Sulle vie della canapa.

Soft Secrets
23 Mar 2017

Il 14 Luglio, la mitica Carovana della Canapa è alle porte della capitale, ad Allumiere, ospite dell’Associazione Canapa Live. È in corso un’adunanza di studiosi, professori, politici ed esperti, focalizzati sulla sperimentazione con le Università Agrarie di Allumiere e di Tolfa e l’Università La Tuscia di Viterbo, volta all’avvio di un progetto pilota per realizzare la filiera produttiva, di lavorazione e di trasformazione della canapa a livello regionale. Il giorno seguente la visita è invece al Canapa Info Point di Roma, per un dibattito con Canapa Live e Domenico Bernardini, fondatore con il fratello gemello del Museo della Canapa di Pisoniano (RM).


L’Associazione Gemelli Bernardini, dal 1998, girovaga anche con un Museo Itineranante della Canapa, per ricostruire un pezzo di storia laziale lasciato alla dimenticanza. Il 16 Luglio è Napoli a baciare la spassosa Carovana, con la prima Assemblea Pubblica della Nazionale Antiproibizionisti al Caffè Arabo di piazza Bellini, con i promotori della fiera campana “Canapa in Mostra” e il sottosegretario Benedetto Della Vedova, promotore dell’intergruppo Parlamentare per la legalizzazione. Il tema è la proposta di legge dell’intergruppo, sulla quale la Carovana raccoglie per tutto il viaggio idee, suggerimenti e criticità.

È quindi ora di distrarsi con le fiamme del fachiro Attilio al Raggae Soundset Fest, presso l’Eremo dei Camaldoli, prima di conoscere i fondatori di CanapIrpina. L’associazione promuove la coltivazione sperimentale di canapa e le sue proprietà fitodepuranti. L’idea è d’impiegarla per la bonifica della Piana del Dragone, uno dei più importanti bacini geologici d’Italia, per anni sfruttato con la coltivazione intensiva. Giunta sera, tra le note di Giovanni Foresti al clarinetto, Paola Omodeo Zorini alla fisarmonica e Bruno Nardiello (uno dei fondatori dell’associazione) alle percussioni, s’incontrano gli abitanti di Volturara Irpina.

Mentre il giorno seguente la visita è a un campo di canapa seminato a mano da Bruno, cresciuto florido, senza chimica e diserbo, e completamente privo d’infestanti. Arriva poi il momento di fare un salto in Puglia, a Racale (Lecce), dove l’attivista Andrea Trisciuoglio ha fondato Lapiantiamo, il primo e celeberrimo medical Cannabis Social Club italiano. A seguire, un passaggio a Corato (Bari), per un gelato alla canapa al Caffè Shaday, e via alla vista dell’impianto di trasformazione realizzato da South Hemp Techno, volto a ripristinare la filiera di della canapa per ottenere prodotti alimentari e edili. Il tempo di un pranzo a base di canapa e il pomeriggio passa di fronte all’Ilva, per poi giungere alla comunità Archeotower di Taranto e dibattere con esperti.

Si parla di vari progetti pugliesi legati alla canapa, tra cui quello della bonifica del territorio circondante la fabbrica, e l’interessantissimo progetto RAW della Dottoressa Viola Brugnatelli: il primo studio clinico europeo sulla cannabis cruda, assunta sotto forma di frullato di canapa, come alimento nutraceutico per trattare la sclerosi multipla. Il 22 di luglio gli amici della Carovana si dirigono in Basilicata, a Marsicotevere (PZ), per incontrare l’associazione Lucanapa, presso l’istituto agrario “Rocco Scotellaro”, dove professori e studenti sono impegnati nella spremitura dei semi per ricavare olio alimentare dalla canapa appena raccolta.

L’operazione è parte di progetto regionale sulla sperimentazione della canapa e dei biocomposti derivati. Il giorno seguente la punta dello stivale ospita la Carovana, a Cosenza, per un incontro con Assocanapa Calabria, Calabria Canapa e Kanàp Cosmetici. La Calabrisella è ottima, e il discorso s’anima anche sugli aspetti psicoattivi della canapa. Passando tra performance artistiche e i campi di canapa calabresi, la Carovana arriva sotto il sole della Sicilia, per partecipare a una tavola rotonda del movimento “Catania e la Cannabis”.

Tra i cavalieri, Giovanni Milazzo di Kanesis, la famosa startup catanese che realizza una plastica sostenibile per stampanti 3D, ottenuta dagli scarti della lavorazione industriale di vegetali, canapa inclusa. Dal dibattito emerge come il limite di thc allo 0,2% per la coltivazione della canapa agricola sia un freno allo sviluppo, perché nel clima del sud Italia alcune varietà come l’Eletta Campana tendono a produrne di più. Sempre in Sicilia, avviene l’incontro con Sicilcanapa e a Palermo con la CanaPa, una starup dell’Istituto Alberghiero Ippsar, volta a emancipare l’arte della cultura culinaria canaposa.

Giunti in fondo a quest’avventura, non resta che visitare le realtà virtuose della Sardegna, dove, oltre agli aspetti culinari curati da Hemp Farm, l’impiego urgente della canapa è, secondo una legge regionale approvata, quello come fitodepurante per risolvere i danni dell’inquinamento dell’era postindustriale, donando lavoro e futuro a queste terre. Le fabbriche dell’era senza canapa hanno prima inquinato e poi creato disoccupazione chiudendo, come, per esempio, a Portoscuso (CI), dove la Portovesme S.r.l. ha lasciato residui da metalli pesanti fino a diversi chilometri di distanza. PARTE I: Sulle vie della canapa

S
Soft Secrets