Cannabis e illuminazione, un'analisi con SANlight

Soft Secrets
16 Mar 2021

La svolta nei sistemi d’illuminazione per la cannabis, con la scelta fra fluorescenti, MH (alogenuri metallici), HPS (sodio ad altra pressione), plasma e LED è in pieno boom. Oggi, Soft Secrets ha incontrato Martin Anker di SANlight, in Austria, per spiegare tutti gli aspetti che bisogna conoscere a proposito dell’illuminazione della cannabis. L’efficacia, la radiazione fotoattiva, il PPFD e il rapporto che le piante di cannabis hanno con la luce.


Cannabis e illuminazione: Intervista con SANlight

SSIT: Martin, ci racconti qualcosa del tuo background e di come sei entrato nel mondo della Cannabis? Ho studiato meccatronica e sono un coltivatore appassionato da 20 anni a questa parte. Durante la mia tesi di Master ho iniziato a sperimentare con le fonti LED per la coltivazione e ho fondato SANlight. Sono riuscito così a unire il mioc background tecnico alla mia passione. Oggi SANlight è uno dei produttori di luci a LED di maggior successo. Gestiamo diversi laboratori per analizzare l’effetto di diversi spettri di luce sulle piante, occupandoci internamente dello sviluppo e della produzione, ecc. Qual è la differenza di spettro tra ioduri metallici, sodio ad alta pressione e LED? A causa della tecnologia, le fonti ad alogenuri metallici e le fonti al sodio ad alta pressione hanno uno spettro che presenta picchi. Mentre le fonti ad alogenuri metallici emettono molta luce tra 380nm e 580nm (colori blu/verde), le luci HPS sono più focalizzate sulla luce emessa tra 580nm e 680nm (colori arancione/rosso). Con la tecnologia a LED possiamo costruire spettri di luce a banda larga che includono tutto ciò che è compreso tra 380nm e 730nm. Di certo non tutti gli spettri possibili hanno l’efficacia necessaria per costruire un dispositivo a LED a risparmio energetico. Come sono fatte le SANlight e quale tecnologia viene incorporata? Svolgiamo continuamente ricerche sugli spettri luminosi e diamo sempre un’occhiata alla tecnologia a LED più nuova. SANlight Serie Q Gen2 funziona usando la più recente tecnologia a chip Osram 2mm2. Rispetto ad altri LED, come midpower o COB, la durata di vita è molto più lunga. Ciò significa che un coltivatore può utilizzare la fonte di luce molti anni in più. I nostri chip a LED ad alta efficienza sono coperti da un’ottica secondaria sviluppata in proprio, che punta la luce verso la parte superiore delle piante e protegge i LED dalla sporcizia, ecc. Ci sono colori nello spettro d’illuminazione di cui le piante di cannabis non hanno necessariamente bisogno? Questa è una domanda complicata. Conduciamo ricerca da 8 anni in questo senso. La risposta di oggi è che la cannabis può usare ogni fotone tra 380nm e 730nm. I fotoni nella regione PAR contribuiscono alle fotosensibilità, mentre i raggi UV e la luce Far Red aiutano a controllare il contenuto di cannabinoidi e la morfogenesi. Da un lato, però, non tutti i colori della luce possono essere prodotti con la stessa efficacia, mentre dall’altro le piante non gestiscono mai i fotoni con la stessa efficienza quantistica. Creare uno spettro luminoso per la cannabis significa trovare la via di mezzo tra la massima efficacia dal punto di vista elettrico (PPF/J) e la massima efficacia dal punto di vista biologico. Inoltre, la morfogenesi dovrebbe essere corretta. Quanto deve essere intensa l’illuminazione mentre la pianta di cannabis è ancora piccola e durante la fase vegetativa con fotoperiodo 18/6? Le intensità si riferiscono allo spettro della luce. Ciò significa che non c’è una risposta del tutto chiara. In generale, si consiglia la radicazione dei cloni con 100 - 200µmol/m2/s. Per la pianta appena germinata e la fase vegetativa possono invece avvenire con 200 - 400µmol/m2/s. Di che tipo di luce hanno bisogno i cloni per produrre radici sane? Una grossa parte di luce blu, unita con un buon rapporto far-red/rosso, produrrà radici sane. È importante che uno spettro di “radicazione” non spinga la fotosintesi al massimo, poiché ciò provocherebbe carenze nel clone non radicato. Come si fa a sapere se le piante ricevono troppa o troppa poca luce? La poca luce la si può notare se si osserva l’allungamento in fase vegetativa. Lo sbiancamento è un indicatore di troppa luce. Questo significa che le piante stanno riducendo la clorofilla e le foglie stanno diventando bianche per questo motivo. Cosa è il PAR e perché è importante quando si coltiva cannabis? PAR è l’acronimo di Photosynthetic Active Radiation, ossia Radiazione Fotosinteticamente Attiva. È tutta luce compresa fra 400nm e 700nm (blu - rosso). Quanto più elevata è la quantità di luce PAR, tanto maggiore è la fotosintesi. Ma la fotosintesi non è una funzione lineare. Dopo il raddoppio del PAR in genere non raddoppia la fotosintesi. Puoi spiegarci la differenza tra Lumen e PAR? Mentre il PAR è una funzione che non soppesa diversi colori, i Lumen soppesano di più la luce verde rispetto, per esempio, alla luce rossa. I Lumen rappresentano la sensibilità dell’occhio umano, che vede meglio la luce verde. È possibile utilizzare PAR o PPF per qualificare l’impianto d’illuminazione. Esiste una formula per calcolare il PAR prodotto da una fonte HPS? Di norma per una fonte HPS troverete la PPF prodotta nella scheda tecnica. Ma non ricomprende le perdite da riflettore e ballast. Una buona lampadina HPS da 600W a terminazione unica genera circa 1.100µmol/s. La produzione dell’intero sistema, a seconda dell’efficacia del ballast e del riflettore, è compresa fra 820 e 850µmol/s. Le perdite successive di riflettore e ballast sono comprese fra il 23 e il 25%. Quali sono i punti chiave cui un coltivatore dovrebbe prestare attenzione quando considera la possibilità d’investire in una fonte d'illuminazione per la cannabis? Ogni luce presenta vantaggi e svantaggi. La domanda è quindi: la mia luce si adatta alle mie esigenze personali? Per esempio, un sistema HPS molto professionale, con ballast e riflettore in un unico dispositivo, è per lo più realizzato per le serre. Ciò significa che funziona molto bene in una serra, ma in una tenda da coltivazione questa lampada assicurerà una distribuzione della luce insufficiente perché è ottimizzata per l’utilizzo a elevata distanza. In generale, un coltivatore dovrebbe esaminare i valori PPF indicati sulla scheda tecnica e la distribuzione della luce. Dato che i dispositivi a LED di buona qualità costituiscono un investimento maggiore, qualcuno dovrebbe controllarne anche la durata di vita. La durata di vita indica per quanto tempo può durare il dispositivo fino a raggiungere il 90% dell'emissione di luce. Ci sono differenze molto importanti. Molti LED esistenti sul mercato hanno perdite che raggiungono il 7% dopo 6.000 ore di utilizzo. Inoltre, è importante controllare se è possibile pulire la luce. I dispositivi a LED senza copertura di protezione o lenti sono difficili da pulire da polline, resina, ecc. Questo significa che il degrado dovuto alla sporcizia è più elevato di quello legato al LED di per sé. Potresti spiegarci cosa provoca l’allungamento delle piante di cannabis e dirci se esiste un modo per controllarlo? In generale la luce far red o meglio la relazione tra la luce far red e la luce rossa incide sull’allungamento della pianta. Ma anche altri colori/lunghezze d’onda influenzano l’andamento dell’allungamento. Inoltre, l’intensità della luce incide in modo deciso sull’allungamento. I coltivatori possono controllare l’allungamento modificando l’intensità della luce a livello del canopo. Se la pianta rimane troppo corta → riducete l’intensità della luce. Se la pianta si allunga troppo → aumentate l’intensità della luce. Rispetto all'illuminazione delle piante di cannabis, quali sono i tuoi consigli per la fase vegetativa e di fioritura? L’utilizzo di luci a LED incide in modo significativo sull’umidità nella vostra stanza di coltura. È poi importante controllare con regolarità i livelli di VPD (Deficit della Pressione di Vapore). Dato che avete 6 ore di tempo in più per somministrare fotoni alla pianta in fase vegetativa, l’intensità necessaria potrebbe/dovrebbe essere più bassa. Consigliamo 300 - 400µmol/m2/s a livello del canopo. Man mano che un coltivatore ridurrà la durata del giorno per la fioritura, avrà bisogno di intensità più elevate come 600µmol/m2/s.

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