Lapiantiamo sul caso Cinquini
Comunicato del Cannabis Social Club di Racale sul caso del medico arrestato
Comunicato del Cannabis Social Club di Racale sul caso del medico arrestato
Lo scorso gennaio, in provincia di Lecce, un gruppo di persone affette da gravi patologie ha deciso di dar vita ad un progetto unico in Italia, il primo Cannabis Social Club (CSC) a uso terapeutico, un luogo dove seguire la crescita di piante di canapa e fare ricerca insieme alle Università. Un sistema controllato che possa garantire nel minor tempo possibile l'approvvigionamento di canapa medicinale a tutti coloro che ne hanno il diritto ma soprattutto il bisogno.
Lapiantiamo segue la vicenda del dottor Fabrizio Cinquini, medico specializzato in chirurgia vascolare, finito in carcere per la coltivazione di piante di marijuana "con cui stava sviluppando ibridi di alta qualità terapeutica: per curare gli effetti collaterali della chemio e altre patologie";il dottor Fabrizio Cinquini è finito in carcere il 22 luglio e iniziò uno sciopero della fame interrotto dopo il trasferimento dal carcere di Lucca all'ospedale psichiatrico giudiziario di Montelupo Fiorentino; già: OSPEDALE PSICHIATRICO........ Sono gli ex manicomi criminali.............. qua c'è qualcosa che non va! Subito si telefona all'amica Rita Bernardini, Presidente ad honorem del Cannabis Social Club di Racale e si avvia immediatamente un'interrogazione parlamentare. Grazie poi all'amica Valentina Piattelli dell'associazione radicale Andrea Tamburi di Firenze vengono interpellati gli amici consiglieri regionali Brogi e Romanelli che, talmente interessati, interpellano il presidente della regione.Come tutti i nonviolenti che praticano la disobbedienza civile, recidivo convinto, Cinquini si era pure autodenunciato.
Adesso è sospeso dall'Ordine e rischia 20 anni di carcere, con l'accusa di produzione e coltivazione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti.professionale, che deriva dal giuramento di Ippocrate, con continue carcerazioni'»;Ma noi e il dr Cinquini abbiamo anche altro in comune: un'intrusa che a lui si chiama Epatite C contratta durante un intervento di emergenza eseguito a bordo di un'ambulanza. Le cose in comune aumentano: per contrastare la sua patologia inizia le cure tradizionali tra cui chemioterapia a cicli semestrali.Ma molte terapie, si sa, hanno troppi effetti collaterali. Si mette in testa allora di cercare una via diversa dalla chemio, una cura che faccia risalire gli anticorpi senza togliere l'appetito. Mette a punto una terapia nutrizionale a base di canapa, papaia e aloe che in 6 mesi gli restituisce il peso perduto. E un nuovo pallino: studiare gli innumerevoli effetti benefici della cannabis.
Una persona del genere potrebbe rappresentare una risorsa e ci auguriamo che al termine (speriamo presto) di questa assurda vicenda, il dottore Cinquini faccia parte del comitato medico lapiantiamo.
Il prossimo 26 settembre Cinquini sarà processato a Lucca e una nostra delegazione sarà presente fuori dall'aula.