Le proprietà del terreno vivo

Soft Secrets
27 Nov 2017

Il terreno vivo, o Living Organic Oil, è uno tra i modi migliori, meno faticosi, e più redditizi per coltivare le piante in modo naturale e per aiutarle a raggiungere il loro pieno potenziale genetico.

A prima vista si ha l'impressione di essere semplicemente davanti a della vecchia terra. In realtà all'interno di questa stessa terra vivono milioni di microrganismi che coabitano armoniosamente gli uni con gli altri, aiutando il processo di decomposizione della materia organica che compone il suolo. Questo ecosistema di organismi fornisce alla pianta una dieta equilibrata e delle strutture primarie sane, come le radici, che ne garantiscono una crescita ottimale al fine di raggiungere il suo pieno potenziale genetico.

Che si parli di canapa o meno, coloro che scelgono di interferire con il naturale processo di approvvigionamento dei nutrienti necessari allo sviluppo e alla crescita della pianta, "dosando" o "aggiungendo"macro e micro nutrienti in un programma di alimentazione forzata, generano un rapporto di dipendenza della pianta dai coltivatori e, a volte, i coltivatori dipendenti dai ritmi delle piante. Oltretutto, un qualunque tipo di squilibrio in questa dieta potrebbe danneggiarne rapidamente la crescita o addirittura il raccolto; sarebbe meglio quindi responsabilizzare le nostre piante e prenderci piuttosto cura del terreno che le accoglie.

Seguendo questo approccio dunque, le diete a base di fertilizzanti (minerali o organici) e composti biologici restano valide nei casi di una carenza identificata o in situazioni di emergenza, mente nella normalità si può' fare affidamento ai microrganismi del suolo, facendoli prosperare e realizzare i processi fisico-chimici tra la pianta e il terreno.

Il procedimento inizia con l'acquisizione dell'energia solare da parte delle piante che ne trasformano una parte in energia chimica. Questa energia chimica viene trasferita agli organismi viventi del suolo, sia quelli che vivono sotto terra che quelli che vivono in superficie. Questa stessa energia raggiunge poi il suolo stesso, tramite: tessuti aerei (foglie e steli),  radici morte della pianta, quindi ancora a livello superficiale, e non, del terreno; o infine attraverso un processo detto di rizodeposizione, ovvero quando la pianta secerne a livello delle radici tutti i composti nutritivi che servono ai microrganismi che vivono intorno ad esse.

Sarà ancora una volta la fauna di microrganismi e micro batteri a decomporre foglie e radici per convertirle in nutrienti della pianta, decomponendo tutti i residui organici che si trasformano in quello che viene chiamato humus. Inoltre, le radici vive garantiscono al terreno di essere mescolato e ad acqua ed aria di circolare facilmente. Ma anche alcuni animali svolgono un ruolo simile, nel tentativo di scavare tunnel come nel caso di lombrichi e formiche.

Abbiamo bisogno quindi di tutti questi macro e micro organismi che vivono l'uno con l'altro in una visione sistemica. Il terreno vivente garantisce alla coltivatore di riprodurre un ambiente naturale che garantisca un sano sviluppo della pianta ed un guadagno in termini di minor tempo e fatica da dedicargli. Il suolo infatti di per se è autosufficiente negli ambienti naturali e lavorandolo troppo si disturba o si altera inevitabilmente il suo equilibro. Una migliore conoscenza del suolo unita ad una strategia di gestione che ne garantisca e conservi le risorse andrebbe dunque incoraggiata, per avere piante più sane e più autosufficienti!

S
Soft Secrets