Stiamo a casa, se il tempo non aiuta

Soft Secrets
23 Sep 2013

Purtroppo sinora non è stato un bel periodo per l'agricoltura: gelate tardive e meteo instabile stanno ancora flagellando l'Europa. Ero quindi molto preoccupato accendendo a Skype per salutare i miei amici dai paesi più illuminati dove è consentito il nostro hobby. "Chissà - mi chiedevo tra me e me - quanti secchielli di lamentele riempirò quest'oggi...". Per fortuna i miei amici sono persone in gamba e non si sono lasciati scoraggiare dal poco sole, per cui hanno allestito dei growbox interni.


Purtroppo sinora non è stato un bel periodo per l'agricoltura: gelate tardive e meteo instabile stanno ancora flagellando l'Europa. Ero quindi molto preoccupato accendendo a Skype per salutare i miei amici dai paesi più illuminati dove è consentito il nostro hobby. "Chissà - mi chiedevo tra me e me - quanti secchielli di lamentele riempirò quest'oggi...". Per fortuna i miei amici sono persone in gamba e non si sono lasciati scoraggiare dal poco sole, per cui hanno allestito dei growbox interni.

Purtroppo sinora non è stato un bel periodo per l’agricoltura: gelate tardive e meteo instabile stanno ancora flagellando l’Europa. Ero quindi molto preoccupato accendendo a Skype per salutare i miei amici dai paesi più illuminati dove è consentito il nostro hobby. “Chissà – mi chiedevo tra me e me – quanti secchielli di lamentele riempirò quest’oggi…”. Per fortuna i miei amici sono persone in gamba e non si sono lasciati scoraggiare dal poco sole, per cui hanno allestito dei growbox interni.

Con un growbox chiunque ha uno spazio di – mediamente – un metro quadro dove poter sperimentare e coltivare indoor.
Non sempre è facile passare dall’outdoor all’indoor, specialmente d’improvviso quando la stagione non è stata delle migliori. Quante volte capita di sentire scarsissime rese, oppure invece rese alte ma non per l’investimento fatto, oppure ancora si sente spessissimo di giovani con ottimi setup e rese qualitativamente pessime.

Solitamente il grower medio ragiona in base alla grandezza dello spazio o al numero di piante coltivate ma se, come risaputo, non è il numero che conta, perché ostinarsi a voler far le cose male? L’approccio alla coltivazione indoor, il più tecnico possibile, è basato sul fattore limitante. Niente di nuovo, ogni cosa rende al massimo del suo fattore limitante, cioè nel caso dei vegetali stiamo parlando di quel parametro ambientale (chimico o fisico) la cui carenza o la cui abbondanza risulta determinante per lo sviluppo biologico della popolazione di un ecosistema. Ecco, per farmi capire dai più farò un esempio: se integro con anidride carbonica il mio growbox, ma la quantità di luce rimane la medesima non avrò nette differenze rispetto a prima, in quanto la luce risulta scarsa, ergo funge da fattore limitante dell’utilizzo della CO2 da parte delle piante che si troveranno tanta CO2 ma poca energia per fare la fotosintesi.

I fattori limitanti sono fondamentalmente tre. La disponibilità di luce, cioè quale lampada si usa, di quale potenza la si sceglie e di che tipologia di spettro. Lo spazio, se si coltiva in un case da computer difficilmente ci staranno trenta piante. Ed infine il tempo: sceglierei una indica se dovessi raccogliere entro due mesi, una sativona se invece posso prendermela comoda e darle anche 3 mesi di fioritura abbondanti.

Nel mercato dei growshops si trovano lampade HPS dai 50 Watt ai 1000, e le più comuni sono 250 400 e 600. Una lampada, più consuma e più lumen rende. Quindi se servono tanti lumen per far fiorire questa pianta sarà bene adeguare una giusta fonte luminosa al giusto spazio perché ricordo che i lumen sono correlati alla distanza dal bulbo sorgente. Una lampada da 250 Watt HPS copre adeguatamente e a giusta distanza dalle piante un’area di circa 60x60 centimetri. Una da 400 Watt è perfetta dagli 80 centimetri al metro per un metro mentre una 600 Watt si usa dal metro ai 120x120 centimetri. Ecco spiegato perché i growboxes più venduti sono il modello medio 1m x 1 m o  il large da 1,2m x 1,2m di lato.

Scegliete lo spazio in relazione alla giusta intensità luminosa che potete dare e viceversa scegliete la luce in base al vostro spazio. E’ inutile e decisamente stupido uscire dalle proporzioni consigliate. Se si dispone di un armadio o di una stanzetta o di un bugigattolo di dimensioni e forma strane sarà bene prendere in considerazione di comprare un growbox in tela smontabile così da ottimizzare la resa.

Senza mai dimenticare che esistono in commercio degli strumenti particolari detti Cooltube. Il cooltube è un tubo o spesso un riflettore chiuso da vetro pirex resistente alle alte temperature. Con uno di questi aggeggi collegato ad un estrattore è possibile raffreddare la temperatura nell’ambiente di coltivazione, anche di parecchi gradi centigradi, in quanto l’aria in transito porta il calore al di fuori dell’ambiente di lavoro e le piante, sebbene sotto una 600 Watt, non cuociono! Ho visto usare cooltube in armadi minuscoli con lampade da 250 Watt, che sono comunque bulbi HPS ad alta emissione di energia foto sintetica ed ottenere risultati fantastici. Bisogna ricordarsi che una lampada da 250 Watt HPS in un growbox chiuso di 60x60 centimetri è una fonte di calore eccessivamente calda che obbliga ad allontanarla troppo dalle piante e soprattutto rischia di portare la temperatura interna oltre i 30 gradi centigradi.

Vista la sorgente luminosa corretta in relazione al corretto spazio si passa alla scelta del metodo di coltivazione che poi porterà alla scelta della genetica più adatta. L’approccio migliore è decidere come coltivare dopo aver preso lampada adatta allo spazio scelto. Poi si posso valutare i vari metodi, a parità di efficienza luminosa si possono mettere tante piante quante ce ne stanno, in vasetti piccoli ed adiacenti, magari dei cloni e si ottiene il Sea Of Green, altrimenti conosciuto come S.O.G. e qui rimando ai forum online con tanto di guide molto ben fatte sul S.O.G. Altrimenti si può decidere di coprire l’intera area con una o pochissime piante a formare una rete, un SCR.O.G. acronimo di Screen Of Green. Una pianta, ad esempio, ben legata a coprire lo spazio interessato ma anche in questo caso i forum online sapranno aiutarmi nel delucidare le idee a chi non ha mai sentito parlare di ciò. La terza scelta è quella di fare una specie di S.O.G. con piante da seme, ben distanziate, ma col risultato di coprire omogeneamente lo spazio illuminato.

Qualsiasi altra scelta pare decisamente azzardata: se son troppo fitte in uno spazio angusto c’è il grave pericolo che si sviluppino muffe per via dell’umidità eccessiva, mentre se son troppo poche la resa non sarà equiparata alla fatica e al rischio.  Non si mettono quattro piante a caso sotto una 400 Watt pensando di fare un buon lavoro. Intelligentemente si mettono tante piante quante ce ne stanno fisicamente, sempre contando che lo spazio dev’esser scelto in base alla potenza luminosa.
Buona fioritura, che sia outdoor o in un comodino e se dovesse servirvi l’ispirazione basta aprire il pc e andare su Facebook: alla pagina Metrop France, si possono vedere degli esempi made in France di coltivazioni in vasi da 3,5 litri.

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