A Perugia bisognerebbe legalizzare la cannabis. Lo dice il sindaco Boccali

Soft Secrets
19 May 2012

Anche per il sindaco di Perugia andrebbe usato il cervello. Legalizzando la canapa


Anche per il sindaco di Perugia andrebbe usato il cervello. Legalizzando la canapa

colloquio con gli studenti ed Oliviero. Ancora sulla sicurezza, “non sono il padrone della città” 
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Boccali e Oliviero insieme per parlare dei problemi di Perugia: un incontro, tenutosi lunedì sera a Perugia presso la sede del collegio della “Studentessa” dell’Adisu, di cui Maurizio Oliviero è amministratore unico. L’idea è nata dopo una segnalazione di alcune ragazze fuori sede, che abitano proprio nella residenza universitaria di Via Faina, e che sarebbero state vittime di abusi di vario genere mentre rientravano nei loro alloggi. Loro avevano perciò costituito un gruppo su Facebook, per denunciare gli accaduti e farsi forza a vicenda. Per questo, sono state subito contattate da una nota trasmissione di Canale5: dopo una prima comparsa in tv, hanno però deciso che a loro non interessa la notorietà, ma piuttosto risolvere i problemi di Perugia. L’incontro con Boccali ed Oliviero è stata la naturale prosecuzione di una “lotta per la sicurezza”.
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Vivere il centro - Tanti i problemi sul tavolo durante l’incontro dell’altra sera, attraverso i quali si è cercato di andare al nocciolo della questione, senza fare facili polemiche su quello che il centro è diventato o nasconde tra i suoi vicoli. Prima di tutto, il ruolo del Sindaco e le sue reali competenze: “non sono il padrone della città – ha detto Boccali - . Io faccio ciò che è in mio potere, con le risorse che il Comune ha, ma non si può pensare che il Sindaco abbia la funzione di un potestà che governa indiscriminatamente su tutto.” L’attacco proveniva dopo la chiusura di alcuni tra bar e pub, proprio del centro: “io rischio l’arresto – continua Boccali – perché in Piazza Morlacchi ci sono alcuni residenti che molto spesso telefonano ai vigili urbani, dicendosi disturbati dal vociare in strada di ragazzi che frequentano i luoghi di ritrovo del centro. Eppure non faccio eseguire l’ordinanza”. Un tentativo, dunque, di far rimanere vivo ed abitato il centro storico. Dal pubblico, un membro dell’Associazione Vivi il Borgo ha però lamentato anche il fatto che per i giovani non ci debbano essere solo locali, dove bere e mangiare, ma anche centri culturali e di aggregazione, che garantirebbero, soprattutto l’inverno, una certa vitalità. “La lotta alla droga è fallita - ha continuato il Sindaco di Perugia.- Gli assuntori ci sono, e non si tratta solo di studenti fuori sede. Sarebbe meglio legalizzare le droghe leggere”.
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Il ruolo dell’Università – Boccali e Oliviero hanno poi ricordato i tanti tavoli di concertazione organizzati tra autorità, che hanno incluso anche la partecipazione dell’Università di Perugia, ma che non avrebbero poi avuto un reale riscontro nella realtà. “Il Rettore avrebbe dovuto essere più presente – sostiene Boccali. Se gli studenti hanno dei problemi con la droga, bisogna interrogarsi anche sul ruolo dell’università stessa, e capire quali lacune ci siano”.
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Affitti e abitabilità – Un rimando obbligatorio alla situazione delle case in centro, a quei bassi (di cui spesso ha parlato anche la minoranza, criticando l’operato della vecchia Giunta comunale) adibiti a case ed abitate da cinque o sei persone, “covo” per molti spacciatori e delinquenti. “Se ci sono ragazzi che studiano giurisprudenza o avvocati in sala, mi confermino che le forze dell’ordine per effettuare i controlli nelle case e per vedere se i locatari non sono regolarmente registrati hanno bisogno di un mandato”, ha tuonato Boccali, cercando di dare una risposta anche alla piaga degli affitti in nero, tipica di molte città universitarie.
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La stampa – “Facciano attenzione alcuni giornali a pubblicare lunghi editoriali che criticano l'amministrazione di Perugia per quanto riguarda la sicurezza nel centro storico, mentre di lato sulla stessa pagina si trovano inserzioni di locali dove, oltre ai massaggi e alla coppa di champagne, vengono offerte presumibilmente prestazioni sessuali a pagamento".
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La sicurezza - “Noi non ci sentiamo sicure” hanno ripetuto le studentesse di Via Faina. “Effettivamente Corso Garibaldi è una zona a sé – ha detto Boccali -. È diversa dal resto del centro, meno vissuta. Ma in Comune non riusciamo a chiudere il bilancio dell’anno precedente, e per adesso non potremo stanziare nuovi fondi per, ad esempio, illuminare di più le strade”. “La situazione è quella che è, come anche le risorse: ho parlato con il Questore di Perugia, e lui stesso mi ha confermato che con le risorse che si hanno, se non si chiedono i rinforzi, come poi è stato fatto, la città non può essere decentemente controllata”. Boccali ha poi auspicato un incontro tra la cittadinanza ed il Questore di Perugia, ritenendosi francamente rassegnato al fatto che ciò non accadrà mai.
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