Accordiamo gli strumenti - Non sono strumenti musicali
Mentre stavo ammirando gli ultimi cyloom prodotti dagli artigiani presenti alla festa di Radio Onda d’Urto, ho conosciuto un gruppetto di ragazzi con macchine fotografiche e tablet alla mano che stavano fotografando uno ad uno tutti i cyloom. Pensavo fossero i ragazzi di un growshop intenzionati a fotografare i cyloom da rivendere in negozio invece, sorpresone, ho scoperto trattarsi di un gruppo di amici con la passione per l’arte funzionale: nello specifico un gruppo di collezionisti di cyloom. È una forma di collezionismo finora poco praticata e conosciuta, ma nel futuro avrà sempre più adepti. Comprare un cyloom non è ancora considerato un investimento dalla maggioranza delle persone, forse perché lo associano indissolubilmente alla cannabis (ed è per questa pianta che esiste). In realtà per collezionare non è obbligatorio fumarli, serve solo della lungimiranza e ovviamente del buon gusto. Ma andiamo a conoscere questi ragazzi e la loro crew: la Cyloom Squad.
SSIT: Chi siete? presentatevi ai nostri lettori
Ciao a tutti, noi siamo la Cyloom Squad e amiamo i cyloom. Siamo un gruppo di una decina di amici quasi tutti in pianta stabile a Barcellona in Spagna a parte pochi sparsi qua e là per l’Europa. Ci hai visti fotografare i cyloom di Tonycyloom perché sono gli ultimi che ci mancano per chiudere la festa della Radio. Vogliamo documentare il più possibile l’artigianato di terracotta relativo alle pipe per fumare.
Come nasce e che scopo ha la Cyloom Squad?
La squad nasce per caso, ci siamo resi conto di essere appassionati di lotti e di passare il tempo a chiacchierare sugli strumenti, così è nata l’idea di fotografarli e diffondere le immagini ad altri appassionati. Così nasce il nostro canale instagram #cyloomsquad dove finalmente le nostre foto hanno trovato spazio. Ci siamo definiti una squad perché molti che vengono a fumare con noi mollano ben prima della fine, così per dare l’idea dell’intensità con cui scaldiamo tubi abbiamo scelto questo nome. Non siamo militarizzati e le nostre uniche armi sono i cilotti caldi. Il nostro scopo è diffondere la bellezza dei manufatti che fotografiamo, fumiamo o possediamo. Non vendiamo strumenti e se qualcuno ce li chiede lo mettiamo in contatto col produttore: sono tanti che ce li chiedono da India e USA.
Bene, sembra una missione nobilissima: diffondere la cultura dei cyloom per il piacere della cultura. Ma li collezionate anche, o solo li fotografate?
Sì, la mission culturale nobilita un poco ciò che facciamo anche se per ora son discorsi d’avanguardisti. In India c’è un discreto mercato dei cyloom, perché la scena locale impone di importarli data la bassa qualità dei manufatti locali. I cyloom non sono tutti di nostra proprietà, abbiamo una discreta collezione e delle altrettanto decenti collezioni personali ma non potremo neanche possederli tutti (che sogno!). Diciamo che la maggioranza dei cyloom nelle nostre foto sono in nostro possesso, ma ancora perché non abbiamo pubblicato le nuove collezioni 2017 dei differenti artisti delle quali ne possediamo pochissimi pezzi. Il ragazzo che parla a nome della CS ne ha una decina personali ed è colui che meno ne possiede tra noi. Quello che ci manca sono i cyloom pre anno 2000, dei quali ne abbiamo solo una clava di Alvermangoa. Se spulciate tra le nostre foto troverete però un Alverman del 1995 di quando ancora faceva le serie numerate, non è nostro ma è il pezzo più pregiato che abbiamo mai fumato.
Quali sono allora i pezzi più pregiati nella vostra collezione? E tra quelli che avete fumato nella vostra vita?
Allora, il pezzo più pregiato in collezione è secondo me una clava di Alverman del 2001, una clava è un cyloom di almeno 40 centimetri. Ciò che ne determinano il valore sono: l’artigiano che lo produce da cui ne deriva la fumabilità e l’anno di produzione con il conseguente stato di conservazione. Lo stato di conservazione è fondamentale perché se un giorno vuoi riportare lo strumento allo splendore iniziale devi solo ricuocerlo alla medesima temperatura a cui è stato cotto la prima volta e torna come nuovo. Se però presenta qualche crepa ed è quindi in cattivo stato di conservazione, il valore scenderà, data l’impossibilità di ricuocerlo. Tra i cyloom che abbiamo fumato e dei quali non siamo in possesso ci ricordiamo di un Alverman del 1995 di cui abbiamo parlato poco fa, una fumata incredibile a distanza di ventidue anni.
Quanto valgono i cyloom, quanto costa ora e cosa può valere tra 10 anni?
Il prezzo dell’arte è quello che si è disposti a pagare, quindi anche con i lotti non vi possono essere dei listini se non indicativi e suddivisi secondo la firma che portano. Ci sono firme che partono da prezzi più alti e altre che non arriveranno mai a quelle cifre nemmeno se l’autore dovesse smettere domani di fare cyloom. Ogni firma è garanzia della sua qualità nella fumata: in un DanieleCittillo non si fumerà mai male ad esempio perché l’artigiano con la sua firma garantisce la sua esperienza e la sua bravura nell’opera che si ha davanti. Diciamo che i prezzi partono dai 100 euro per i cyloom degli artigiani bravi per arrivare su nel cielo dove non c’è limite al prezzo. Tenete conto che più decorazioni presenta e più costa a causa del numero di cotture richieste dai disegni e dai colori. Tra dieci anni? Dipende se l’autore ancora produrrà cyloom e soprattutto dipende da come è stato conservato. Potenzialmente il suo valore può crescere di venti volte in dieci anni.
Perché valgono i cyloom?
I cyloom valgono perché sono manufatti artigianali firmati. Che poi vengano utilizzati per consumare cannabis è il loro utilizzo. I ciloni sono delle opere d’arte firmate con l’anno di produzione inciso sopra a testimoniarne la produzione. Per produrre un cyloom ci vogliono minimo 10 ore di lavoro tenuto conto che la terracotta va lavorata, lasciata asciugare, rilavorata, cotta, dipinta, ricotta, smaltata e cotta per la terza volta. In più, questo è un passo fondamentale nella produzione dei cyloom, la canna dev’essere dritta e liscia. Sul far la canna dritta ci riescono quasi tutti, chi più chi meno son dritti. Ma i problemi sono sul fare un interno cyloom ben liscio: la differenza tra un cyloom top e uno normale è proprio nella camera interna che dev’essere liscia e lucida (se non lo è fate a meno di fumare).
Quali sono i cyloom di quest’anno che vi hanno colpito particolarmente e che vi ricorderete?
Senza dubbio quest’anno colpiscono i Fior di Loto. Fior di Loto è un artigiano bravo che produce molti pochi cyloom all’anno ed era un bel pezzo che non se ne vedevano dei suoi. Le decorazioni di Fior di Loto sono semplici ma ben fatte e i suoi strumenti si fumano molto piacevolmente. Mancano degli Stingher ufficiali ma un buon numero di artigiani ci ha assicurato stanno già pensando ai cyloom molto sottili.
Una domanda sul fumare i cyloom: che differenza fa lo spessore dello strumento? C’entra qualcosa come fuma?
No, lo spessore delle pareti del lotto non cambia la fumata, ciò che fa la differenza è la forma della camera dove alloggia la mista. Più è larga e meglio brucerà dell’erba mentre in un lotto stretto e lungo bruceranno bene quelle sostanze più oleose come il fumo o la charas. Lo spessore non cambia la fumata, provare per credere. Una cosa che fa la differenza nel cyloom è sicuramente il tipo di tabacco che si andrà ad usare: se si usa tabacco denicotinizzato non si avrà quella tosse fastidiosa tipica del giorno dopo. E mi raccomando sempre usare un safi, il fazzoletto che si frappone tra imboccatura e labbra, per evitare di aspirare tizzoni ardenti ed impurità dal braciere.
Come si fuma un cyloom? Spiegateci da come si prepara all’accensione
Innanzitutto chi ti dice che i cyloom non si fumano con l’erba proprio non ha mai fumato erba buona. Detto ciò serve una sigaretta intera non tostata con una 0,5 di erba mentre con una 0,4 di hash ci va una sigaretta intera ben tostata: si tostano con l’accendino e serve per eliminare il residuo di umidità nel tabacco e permettergli di sfaldarsi meglio in mezzo al fumo. Tostare il tabacco serve ad omogeneizzare come brucia e ad evitare incombusti spiacevoli nel braciere. Dopodichè si procede alla carica che deve avvenire controllando la presenza della wedra nel cyloom: è un dettaglio che può sfuggire quando si è in tanti e ci si appoggia ad un tavolo. Una volta caricato di preme leggermente la mista nel braciere, si mette il safi sull’imboccatura e si accende. UnA buona accensione può avvenire anche con l’accendino purché si sia rapidi e si cerchi di aspirare meno gas possibile. Acceso il cyloom in cerchio, lo si passa alla propria destra come da tradizione indiana.
Che bello incontrare appassionati come voi che si divertono facendo ciò che gli piace. Diteci allora come finale di articolo qual è l’etichetta del buon cyloom se esiste…
Il decalogo del cyloom fa un po’ ridere, ma alcune convenzioni esistono come ad esempio si passa a destra dopo aver fumato. Chi lo impasta ha il diritto ad accenderlo. Chi accende può fare una velata (tiro cortissimo d’accensione) e un riabbocco corto così da fumare in totale un tiro completo (a Milano si chiama Picco-Bocco, poi viene la cunda, la terza…) oppure può fare un’accensione alla vecchia maniera e passarlo al secondo in posizione (la cunda appunto). Se si ha paura di rompere un cyloom chiedere al proprietario di svuotarlo e di togliere la wedra, ma non di pulirlo (la paraculata del “cucino io ma l’acqua la sali tu”). Lasciare un cyloom sporco è un segno di grande maleducazione nei confronti del proprietario dello strumento: se non vuoi/sai pulirli allora non fumarli. Grazie mille per il tempo dedicatomi/ci ai lettori di questo grandioso giornale, vi lascio andare alle vostre fumate di cyloom mentre io concludo l’articolo ricordando la pagina instagram della Cyloom Squad e l’hashtag #cyloomsquad. Grazie CS anche per le stupende foto! Buone fumate ai nostri lettori, siano essi cyloom, bong o gran cannoni. di CBG