Il Modello Copenaghen
L'obiettivo principale è sottrarre il commercio di cannabis alle reti criminali
I venti iniziano a cambiare e a tirare contro la criminalizzazione della cannabis. Dopo il Portogallo, i Paesi Bassi e alcuni stati degli Stati Uniti che ne hanno in varie misure depenalizzato l'uso, anche la città di Copenaghen ha deciso di avviare una prova di tre anni di depenalizzazione della droga. La città (nota per la sua Freetown di Cristiania, ndt) sta facendo passi enormi verso la depenalizzazione della cannabis, con quello che stato defnitio "il progetto più ambizioso del mondo" in cui sia la produzione che la vendita sarebbero legalizzate.
Il 15 marzo scorso circa 150 cittadini si sono recati al Consiglio municipale per ascoltare il piano delle autorità. "Ci piacerebbe avere meno fumatori, una minore incidenza di psicosi da cannabis e meno criminalità", ha detto il vice sindaco con delega agli affari sociali, Mikkel Warming. "Criminalizzare la cannabis non serve. La legalizzazione non è una cura miracolosa, ma è portatrice di soluzioni ad alcuni dei problemi che la cannabis crea".
Willy Pedersen, professore di sociologia presso l'Università di Oslo, sostiene che il miglior modo per legalizzare la cannabis, riducendo al minimo il suo utilizzo, sarebbe quello di istituire dispensari statali simili ai monopoli sugli alcolici svedese e norvegese. "Noi tutti vogliamo un ridotto consumo di cannabis, ma avremmo veramente una riduzione se questa fosse nelle mani dello Stato?" ha chiesto Pedersen. E'questo che le autorità di Copenaghen stanno cercando di valutare.
Il collegamento tra i problemi di salute mentale e l'uso di cannabis è visto da molti come la conseguenza più preoccupante della legalizzazione della cannabis. Le autorità sostengono tuttavia che una rete di punti vendita legale di cannabis costituirebbe nuovi punti di contatto tra operatori sociali e utenti a rischio. La speranza è che mediante la legalizzazione più utenti trovino accesso ai trattamenti. La città è aperta a fornitori interni ed esterni per la commercializzazione e molto probabilmente la vendita sarà organizzata attraverso una particolare catena di esercizi, come le farmacie.
Questa opzione sarebbe più facile da implementare nel corso di un periodo di prova che permetta di stabilire nuovi punti vendita specializzati. Uno degli obiettivi primari del progetto resta quello di sottrarre il commercio di cannabis alle reti criminali. Si tratta di offrire un prodotto competitivo a prezzi competitivi da punti vendita accessibili in città.
Il dilemma è questo: se da un lato, la città vuole opporsi al commercio miliardario in mano alla criminalità e il traffico illegale della cannabis, dall'alltro il timore è che la legalizzazione aumenti il consumo di cannabis. La scommessa è quella di depenalizzare la cannabis riducendo al minimo il numero di persone che ne fanno uso.
La Danimarca è uno dei firmatari della Convenzione Unica del 1961 sugli stupefacenti che controlla la produzione e la vendita di cannabis. Il modello di Copenaghen sarà quindi una diretta sfida per la convenzione.
Dopo alcuni fallimantari tentavivi effettuati in passato dalla città, volti in particolare per frenare il traffico di droga all'interno di Cristiania, le autorità hanno deciso di passare ad un approccio che si ispira alla strategia attuata dallo stato americano di Washington dove, nel novembre 2012, i cittadini hanno approvato una legge che ha legalizzato il possesso e la coltivazione di cannabis.
"La conferenza ha confermato la necessità di approntare il miglior piano adatto alla città di Copenhagen," ha affermato in chiusura il sindaco Frank Jensen (Socialdemokraterne-socialdmeocratico). "Dobbiamo porre fine a questa politica fallimentare e assumerci le nostre responsabilità. Il Municipio deve prendere l'iniziativa adesso."
Fonte: www.radicalparty.org/it (traduzione: Eleonora Panella)