Ave Maria

Soft Secrets
26 Feb 2018
Non solo una preghiera, un vero e proprio culto: negli Stati Uniti le chiese della cannabis stanno cominciando a fare concorrenza a quelle ufficiali per presenza alle messe. Che la la si consideri un sacramento donato da Dio o la si fumi per ascendere ad una versione migliori di sé stessi, la cannabis rimane ancora avvinta nella sua aura mistica e spirituale e si presta ad aprire le porte a nuove dottrine e a nuove generazioni di fedeli.     di Giovanna Dark Il Religious freedom restoration act (RFRA), votato nel 1993 dal governo Clinton, è una legge federale che mira a proteggere la libertà di culto delle diverse e variopinte religioni presenti sul suolo americano e i loro rituali sacri. Giudicata incostituzionale nel 1997, è tornata alla ribalta nel 2015 quando l’attuale Vice Presidente Mike Pence, allora governatore dell’Indiana, la ripescò dal dimenticatoio per saziare le pretese omofobe del suo elettorato neocon, allora isterico per l’approvazione dei matrimoni gay, e permettere agli esercenti di rifiutarsi di servire persone omosessuali. Pensato soprattutto per proteggere e preservare il libero esercizio dei culti tradizionali dei nativi americani – che spesso comprendono l’utilizzo di sostanze vietate a livello federale – il RFRA ha rappresentato in questi 25 anni un appiglio legale per quanti utilizzavano cannabis e altre sostanze stupefacenti. Da allora, timidamente, la terra che ha dato i natali a Scientology e a tutta un’altra serie di bizzarri culti, ha cominciato a vedere sorgere le prime chiese e i primi culti che esplicitamente si richiamavano all’uso di cannabis per l’assoluzione delle proprie pratiche religiose. Di seguito ecco una piccola lista che ho messo assieme navigando nelle profondità della rete.

First Church of Cannabis

Fondata da Bill Levin nel marzo del 2015, il suo patriarca ­– Levin stesso – ha scelto il titolo di “Gran Poobah”, un’onorificenza che pare sia stata mutuata dai Flinstones. Per entrare a far parte della chiesa è necessario pagare una quota mensile di 4.20 dollari. La First Church of Cannabis ha testato il RFRA 3 anni fa, promuovendo un servizio domenicale in cui si includeva l’uso di cannabis. Nessuno venne arrestato ma la città decise di piazzare delle telecamere per tenere d’occhio la chiesa. I credenti osservano una lista di comandamenti chiamati “Deity Dozens”, il cui primo solennemente recita: “Don’t be an asshole”, non essere uno stronzo. Ci sono poi tra questi 12 comandamenti una serie di precetti e valori morali lodevoli come il mutuo soccorso, la non violenza e il richiamo a condurre una vita salutare.

THC Ministry

Creato da Roger Christie nel giugno del 2000, nel cuore delle isole Hawaii, considera la cannabis come un sacramento vero e proprio. Nella sua teologia mischia elementi di scienza moderna, sciamanesimo, antichi saperi e rimedi, alle proprietà curative ed illuminanti della cannabis. La sua missione dichiarata è quella di liberare la pianta e le soprattutto le menti. Il Ministero è da anni attivo nel dibattito statunitense sulla legalizzazione. Nel 2010 Christie ed altri 13 fedeli sono stati portati in giudizio dinanzi al tribunale federale di Honolulu per possesso e traffico illecito di marijuana. Sul versante religioso, i membri del THC Ministry credono che “la coltivazione e l’utilizzo del sacramento della cannabis sono un diritto umano fondamentale, offerto da Dio agli uomini e protetto dalla Costituzione”. Uno dei dogmi principali afferma che la cannabis è in realtà il sacramento originario che unisce tutte le religioni monoteiste e crede fermamente che le sacre unzioni di cui si parla in tutti i testi dogmatici monoteisti, non sia altro che olio di cannabis. Il THC Ministry ha ben presto varcato i confini delle piccole Hawaii ed ora conta fedeli in 3 diversi continenti: in Australia, Canada, Paesi Bassi e Regno Unito il Ministero è addirittura registrato come religione ufficialmente riconosciuta.

 First Cannabis Church of Logic and Reason

Non ancora assurta al grado di chiesa ufficialmente riconosciuta, è nata a Lansing nel Michigan, nel giugno del 2016. La prima messa è stata ufficiata da Jeremy Hall, un ministro ordinato della chiesa protestante statunitense e paziente certificato di cannabis medica. Il suo intento era quello di creare uno spazio dove si possano appagare i bisogni spirituali ma anche dove poter curarsi liberamente con la cannabis. Lo stato del Michigan ha approvato l’uso della cannabis medica già nel 2008, mentre nel 2013 la cittadina di Lansing ha depenalizzato il possesso, l’uso e la cessione di un’oncia di cannabis (circa 28 grammi). Dal momento che la First Cannabis Church of Logic and Reason si trova fisicamente nella proprietà privata di padre Hall, la nuova chiesa non rischia la chiusura, né tantomeno alcuna azione penale.

The International Church of Cannabis 

Di sicuro la più pubblicizzata, ha aperto i battenti da poco nella capitale del Colorado, Denver. L’International Church of Cannabis è stata fondata da Steve Berke e Lee Molloy, due ragazzotti della Florida, arrivati in Colorado per cavalcare l’onda verde del cannabusiness. I genitori di Berke, due agenti immobiliari, avevano appena acquistato una chiesa con l’intenzione di abbatterla e creare un complesso di appartamenti ma il figlio li ha convinti a mantenere in piedi la struttura originale e a lanciarsi in questa nuova impresa. L’inaugurazione è avvenuta per la precisione il 20 aprile del 2017, in omaggio alla data simbolo degli stoner di tutto il mondo. L’idea dei fondatori era di aprirla al pubblico ma la legge del Colorado non permette l’utilizzo di cannabis in luoghi pubblici e perciò ancora oggi la chiesa langue nello status di club privato. Eppure per i fondatori non si tratta solo di un circolo. Chi frequenta la International Church of Cannabis aderisce al culto dell’Elevazionismo, una vera e propria religione, creata ad hoc da Berke e Molloy, che dichiara di “utilizzare il fiore sacro di cannabis per far si che l’individuo possa rivelare la parte migliore di sé, scoprire la sua vena creativa ed ingegnosa ed arricchire così la comunità con i frutti che da essi derivano”. L’Elevazionismo non segue una specifica dottrina, non crede in una legge divina e rifiuta le gerarchie tipiche delle religioni ordinate. I suoi membri credono che l’utilizzo di cannabis acceleri il processo di elevazione del sé e mirano a distruggere lo stereotipo secondo cui le persone che fumano canapa sono improduttive o addirittura un peso per la società. La chiesa ha subito un restauro massiccio ed è stata trasformata letteralmente nel sogno di ogni stoner: murales coloratissimi e psichedelici alle pareti, sedute enormi e super confortevoli, una sala giochi completa dei migliori giochi arcade e addirittura un buffet per quando la fame chimica si fa sentire. La messa consiste basilarmente nell’accendersi un joint e scambiarlo con i vicini, mentre si ascolta l’oratore, anch’esso con joint alla mano, che predica come la ricerca di sé stessi debba necessariamente essere libera e non condizionata dall’obiettivo finale: “It’s about seeking, not being told what to find”. Tutto il resto è meditazione. 

Coachella Valley Church

Situata in California, ha tutto quello che ti aspetti da una chiesa: altari, immagini sacre, panche e leggii. La sua particolarità risiede nel fatto che con una semplice sottoscrizione di 10 dollari, si possa diventare membro e usufruire delle scorte di cannabis che la chiesa tiene nel suo magazzino, assieme a candele ed incensi. In California la vendita di canapa, sia medica che a scopi ricreazionali, è riservata ai dispensari autorizzati e la polizia della San Josè County sta cominciando ad indagare su quello che per la legge si configura come traffico illecito di stupefacenti. La città di Coachella, famosa pe il megafestival musicale che si tiene ogni anno ad aprile, ha infatti un limite di 16 dispensari e le autorità credono che la chiesa voglia fare business evitando di pagare le tasse. Una storia già sentita. La Coachella Valley Church si è infatti affrettata a dichiarare che il culto da essa praticato è quello rastafariano e che i suoi membri non esborsano nient’altro, oltre i 10 dollari per la prima sottoscrizione. Di certo in California entrare in una chiesa è a buon mercato.

Greenfaith Ministry

Come il THC Ministry è una chiesa riconosciuta ufficialmente dal 2009 e contempla l’utilizzo di cannabis come pratica religiosa. L’assunzione, secondo il loro dogma, può avvenire solo ed esclusivamente tramite una pipa, come per i rastafariani e la chiesa dei nativi americani la quale pur essendo focalizzata sui riti sciamanici (peyote e ayahuasca) ammette spesso l’uso di cannabis. Anche per il Greenfaith Ministry la canapa è un sacramento, un dono divino fatto all’uomo da proteggere e perpetrare. Il Greenfaith Ministry è nato in Colorado in tempi non sospetti, molto prima della legalizzazione del 2013, e conta fedeli in diversi degli Stati Uniti d’America. 

Church of the Universe

Fondata nella summer of love del 1969, si può dire la più vecchia tra le nuove chiese della cannabis. Sorta in Ontario, nel Canada sudorientale, utilizza la canapa come sacramento e promuove la nudità come forma e dimostrazione dell’onestà umana. Nonostante citi spesso le sacre scritture, la Church of the Universe ha sempre voluto prendere le distanze dal cristianesimo. Rifiuta infatti ogni tipo di gerarchia ed ogni suo membro è allo stesso tempo un suo ministro, un retaggio delle prime eresie protestanti. 

Temple 420

Pioniera nel genere delle chiese per stoner, è stata fondata nel 2005 a Los Angeles e chiusa poco dopo con l’arresto del suo fondatore nel 2006. Fu uno dei primissimi dispensari della California a seguito della legalizzazione della cannabis medica.

Church of Cognizance

Fondata nel 1991 in Arizona, nel 2006 contava un centinaio di adepti in tutta la nazione. I suoi fondatori vennero arrestati e si dichiararono colpevoli di possesso e cessione di stupefacenti nel 2008. 

First Cannabis Church of Florida

Unica nel suo genere, mira ad unire tutte le chiese cannabiche americane sotto un’unica egida. Ad oggi conta circa 200 membri. Riconosciuta come chiesa libera ufficiale, è separata dallo stato dal 2015.
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