbe essere, come un tempo, un semplice farmaco da banco, acquistabile senza ricetta.
Detto ciò, nello scorso numero di Soft Secrets avevo illustrato le varie realtà sui farmaci cannabinoidi di sintesi, spiegando come, per la sua derivazione diretta dalla pianta di marijuana, il Sativex, prodotto in Inghilterra dalla GW Pharmaceuticals, non psicoattivo – d’assumere come spray orale (sublinguale), con pari dosaggi (1:1) tra i due principali cannabinoidi della cannabis, l’energizzante THC e il rilassante CBD – fosse quello migliore in circolazione. Alla selezione delle piante di marijuana da cui è estratto il Sativex, tra l’altro, ha partecipato anche il breeder italo-svizzero Fabio Wifi Santacroce. Utilizzato nel dolore neuropatico, tumorale e per gli spasmi della sclerosi multipla, il Sativex è commercializzato in Spagna dal 2005 e in Inghilterra e Canada dal 2010, dov’è risultato efficace anche nella cura dell’artrite reumatoide, bloccando la progressione della malattia, la percezione del dolore e migliorando il sonno dei pazienti.
Oltre al Sativex, però, è possibile importare sul territorio nazione anche i fiori essiccati di marijuana prodotte dalla Bedrocan B.V., incaricata direttamente dal Ministero della Salute olandese. La marijuana Bedrocan B.V. è un prodotto standard e nei fiori è sempre presente la stessa quantità di principi attivi, perché i malati possano essere sicuri nei dosaggi.
I fiori sono quattro tipi: il Bedrocan, commercializzato con il nome di Cannabis Flos var. Bedrocan, una varietà Sativa con THC tra il 18 e il 21% e CBD minore all’ 1%; il Bedrobinol, nome commerciale Cannabis Flos var. Bedrobinol, Sativa, con THC tra l’11 e il 13% e CBD minore dell’1%; il Bediol, commercialmente chiamato Cannabis Flos varietà Bediol Granuli, costituito da fiori secchi triturati finemente nella dimensione massima di 5 millimetri, con la percentuale di THC tra il 5 e il 7% e il CBD al 7,5%, quantità pari che la rendono non psicoattiva; il Bedica, una varietà Indica, a sua volta commercializzata in granuli triturati, ricca di mircene, un terpene che dona un effetto molto calmante.
Questi farmaci sono distribuiti in confezioni da 5 grammi, sterilizzati ai raggi gamma e garantiti dall’assenza di pesticidi, batteri, funghi e metalli pesanti. I fiori Bedrocan giungono a 9 euro nelle farmacie olandesi, mentre sono venduti ai pazienti italiani al prezzo scontato di 7 euro al grammo (più le spese d’importazione). Dall’Olanda ovviamente consigliano d’iniziare la terapia con il più leggero Bediol.
Ai sensi dell’articolo 2 del Decreto Ministeriale 11-2-1997, i farmaci cannabinoidi naturali e sintetici possono essere prescritti al paziente tramite una “Richiesta d’importazione di medicinali in commercio all’estero” (i moduli precompilati possono essere scaricati dal sito www.pazienticannabis.org). La prescrizione può essere compilata dal medico di famiglia, ma si otterrà difficilmente il farmaco gratis, o dallo specialista ospedaliero della propria ASL, con la possibilità di non pagarlo quando consegnato in day hospital, per una quantità massima pari a tre mesi di cura. Perché i farmaci cannabinoidi possano essere prescritti occorre anche la dichiarazione di responsabilità da parte del medico, a fondo modulo d’importazione, segnalante l’inefficacia di tutti gli altri rimedi provati e in commercio, e il consenso informato del paziente, con la destinazione patologica d’impiego.
Quando la richiesta d’importazione è rilasciata dal medico di famiglia, il modulo va consegnato alla farmacia territoriale dell’ASL, la quale farà direttamente richiesta al Ministero della Salute per l’autorizzazione all’importazione. Il Ministero della Salute ha bisogno di circa una/tre settimane per decidere se dei farmaci pericolosi come quelli a base di cannabinoidi possano navigare per le strade italiche, senza creare vibrazioni in grado di destabilizzare positivamente un sistema governato da Vaticano e Mafia.
Giunta alla farmacia l’autorizzazione dal parte del Ministero, l’ASL s’occuperà direttamente dell’importazione. A informazione della farmacia territoriale dell’ASL, se è stato prescritto il Sativex, la farmacia dovrà rivolgersi alla ditta inglese Idispharma (www.idispharma.com). Per la farmacie non ci sono più scuse perché alla Idispharma rispondono anche in italiano, grazie alla presenza di Giulia Canova (Order Processor/Administrator Italy-Spain, Global Sales Department – IDIS: Tel : +44 (0)1932 824123, internationalsales@idispharma.com). La ditta informerà la farmacia della restante procedura e girerà poi la richiesta alla GW Pharmaceuticals per l’erogazione del farmaco.
In termini di tempi, questa procedura può essere molto lunga: necessita della richiesta di nullaosta da parte della farmacia al Ministero della Salute italiano (1-3 settimane come citato sopra); giunto il nullaosta, l’invio della richiesta da parte della farmacia all’Idispharma; l’Idispharma farà poi richiesta al Ministero della Salute inglese, il quale necessità delle solite 2-3 settimane per dare l’autorizzazione (a volte anche di più); giunte le autorizzazioni, la programmazione della spedizione in Italia solitamente richiede 40 giorni. A seconda della praticità della farmacia sulla burocrazia in questione, l’iter d’approvvigionamento può quindi durare dai 20 giorni ai 2 mesi, ma anche più. Quando il farmaco è giunto in Italia, la farmacia avvisa il medico o il paziente per la consegna.
La farmacia territoriale dell’ASL, quasi sempre, chiede al paziente di pagare il farmaco e le relative spese d’importazione, solitamente tra i 600 e i 2000 euro per tre mesi di terapia. L’articolo 5 del decreto ministeriale dell’11 febbraio 1997, sull’onere dell’acquisto dei farmaci cannabinoidi, recita infatti: "L'onere della spesa per l'acquisto dei medicinali di cui all'art.1 non deve essere imputato ai fondi attribuiti dallo Stato alle regioni e province autonome per l'assistenza farmaceutica, tranne il caso in cui l'acquisto medesimo venga richiesto da una struttura ospedaliera per l'impiego in ambito ospedaliero. In quest'ultimo caso, fatti salvi i vincoli di bilancio e quelli eventualmente posti dalla normativa regionale, l'azienda ospedaliera potrà far gravare la relativa spesa nel proprio bilancio al pari dei farmaci in commercio in Italia e degli altri beni necessari per lo svolgimento delle prestazioni di assistenza sanitaria".
Quando il modulo d’importazione dei farmaci cannabinoidi è compilato da uno specialista ospedaliero e qualora l’ASL abbia la disponibilità economica, con la semplice consegna da parte del medico della richiesta alla farmacia ospedaliera, il farmaco dovrebbe essere consegnato gratuitamente in day hospital, come previsto dalla legge. La farmacia ospedaliera, come quella territoriale, poi, non possono respingere la richiesta del medico per il paziente e devono inoltrare la richiesta al Ministero della Salute.
Per quanto riguarda la posologia del Sativex e i quantitativi da ordinare, va calcolato come ogni confezione contenga 3 flaconcini da 10 ml l’uno. Ogni spruzzata (puff) sotto la lingua fa assumere 0,11 ml di medicina, con il quantitativo di 2.7mg di delta-9 tetraidrocannabinolo (THC) e 2,5 mg cannabidiolo (CBD), per un totale di circa 90 puff a flaconcino. Calcolando che generalmente l’indicazione medica è di 8-10 puff al giorno, anche se si può giungere fino a 24 puff al dì. Una scatola può quindi indicativamente durare un mese, 300 puff, mentre la terapia per un anno arriva a 3600 puff. La legge prevede la possibilità d’importare una scorta per 90 giorni di terapia, quindi 3 scatole da tre flaconcini l’una di Sativex. Una confezione di Sativex costa 470 euro, per un costo totale annuo di 5640 euro per la terapia, più le varie spese di spedizione-importazione, da applicare a ogni ordine di tre mesi, che fanno lievitare il costo alla cifra di circa 7.000 annui.
In caso d’importazione del Sativex, sul modulo va indicato il nome commerciale del farmaco, la denominazione del principio attivo (delta 9-THC - cannabidiolo), la forma farmaceutica (spray orale), il dosaggio (2,7 mg di THC e 2,5 mg di CBD per flacone), in confezione da 3 flaconi da 10 ml, il numero di confezioni richieste (12, per esempio), la posologia (10 puff al giorno), ponendo l’indirizzo completo della ditta che si occupa dell’esportazione (Idispharma Global Sales Department – IDIS: Tel : +44 (0)1932 824123, internationalsales@idispharma.com, (http://www.idispharma.com), per conto della GW Pharmaceutical, attraverso la dogana d’ingresso di Roma Ciampino, per esempio (questo spazio può essere vuoto in quanto sostituito dalla dicitura “Operazione comunitaria” della documentazione ministeriale).
In caso si stia per importare un farmaco in fiori Bedrocan B.V., sul modulo va invece specificato, ponendo le modifiche necessarie a seconda si tratti di Becrocan, Bedrobinol, Bediol o Bedica: nome commerciale (Bedrocan, per es.), denominazione del principio attivo (dronabinolo), forma farmaceutica (infiorescenze essiccate), dosaggio (THC 18-21%, nell’esempio del Bedrocan), confezioni da 5 grammi, numero di confezioni richieste (18, scritto in cifre e tra parentesi in lettere, al fine di coprire 3 mesi di terapia), per la posologia prescritta di 0,5 grammi 2 volte al giorno, per esempio, con l’indirizzo completo dell’ufficio olandese preposto all’esportazione (Bureau voor medicinale Cannabis-Postbus 16114- NL2500 BC-Den Haag Olanda).
Oltre al costo dei farmaci, come accennato, vanno calcolate le spese d’importazione, divisibili in un gruppo d’acquisto, in caso si tratti di una spedizione multipla per più pazienti: 80 euro per i costi di manifattura, 40 euro per la licenza d’esportazione e 126 euro per il trasporto.
In realtà, oltre a poter ricevere i farmaci cannabinoidi con il modulo d’importazione, in caso siano prescritto un galenico (principio attivo di ogni farmaco), i farmaci alla cannabis, di sintesi e naturali, possono essere prescritti dal medico di famiglia o dallo specialista ospedaliero anche su ricetta bianca (semplice) non ripetibile, per 30 giorni di terapia. In questo caso il medico deve indicare nella ricetta, successivamente ritirata dal farmacista, il nome del paziente, il nome commerciale del farmaco con indicato il THC (per es., Cannabis Flos var. 18-21% THC come materiale vegetale essiccato in singole dosi da 0,33 g e tali 60 dosi, in caso di Bedrocan), la posologia (per es., 0,33 g x 3 volte al dì, oppure 0,5 g x 2 volte al dì, per uso orale e/o per inalazione) e la presenti alla farmacia.
La farmacia, successivamente, senza richiedere l’autorizzazione al Ministero della Salute, si rivolgerà con un semplice buono d’acquisto alla ditta italiana Solmag, preposta a trattare farmaci psicotropi, che detiene delle scorte di marijuana terapeutica importata per proprio conto dall’Olanda, caricandosi delle spese di spedizione. Se la ricetta è compilata dal medico ospedaliero, da lui portata a una farmacia dell’ospedale per la successiva consegna del farmaco in day hospital, anche in questo caso può giungere gratis al paziente.
La ricetta bianca del medico di base può invece essere presentata alla farmacia territoriale dell’ASL o a una qualsiasi farmacia privata, purché provvista di laboratorio galenico per la preparazione del farmaco, ma in questi casi l’oneroso costo sarà a carico del paziente.
La Solmag fornirà quindi la farmacia in questione con confezioni di 50 grammi per volta, al prezzo di 16 euro al grammo. In caso la ricetta sia evasa da una farmacia commerciale, quest’ultima s’occuperà di dividere l’erba in confezioni, secondo la posologia (per esempio, confezioni da 0,33 grammi) e vi applicherà un ricarico commerciale più l’IVA, facendo lievitare il prezzo attorno ai 38 euro per grammo (1900 euro se la prescrizione mensile è di 50 grammi).
In caso di ricetta semplice non sono necessari ne il modulo per il consenso ne la dichiarazione di insostituibilità del farmaco e non sono previste spese d’importazione, già pagate dalla Solmag.
Con la ricetta semplice, però, purtroppo, per maggior somiglianza con le classiche ricette mediche, come mi ha segnalato l’attivista Alberto Sciolari dell’Associazione Pazienti Impazienti Cannabis, sono spesso prescritti i farmaci sintetici in pillole come il Marinol e Cesamet, meno efficaci del seminaturale Sativex o dei fiori essiccati.
A occhi chiusi si potrebbe prescrivere la cannabis ad almeno 40.000 persone in Italia, ma ciò non avviene per burocrazia e ignoranza da parte di medici e farmacisti, cancellabile, se solo avessero il coraggio, sperimentando personalmente la marijuana, così come prima del proibizionismo, a Milano facevano il farmacista Carlo Erba e i dottori Lussana e Girolami.